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Umbria, obiettivo raggiunto?
Patrizia Epifani, del Coordinamento nazionale Immigrati FLC CGIL, illustra ai partecipanti la situazione dell'Umbria, la regione in cui lavora.
La scuola italiana è sempre più lontana dall’Europa grazie ad una riforma, quella Gelmini, che non sviluppa la scuola d’Infanzia, ritorna al maestro unico nella primaria, riporta l’obbligo scolastico a 14 anni, aumenta il numero degli alunni nelle classi, non fa un serio orientamento scolastico, propone modelli rigidi e classisti per l’istruzione secondaria, toglie finanziamenti all’università e alla ricerca, non sostiene le eccellenze, taglia le borse di studio del 90% ai giovani universitari. In Umbria la situazione è sicuramente migliore sia rispetto ai dati nazionali che a quelli relativi al Centro-Nord. Sicuramente ciò è dovuto sia alle dimensioni della regione che alla distribuzione della popolazione in tutto il territorio in modo diffuso, ma anche a scelte politiche che fino ad ora hanno teso a valorizzare l’inclusione e le politiche del welfare. L’Umbria si pone con la regione Emilia Romagna ai primi posti in percentuale per presenza di cittadini e studenti con cittadinanza non italiana e detiene il primato in Italia per il numero dei diplomati. Se i dati dell’Umbria sono in sintonia con le richieste di Lisbona 2010 non significa che non si debba continuare a lavorare affinchè il successo formativo sia per tutti i giovani.
I recenti tagli di Tremonti-Gelmini già stanno lavorando a favore dell’abbandono scolastico, disegnandoci un ritorno al passato in una Europa che intanto cresce.