Convegno nazionale "Valutare per migliorare: il contesto, i problemi, le proposte" - Seconda giornata

  • 10.00

    Siamo al secondo giorno del Convegno nazionale "Valutare per migliorare: il contesto, i problemi, le proposte".
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    I lavori sono aperti da Antonio Valentino, dirigente scolastico, che ha lanciato due proposte.

    La prima al Ministro Gelmini, sollecitandola a investire le esigue risorse a disposizione nella rimotivazione e nella crescita della cultura professionale. Gli strumenti? Sperimentazioni e ricerche a livello nazionale sulla valutazione, sulle competenze, sulla didattica laboratoriale, sull'organizzazione per dipartimenti alla luce anche delle leggi di riordino; premi alle scuole che, attraverso percorsi valutativi, raggiungano risultati di qualità anche esportabili.

    La seconda proposta è rivolta al sindacato affinché si faccia promotore di un proprio percorso di ricerca e sperimentazione su questi stessi temi.

    Terza sessione. Uno sguardo all'Europa

    Dopo una breve illustrazione del bilancio sociale della FLC CGIL a cura di Alessandro Pazzaglia, la mattina è stata prevalentemente dedicata a un confronto tra le situazioni di alcuni Paesi europei su due questioni particolarmente attuali e interessanti, la valutazione, ovviamente, che è il tema centrale delle due giornate e la carriera dei docenti.

    10.45

    E a proposito di docenti, la mattinata dei lavori dà spazio a una relazione sul “docente collettivo” tenuta da Maurizio Tiriticco, esperto di formazione.

    Perché si parla di docente collettivo? Si chiede il relatore, perché chi fa questo mestiere non è mai solo, si incontra necessariamente con gli altri colleghi, a volte frettolosamente sulla porta di un’aula, a volte nelle sedute formali del consiglio di classe. C'è un concreto lavoro, a valle delle grandi questioni di sistema. Un consiglio di classe non è solo un insieme di professionisti che ogni tanto si incontrano per mettere a punto le loro azioni didattiche o per esprimere valutazioni periodiche e finali sui singoli alunni. È anche il primo lavoro di cui bisogna render conto, il primo passo della accountability di una scuola. È un gruppo che deve guidare un altro gruppo, per di più minori, per di più in apprendimento! La responsabilità di un CdC è enorme. Per guardare ai massimi sistemi, spesso si perdono di vista ben più importanti e fondanti microsistemi.

    L'introduzione nei CdC della programmazione educativa e didattica fu un grosso colpo al secolare individualismo degli insegnanti. Ma è una battaglia non ancora conclusa né vinta. La programmazione non si esaurisce nel lavoro dei primi giorni di scuola; ciò che è stato programmato va realizzato giorno dopo giorno, costantemente monitorato, corretto anche.

    La difficoltà della programmazione non è solo in ciò che occorre fare, ma anche e soprattutto negli atteggiamenti e nei concreti comportamenti delle persone. E qui entra in gioco il gruppo! Da noi è sempre difficile che chi lavora in gruppo impari a mettersi in gioco, a leggere e ad attivare dinamiche intra ed interpersonali. Ciò vale per tutte le situazioni di lavoro cooperativo, anche perché ormai non c’è più né ricerca né azione che non richieda convergenze di cervelli e di costante disponibilità al cambiamento, e all’apprendimento anche. Le difficoltà che abbiamo nelle attività della progettazione all’interno dei CdC non dipendono tanto dal progettare in se stesso, ma dal saper progettare insieme. Difficoltà soprattutto di natura culturale. Da qui Tiriticco fa discendere altre considerazioni, come la difficoltà teorica e pratica di una valutazione degli insegnanti considerati nella loro singolarità. Eppure la dimensione collegiale è sottolineata anche nel contratto di lavoro.

    Se un comportamento individuale è pur sempre il concorso di una serie di interazioni, quali criteri potranno essere adottati per la valutazione del concreto comportamento di un insegnante? Quale peso sarà dato alle sue capacità di commisurarsi con il suo gruppo di lavoro? Non è facile individuare e definire le numerose variabili che dovranno essere considerate per valutare le competenze di un insegnante.

    Solo se si dà vita ad un sistema in cui il singolo operatore sia messo in condizioni di esprimersi in una realtà sistemica e interattiva, è possibile chiedere ragione al singolo del suo operato. Altrimenti, il rischio è quello di scaricare sul singolo tutte le carenze di un sistema di cui egli non è responsabile. Quindi uno dei fattori che rendono difficile la messa a punto di un progetto credibile di valutazione degli insegnanti è proprio la sua dimensione fortemente collettiva o collegiale. E nell’insegnamento tale dimensione è uno dei fattori preminenti, se non determinanti.

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    11.30

    Dei sistemi di valutazione in Francia, Inghilterra, Spagna e Germania ha parlato Antonella Turchi, responsabile dell'unità italiana di Euridyce.

    In tutti e quattro i paesi esistono sistemi valutativi che riguardano rispettivamente la scuola, i docenti, i capi di istituto.

    In Francia la valutazione di sistema riguarda le scuole e gli apprendimenti degli alunni. La valutazione dei dirigenti si basa sia sui risultati ottenuti dalle scuole sia su quelli degli alunni. I capi di istituto sono valutati anche per le loro capacità gestionali e organizzative. Spesso gli stessi insegnanti chiedono di essere valutati per poter avanzare nella carriera.

    In Inghilterra l'Ofsted è un organismo governativo non ministeriale che cura la valutazione su cui relaziona al Parlamento. La valutazione riguarda la qualità dell'insegnamento e della gestione delle scuole, la crescita degli alunni con l'obiettivo di migliorare gli standard qualitativi. Nelle scuole c'è un docente supervisore del lavoro dei colleghi.

    In Spagna responsabile della valutazione del sistema è il ministero dell'educazione attraverso l'istituto di valutazione. Le comunità autonome valutano il sistema educativo del proprio territorio. La valutazione riguarda gli apprendimenti degli alunni, l'attività dei docenti, la gestione e la stessa attività ispettiva.

    In Germania gli ispettorati scolastici a cui spetta la valutazione sono alle dipendenze dei rispettivi Laender. La valutazione riguarda in generale anche i metodi di insegnamento e i curricoli. La carriera degli insegnanti e dei dirigenti dipende anche dalla valutazione del loro lavoro.

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    12.00

    Come si valorizza la professione docente, come si crea un appeal a questa professione? È quanto si chiede Gabriella Giorgetti, esperta della FLC CGIL sui sistemi scolastici europei, nella sua relazione.

    Nel vecchio continente c'è una progressiva perdita di status degli insegnanti, un malessere ormai interiorizzato che emerge da varie rilevazioni.

    In Europa l'assunzione degli insegnanti avviene fondamentalmente su due criteri, in base ai titoli, come in Italia, o chiamata diretta. Entrambi hanno pro e contro ed entrambi hanno un problema di appeal. Gli strumenti per attrarre verso questo lavoro sono fondamentalmente quattro: la formazione, gli incentivi, la mobilità professionale, le condizioni di lavoro.

    A più formazione corrisponde più sicurezza e questo ha ricadute positive su tutto il lavoro e anche sull'immagine. La formazione in servizio dei docenti è diversificata in Europa così come lo sono i suoi effetti. In alcuni paesi la formazione è condizione per aumenti di stipendi, in altri per un diverso inquadramento, in altri per diventare dirigente oppure per avere la valutazione positiva o per ricevere incentivi. In Italia non c'è niente di tutto questo. Incentivi sono anche legati a condizioni particolari del lavoro, es. in aree a rischio.

    Anche la carriera segue percorsi diversi a seconda dei paesi. In Spagna c'è un passaggio di status dopo 8 anni di servizio e il superamento di un esame orale e della valutazione di titoli accademici e dei risultati del lavoro di classe. In Francia ci sono sistemi di accelerazione della carriera anche tramite esami o titoli. In Portogallo i docenti sono soggetti a valutazione annuale che, se positiva, contribuisce al passaggio di livello. In Inghilterra c'è un sistema di punteggi che si basa sulla valutazione dei capo di istituto. Dopo 6 anni e con valutazione positiva si può diventare insegnanti esperti poi eccellenti e infine, per concorso, insegnanti con competenze avanzate.

    Tranne alcune eccezioni in Europa lo stipendio dei docenti è deciso centralmente, con bonus o incentivi su base locale. In alcuni paesi i sindacati sono presenti negli organismi di valutazione e contrattano coi datori di lavoro. La legge può intervenire per sanare disuguaglianze.

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    13.00

    Dopo l'intervento di Gabriella Giorgetti si apre il dibattito. La nostra web-cronaca, invece, termina qui.