Convegno nazionale organi collegiali e federalismo scolastico

  • 15.15

    La democrazia nella scuola e il suo rapporto col territorio è un tema fondamentale, perché la comunità scolastica appartiene alla comunità civile. La democrazia si esercita con la partecipazione attraverso strumenti e organismi collegiali. Questi i primi concetti, espressi dal presidente di Proteo Fare Sapere Antonio Bettoni, con i quali si è aperto il 15 gennaio 2013 a Roma presso l'istituto scolastico "Leonardo da Vinci" il convegno nazionale dal titolo impegnativo Per un governo democratico della scuola. Per un federalismo cooperativo.

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    L'Italia ha bisogno di un profondo rinnovamento, ha detto nel suo saluto Gianna Renzini la dirigente scolastica dell'istituto ospite, e la scuola è un volano di rinnovamento.
    Idee e auspici pesanti, fin dall'inizio di fronte a una sala con oltre centoventi persone.

    La riforma degli organi collegiali della scuola

    La prima giornata, dedicata agli organi collegiali, è stata avviata da Gianni Carlini, responsabile nazionale dei dirigenti scolastici, che ha ribadito l'urgenza di una riforma delle forme di governo "adeguate alla realtà della scuola autonoma e al contesto in cui essa opera.

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    Ma cosa pensano i dirigenti e i dirigenti sindacali del nostro sindacato del testo di riforma degli organi collegiali approvato al Senato? Diana Cesarin, Centro nazionale FLC CGIL, ha illustrato i risultati di un questionario diffuso nelle strutture di comparto della scuola e dei dirigenti scolastici.
    "Abbiamo voluto ascoltare quanti tra noi stanno più a contatto con la realtà scolastica e il questionario è stato un modo anche per sollecitare la loro partecipazione". Oltre il 90% degli intervistati ritiene che gli attuali organi collegiali, nati 40 anni fa in una stagione politica diversa e in una scuola diversa, vanno cambiati. E i maggiori cambiamenti devono riguardare la distinzione delle competenze, la partecipazione delle famiglie, il rapporto con gli enti e i sistemi territoriali, le rappresentanze del personale negli organismi, la presenza di un organo per la docenza.
    Un secondo punto fermo riguarda la differenza sostanziale tra il precedente ddl Aprea e il testo del Senato, rimarcata dal 92,5% di chi ha risposto. Le maggiori differenze attengono al riequilibrio dei poteri, alla possibilità di associazione delle scuole autonome, alla sparizione delle fondazioni e del reclutamento organizzato dalle scuole. Tuttavia vengono rilevati dei difetti di democrazia nell'esclusione di parte del personale dagli organismi rappresentativi, nella scarsa partecipazione di studenti e famiglie e nella poca chiarezza sulla libertà di insegnamento. A causa di una difficile definizione dell'autonomia statutaria, una numerosa minoranza teme il rischio di privatizzazione.

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    Si è quindi aperta la tavola rotonda, coordinata da Anna Maria Santoro, alla quale hanno partecipato Mario Batistini, componente del CNPI, Vittorio Angiolini, costituzionalista, Maria Coscia del PD e Pierfelice Zazzera dell'IDV.

    Santoro ha brevemente illustrato la posizione della FLC CGIL sugli organi collegiali prima di porre le domande agli ospiti.

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    In un breve dibattito animato da Diana Cesarin sono stati sollevati da 5 interventi alcuni temi:

    • il rischio di interferenza dello statuto sul collegio docenti
    • il senso della presenza di "esterni" negli organi gestionali
    • il diritto del personale ATA a essere rappresentato a tutti gli effetti
    • autonomia e risorse
    • rappresentanza delle scuole autonome: reti o associazioni?

    La prima giornata si è conclusa con l'intervento del segretario generale della FLC CGIL Domenico Pantaleo.

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    Il convegno nazionale è proseguito mercoledì 16 gennaio. La seconda giornata è stata dedicata alla collocazione della scuola autonoma tra i vari livelli istituzionali competenti in materia di istruzione dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, con particolare riferimento alla questione dei costi e dei livelli essenziali delle prestazioni.

    Come individuare i costi standard (prima sessione)

    Ha aperto i lavori Anna Maria Santoro, Segretaria nazionale FLC CGIL, che ha descritto brevemente la situazione di attuale caos istituzionale e ha indicato le linee sulle quali si può sviluppare un federalismo cooperativo, in parte anticipando i contenuti delle relazioni della giornata.

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    Armando Catalano, Centro nazionale FLC CGIL, ha illustrato i risultati, ancora parziali, di un secondo questionario, sul federalismo, somministrato anch'esso ai componenti delle strutture di comparto della scuola e dei dirigenti scolastici.
    Tra i dati più significativi c'è che l'85,7% ritiene positivo un decentramento istituzionale perché così lo Stato si avvicina di più ai cittadini. Anche se non sfugge agli intervistati che l'esperienza italiana ha portato sperequazioni e sprechi soprattutto per l'incapacità delle regioni, e restano aperti conflitti di competenze. Non si auspica un ritorno al centralismo ma una maggiore chiarezza istituzionale. Altro punto fermo per l'81% è che l'autonomia scolastica è irreversibile. L'analisi dei questionari finora disponibili dimostra, tuttavia, la difficoltà di approccio al tema federalismo, che, se sul piano teorico si presenta in modo accattivante, sul piano dell'esperienza alimenta qualche delusione.

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    Nella sua relazione l'economista Marcello Degni ha affrontato la difficile integrazione tra istruzione e federalismo e, con l'aiuto di slide, ha illustrato la ricerca che ha condotto con Raffaele Lagravinese (Istruzione e federalismo in Italia. Profili storici, documenti, dati, leggi, prospettive - Edizioni Conoscenza, 2012).
    La contrazione di risorse in rapporto al prodotto interno lordo nell'istruzione - uno dei temi centrali della ricerca - è stata "la risultante casuale del processo allocativo delle risorse pubbliche". L'istruzione è stata stritolata dalle regioni troppo impegnate a difendere le risorse per la sanità, la loro principale competenza, e da un ministero dell'istruzione debole, prigioniero di pregiudizi ideologici.

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    Il diritto all'istruzione, costituzionalmente garantito, nel tempo della crisi è l'argomento affrontato nella relazione del costituzionalista Alessandro Pace.

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    Gianna Fracassi, Segretaria nazionale FLC CGIL, ha svolto il suo intervento sulla valutazione, un tema che, pur riscuotendo grande interesse, mai si traduce in politiche e in scelte anche salariali per timidezza di proposta e per incapacità di elaborazione. Eppure la valutazione nella scuola è un indicatore importante per garantire i Lep istruzione ed è un elemento fondamentale della governance.

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    I lavori di questa sessione del seminario sono stati conclusi dall'intervento di Susanna Camusso, Segretario generale CGIL.

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    Federalismo e Livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione (seconda sessione)

    L'ultima parte del convegno è stata occupata da una tavola rotonda, coordinata da Armando Catalano, sul tema Federalismo e livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione.
    Hanno partecipato il sottosegretario MIUR Marco Rossi Doria, la presidente della commissione istruzione della Conferenza Stato-Regioni Stella Targetti, il vicepresidente della Commissione parlamentale sul federalismo fiscale Marco Causi, il segretario generale della FLC CGIL Domenico Pantaleo.

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