Convegno nazionale scuola dell’infanzia: “Le nostre proposte per un percorso educativo di qualità”

  • 09.30

    Il convegno sull’infanzia promosso dalla FLC CGIL e da Proteo Fare Sapere, svoltosi il 10 aprile 2015 a Roma, ha visto un'inaspettata partecipazione di educatrici ed educatori, maestre e maestri da ogni parte di Italia.

    Dopo una breve presentazione di Pino Patroncini, Vice Presidente nazionale di Proteo Fare Sapere, che ha sottolineato l’attualità dell’argomento alla luce delle deleghe previste dal recente disegno di legge sulla “Buona Scuola” e con le raccomandazioni dell’Unione Europea, l’iniziativa si è aperta con l’introduzione di Anna Fedeli, segretaria nazionale FLC CGIL, la quale, dopo aver condiviso con la platea un sincero ringraziamento ai graditi ospiti dell'iniziativa, ha svolto la sua relazione.

    Anna Fedeli ha richiamato la continuità con il precedente convegno del 2011 sulle “Dieci idee per la scuola dell’infanzia”, ribadendo gli elementi centrali delle proposte della FLC: la generalizzazione della scuola dell'infanzia secondo il modello di riferimento delle Indicazioni Nazionali del 2012, gli investimenti statali, la continuità educativa con la liberazione del segmento 0-3 dalla condizione di servizio a domanda individuale, il mantenimento per ciascun segmento dello 0-6 della propria identità ed il rafforzamento della continuità con il primo ciclo, l’abolizione degli anticipi, il rispetto dei livelli essenziali di funzionamento, lo svincolo dei finanziamenti dal patto di stabilità nonché lo scioglimento degli equivoci ingenerati dalla delega che rispetto al DdL 1260 vorrebbe esserne una traduzione.

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    Noemi Ranieri, segretaria nazionale Uil Scuola, interviene a nome del “Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola”, di cui la FLC CGIL fa parte. Noemi sottolinea la condivisione degli argomenti affrontati nella relazione di Anna Fedeli. In particolare riprende la condivisione del modello pedagogico su cui si sviluppa la scuola dell'infanzia pubblica, modello da valorizzare per poter affrontare il progetto 0-6 all’interno di un sistema integrato qualificato e la necessità del rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro per poter valorizzare il profilo professionale, anche alla luce dei carichi di lavoro e dei tempi di impegno che essi comportano. Si dichiara preoccupata per la delega… che potrebbe comportare un restringimento dei diritti finora conquistati. Noemi annuncia il seminario che il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola svolgerà il 29 aprile a Roma, ancora una volta nell'ottica di valorizzare l'importanza della scuola dell'infanzia nel percorso educazione-istruzione.

    Arianna Lazzari, ricercatrice della Università degli Studi di Bologna e partecipante al gruppo di lavoro della Commissione Europea, ha offerto un excursus sugli approcci e sulle politiche dell’unione Europea per l’infanzia dal 1990 ad oggi, sottolineando il passaggio da una visione della scuola dell’infanzia e dei servizi educativi come funzionali al lavoro femminile ad una visione di funzionalità all’educazione ed ai diritti delle bambine e dei bambini, fino al riconoscimento odierno dell’importanza dell’educazione e della cura a partire dalla nascita per la coesione sociale e il superamento degli svantaggi di apprendimento. Parallelamente a questa evoluzione si è meglio declinata l’attenzione per la qualità educativa e l’accessibilità universale come strumenti fondamentali per la lotta alle diseguaglianze, nonché per un contesto collegiale e ambientale incoraggiante e competente in grado di coinvolgere anche i genitori nella progettazione (continuità, partecipazione e formazione).

    Leggi la relazione e le slide di Arianna Lazzari

    Donatella Savio, Università degli Studi di Pavia, ha affrontato alcune riflessioni su 3 opportunità pedagogiche per i servizi educativi 0-6 sottese al Ddl 1260. Si tratta di questioni da anni al centro del dibattito sui servizi educativi per l’infanzia italiani e che proprio per questo rischiano di essere trattate come “etichette”, richiamate diffusamente senza che siano più chiari il senso e le ragioni che le sostengono. Si tratta di: unitarietà del percorso educativo 0-6 anni; identità educativa peculiare per il sistema integrato 0-6; formazione universitaria, permanente, condivisa.

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    Le testimonianze di Donatella Gertosio, Claudia Lichene, Alessandra Massetti, hanno affrontano le “fatiche” dell’assumersi responsabilità per governare lo 0-6 (leggi l’intervento) dell’investire nella cura per investire nell’apprendimento (leggi l’intervento) e nell’assicurare che la qualità dei servizi educativi e scolastici della fascia 0-6 anni viva nel quotidiano (leggi l’intervento).

    La senatrice Francesca Puglisi, dopo aver espresso il suo apprezzamento per le testimonianze ascoltate, ha ripercorso il cammino dal DdL 1260 - di cui è stata prima firmataria - alla delega attuale contenuta nel disegno di legge cosiddetto “La Buona Scuola”. Ha spiegato che l’urgenza di intervenire su un tema cruciale come questo avendo risorse assicurate, ha suggerito questa soluzione, che costituisce un’occasione imperdibile. Ha ribadito che gli obiettivi centrali contenuti nella delega al Governo - affinché regolamenti sul sistema educativo e dell’istruzione - sono i livelli di qualità dei servizi e l’individuazione di una forma di finanziamento che li renda sostenibili. Ha infatti attribuito ai vincoli della legge di stabilità la scelta di alcuni comuni di esternalizzare i servizi, a sua volta giustificata dall’esigenza di garantirli comunque. Sulle assunzioni in ruolo nella scuola dell’infanzia ha garantito che queste avverranno non appena sarà emanato il decreto attuativo della delega.

    Leggi l’abstract dell’intervento di Francesca Puglisi

    Le testimonianze di Katia Amoroso, Nadia Del Guercio, Alessandra Fiorella hanno messo in evidenza la centralità della professionalità docente nella scuola dell’infanzia (leggi l’intervento), l’importanza del coordinamento delle attività educative (leggi l’intervento), ed il rispetto dei tempi del bambino nella sezione primavera (leggi l’intervento).

    Roberta Fanfarillo, dirigente scolastica, ha presentato gli esiti “prevedibili” di un’indagine online volta ad indagare il livello di coinvolgimento della scuola dell’infanzia nell’istituzione scolastica in cui è inserita.

    Leggi la relazione e le slide di Roberta Fanfarillo

    Tavola rotonda

    Nel pomeriggio si è svolta la Tavola rotonda su “Il diritto all’educazione e all’istruzione dalla nascita ai sei anni: quali le azioni dei soggetti istituzionali coinvolti”. Ha coordinato i lavori Ferruccio Cremaschi, direttore di “Zerosei up”. Hanno partecipato: Mariagrazia Pellerino, assessore alle politiche educative della città di Torino, responsabile ANCI settore istruzione, Emmanuele Bobbio, assessore istruzione formazione università ricerca Regione Toscana, coordinatore IX commissione della Conferenza delle Regioni, Laura Baldassarre, responsabile area diritti presso l’Autorità di Garanzia per l’infanzia e adolescenza, Lorenzo Campioni, presidente del Gruppo nazionale Nidi Infanzia, Maria Rosa Silvestro, dirigente tecnico del MIUR - Dipartimento Ordinamenti, Federico Bozzanca, segretario nazionale FP CGIL.

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    Conclusioni

    Domenico Pantaleo, segretario generale FLC CGIL, ha ringraziato tutti i numerosi partecipanti e coloro che hanno voluto mettere a disposizione qualificati interventi e testimonianze per aiutare ad affrontare la questione delicata del diritto all’educazione e istruzione dei bambini e delle bambine a partire dalla nascita.

    Pantaleo ha tirato le conclusioni della giornata partendo dall’assunto che nonostante la delega  proclami come obiettivo la generalizzazione della scuola dell’infanzia, i livelli essenziali delle prestazioni  e il diritto alla scuola dell’infanzia ed ai servizi educativi, non tutto è scontato. Per questa ragione ha proposto di riprodurre l’iniziativa di discussione sull’argomento nei  territori.

    La sua critica si è appuntata soprattutto sull’argomento della quota capitaria tripartita tra stato (50%), comuni (30%) e privati (20%) e sul  come si utilizza. I suoi dubbi soprattutto sulle difficoltà delle famiglie a pagare rette quantunque contenute, dal momento che già oggi hanno difficoltà a pagare le rette della mensa e sulla difficoltà dei comuni a garantire il 30% del finanziamento.

    I punti di attenzione, ha detto, dovrebbero piuttosto essere riservati al fatto che servirebbero 500 nuove sezioni  di scuola pubblica, in grado di garantire tra le altre cose quella multiculturalità di cui tanto si parla me che difficilmente può essere garantita dalle scuole parrocchiali. E dovrebbero essere riservati anche al processo da metter in atto per arrivare ad un percorso unitario nella situazione attuale partendo da 20 sistemi regionali diversi sulla fascia 0-3 anni, senza contare i sottosistemi  e alle difficoltà di comunicazione persino tra scuole statali e scuole  comunali nella fascia 3-6 anni.

    Pantaleo ha anche ricordato come l’esito di sondaggi internazionali ci consegnano nella frequenza della scuola dell’infanzia la prima forma di lotta alla dispersione scolastica. Pertanto va difeso l’impianto pedagogico che consente questo importante risultato.

    Che fare allora?
    Innanzi tutto bisogna vincolare i livelli essenziali delle prestazioni a criteri forti. Poi bisogna chiarire che le sezioni primavera sono parte  integrante dello 0-6, all’interno dell’organizzazione di sistema. Infine occorre definire un contratto di settore costruito su punti alti che non lasci spazio a soluzioni pasticciate e improvvisate ricorrendo a soggetti esterni come le cooperative sociali.
    Raccomanda, inoltre, di far sì che nei territori in modo diffuso si riprendano iniziative analoghe con lo scopo di approfondire i temi del convegno.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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