Convegno nazionale “Dirigente scolastico oggi: un profilo da riconoscere e valorizzare” - Seconda giornata
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Il programma della seconda giornata del convegno nazionale dei dirigenti scolastici della FLC CGIL si è aperto con l’intervento del Segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli che a causa di una convocazione al MIUR ha dovuto anticipare il suo intervento previsto alla conclusione della giornata.
Terza sessione
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Sinopoli ha esordito affermando che gli ultimi mesi hanno visto la FLC CGIL protagonista sul versante della contrattazione, alla quale ci eravamo disabituati. Il confronto col MIUR ha portato a risultati prima insperati perché veniamo da 10 anni senza rinnovo del CCNL. Su 25 anni da quando esiste il CCNL per 10 anni non abbiamo avuto contrattazione: non è un fatto ordinario! Verificheremo gli effetti delle modifiche apportate al DLgs 165/01. Quando si andrà al tavolo dovremo dimostrare che il nostro impegno ha pagato. Siamo in una fase di difficile transizione: sappiamo da dove veniamo e dove vogliamo andare, verso una scuola caratterizzata da cittadinanza democratica, che sia argine alle differenze esistenti nel Paese, che prepari al lavoro ma non come previsto dall’alternanza scuola lavoro della legge 107/2015. Bisogna recuperare oltre 10 anni di politiche devastanti sulla scuola: questa sarà l’azione per i prossimi anni. Oggi siamo di fronte ad un appuntamento fondamentale: l’apertura dei tavoli contrattuali. L’atto di indirizzo non dice molto, indica i margini per negoziare; la legge di stabilità 2018 sembra confermare le risorse previste dall’Accordo del 30 novembre 2016, compreso il bonus di 80 euro, ma il mondo della scuola non si può accontentare di questo. Si sta cercando di utilizzare contro la FLC CGIL l’avvio dell’equiparazione retributiva dei dirigenti scolastici; l’equiparazione retributiva dei DS al resto della dirigenza pubblica resta una priorità per la FLC CGIL anche perché l’inserimento della dirigenza scolastica nell’area della dirigenza del Comparto Istruzione e Ricerca rende indifferibile l’armonizzazione delle posizioni retributive di tutti i Dirigenti che ne fanno parte. La stampa ed i media stanno usando i possibili aumenti per i Dirigenti scolastici come clava per far confliggere i DS ed il restante personale della scuola ”ai DS sostanziosi aumenti, ai professori miseri 80 euro!”, per far esplodere la categoria nel rinnovo contrattuale e per mettere in difficoltà la FLC CGIL. Bisogna aspettare le tabelle: allora avremo le cifre vere contenute in esse e vedremo vere risorse e tempi di erogazione. L’equiparazione retributiva dei DS è stato un obiettivo prioritario della FLC CGIL da quando è nata la dirigenza scolastica e siamo contenti che finalmente si avvii l’equiparazione alle altre dirigenze pubbliche, per non mortificare le legittime aspettative della categoria a uno stipendio dignitoso e adeguato alle molteplici responsabilità che il lavoro del DS comporta. Chiederemo però risorse straordinarie per tutto il personale della scuola, apriremo una vertenza su ciò che la scuola deve avere. Nella legge finanziaria devono essere reperite le risorse necessarie a valorizzare tutte le professionalità del mondo della scuola. Nelle prossime settimane saranno messe in campo iniziative di mobilitazione a cominciare da quella decisa unitariamente per il 18 novembre in 100 capoluoghi di provincia, chiederemo un fondo straordinario per la scuola. Se non avremo risposte positive, metteremo in atto altre forme di mobilitazione. Abbiamo bisogno del vostro lavoro, del vostro impegno per difendere l’idea di scuola e di dirigenza scolastica, di una comunità autogovernata e della leadership educativa, l’idea di scuola dell’autonomia garantita dalla Costituzione. La scuola si fa con tutto il personale, ma soprattutto con i docenti; i dirigenti appartenenti alla FLC CGIL sono diversi da quelli dell’ANP e diversa è la loro idea di scuola.
È seguita la relazione di Gianni Carlini sul tema “Il dirigente scolastico nel nuovo Regolamento di contabilità” Ha informato che il Decreto Interministeriale di imminente pubblicazione entrerà in vigore nell’anno finanziario successivo (2019). Ci sarà tempo per discutere sul nuovo Regolamento, sulla necessaria formazione sull’argomento sulle novità in esso contenute e soprattutto per predisporre gli strumenti operativi idonei. Ci sarà da rivedere infatti tutta la modulistica. Su un documento così importante le Organizzazioni Sindacali sono state solamente informate nell’incontro del 5 ottobre scorso. Il CSPI ha espresso un parere positivo ma fortemente condizionato; è molto debole però la possibilità di modifica del testo: quando il testo si scrive “di concerto” diventa immodificabile. L’aspetto più critico è il bilancio di cassa: il nuovo sarà bilancio di cassa e contemporaneamente di competenza. Non condivisibile resta anche il ruolo previsto per i Revisori dei conti. Uno dei rilievi sollevati dal CSPI riguarda la responsabilità nella manutenzione degli edifici scolastici. Nell’incontro del 5 ottobre la FLC ha presentato una serie di osservazioni e proposte tendenti a correggere il ruolo dei Revisori rispetto alla contrattazione d’istituto. Il testo, risultato del concerto col MEF, non semplifica il lavoro: più che verso la semplificazione, la loro esigenza è di andare verso l’armonizzazione dei sistemi contabili. Problematica la parte che riguarda il rapporto con gli Enti Locali per la manutenzione degli edifici scolastici ed il rapporto tra DS e DSGA. Il Regolamento prevede che la manutenzione possa essere affidata alle scuole se da esse richiesto: le scuole anticiperanno i soldi necessari che poi saranno restituite dagli Enti locali. Si crea così un contesto di responsabilità a carico dei DS delle scuole. Anche per la concessione a terzi di locali dell’edificio scolastico e per l’apertura delle scuole durante il periodo estivo è previsto che le scuole si relazioneranno in maniera virtuosa con l’Ente Locale: due soggetti possono autorizzare l’uso! Varie norme contenute nel Regolamento chiariscono e definiscono il ruolo del DSGA: egli “predispone” la scheda finanziaria per ogni destinazione di spesa mentre nell’attuale Regolamento “redige”; il Programma Annuale è predisposto dal DS “con la collaborazione del DSGA nella parte finanziaria”. lo devono fare insieme? Attualmente il DSGA è servente. Se non sono d’accordo, chi decide? L’attività di verifica sarà su una apposita relazione predisposta dal DS e dal DSGA. Nell’attività gestionale il DSGA imputa le spese su indicazione del DS, mentre attualmente l’imputazione è fatta dal DS. L’accertamento delle entrate è compito esclusivo del DSGA. L’impegno di spese è assunto dal DS ma l’imputazione di esse è del DSGA. Per il fondo delle minute spese il DSGA può individuare chi lo sostituisce, ma è il DS che individua chi sostituisce il DSGA. È positiva la valorizzazione del DSGA, chiude la polemica sulla doppia dirigenza nella scuola; ma si apre il rischio di rivendicazioni corporative e salariali e soprattutto che possano diventare elementi di conflitto tra DS e DSGA.
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È seguita la relazione di Giovanni Moretti sul tema “La leadership educativa del dirigente scolastico: una dimensione da valorizzare”
L’esercizio della leadership educativa, soprattutto con le dimensioni attuali delle istituzioni scolastiche, è un elemento irrinunciabile del profilo del Ds. Dagli esiti delle ricerche svolte in differenti contesti socioculturali emerge che il clima d’istituto, la qualità delle sue relazioni interne dipende in primo luogo dai comportamenti manifesti del DS. L’esercizio della leadership educativa del DS influenza direttamente ed indirettamente gli apprendimenti sia dei docenti sia degli alunni. I DS che hanno un maggiore impatto sull’apprendimento pongono al centro delle azioni della scuola l’apprendimento; motivano la cooperazione e valorizzano l’impegno dei docenti; prestano attenzione all’organizzazione degli spazi, dei tempi, delle risorse e a tutte le precondizioni che qualificano l’azione educativa; dedicano attenzione al clima di scuola e alla qualità delle relazioni. Impegno del DS deve essere pertanto quello di promuovere la leadership educativa diffusa o distribuita, orientata a coinvolgere tutti gli attori, a responsabilizzare tutti i soggetti nella direzione della realizzazione di una comunità di pratica, una comunità professionale e di apprendimento. Anche il DS è un leader in apprendimento. La leadership educativa si realizza nell’apprendimento insieme alla comunità: è un colloquio costante con la comunità dei docenti. È necessario individuare e rendere visibili gli elementiche concorrono a definire sia l’esercizio della leadership educativa sia il suo impegno nella promozione della leadership educativa. L’articolo 25 del DLgs 165/01 e gli articoli 1 e 2 del CCNL dell’Area V sono solidi punti di partenza. Bisognerà dare visibilità nel rinnovo del CCNL alla dimensione educativa della leadership. La legge 107/15 costituisce una sfida che definisce spazi aumentati di esercizio della leadership educatva e suggerisce la definizione dei compiti e delle funzioni (profilo) del DS: sistema integrato 0-6 anni con la realizzazione dei poli per l’infanzia e Sezioni Primavera; l’alternanza scuola lavoro che richiede un’organizzazione della scuola diversa da quella attuale, rigida e tradizionale. Spazi aumentati per l’esercizio della leadership educativa sono costituiti dall’autovalutazione delle istituzioni scolastiche, dalla valutazione esterna, dalle azioni di miglioramento e dalla rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche. È necessario sviluppare la cultura della valutazione, della documentazione, la cultura del dato. I curricula devono essere centrati sullo sviluppo delle competenze; ma per questo è necessari investire soldi così come per le infrastrutture educative.
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Ultima relazione della seconda giornata del Convegno è stata quella di Mario Ricciardi sul tema “Il profilo del dirigente scolastico e il rinnovo del CCNL”
Inizia la sua relazione dall’articolo 21 della legge 59/97 e sottolinea che la dirigenza scolastica è nata dalla volontà di spostare dal MIUR alle scuole il luogo della gestione e delle decisioni. Ne viene fuori un profilo che fa del dirigente scolastico nello stesso tempo un leader educativo ed un responsabile organizzativo, una figura atipica e molto complessa. Dopo aver richiamato l’articolo 25 del DLgs 165/01 e gli articoli 1 e 2 del CCNL dell’Area V della dirigenza scolastica dell’11 aprile 2006, e le considerazioni di Piero Romei sulla scuola come organizzazione, evidenzia ancora una volta la complessità e l’eterogeneità di compiti e funzioni che gravano sul dirigente scolastico. Il progetto di autonomia sembra dire “arrangiatevi”; sono poi arrivati i tagli del Ministro Moratti e della Gelmini. La legge 107/15 ha alcuni aspetti positivi ma contiene una visione della scuola che non c’è nemmeno nelle aziende, caricando di responsabilità un vertice. Il problema vero è che tutti o quasi i Ministri che si sono succeduti al MIUR hanno avuto la “sindrome di Giovanni Gentile” la pretesa di voler riformare senza avere un disegno organico. In questo i DS non sono stati protagonisti ma vittime. Abbiamo assistito nello stesso tempo a 10 anni di vuoto nella Contrattazione; la contrattazione può tanto ma non tutto, abbiamo assistito a sequenze di accordi e di interventi normativi. Il DLgs 165/01 prevede la possibilità di deroga dei Contratti dalle leggi; poi rovesciata da Brunetta. La sentenza della Corte Costituzionale del 2015 ha imposto il rinnovo del CCNL. Il recente Decreto Madia DLgs 75/17 ha ristabilito la derogabilità ma poi l’articolo 40 esclude dalla contrattazione alcune materie. Nella prossima stagione contrattuale bisognerà restituire al DS gli spazi necessari e creare la possibilità di relazioni tra i rappresentanti dei DS e il MIUR soprattutto nelle materie degli incarichi dirigenziali, nelle relazioni sindacali, nella valutazione. Su quest’ultimo aspetto la legge 107/15 ignora completamente il CCNL vigente: vengono fuori la centralità del RAV per la valutazione dei DS, le criticità delle linee guida per la valutazione, i documenti elaborati dalle Direzioni Regionali. Assistiamo alla solitudine decisionale dei Direttori regionali, al loro potere invasivo, ad un sistema di valutazione non affidabile perché non si basa sulla terzietà dei valutatori né sulla loro competenza e soprattutto non sulla trasparenza. Sulle norme disciplinari poi si son fatti pasticci: il codice di comportamento del 2013 fa confusione tra responsabilità disciplinare e responsabilità per i risultati.
La retribuzione dei DS non può che essere equiparata a quella delle altre dirigenze pubbliche: attualmente le retribuzioni più alte riguardano quei dirigenti vicini al potere centrale.
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Seguono alcuni interventi
Dalle Marche una dirigente informa che il Direttore regionale ha imposto la rotazione per i DS dopo 3 incarichi nella stessa scuola. Dalla Puglia un DS evidenzia la fatica sua e della sua scuola per consentire a 1.400 alunni di realizzare l’alternanza scuola lavoro senza alcun modello organizzativo disponibile. Dal Lazio una DS afferma che il dirigente scolastico non deve saper fare mille mestieri diversi, l’amministrazione deve investire sulla sua formazione; inoltre l’alternanza scuola lavoro deve rientrare nella formazione non nell’occupabilità e che devono essere nettamente distinte le competenze della scuola e delle aziende. Sempre dal Lazio un’altra DS riferisce che sognava di fare il leader per il cambiamento mentre il DS deve avere tantissime competenze ma non ha gli strumenti pratici e non dispone nemmeno a livello regionale di un ufficio legale che possa essere di supporto. Dalle Marche una DS apprezza il ruolo del DS come leader educativo, costruttore di ambienti di apprendimento, ma sono altre le direzioni verso cui è spinto con una serie di incombenze e funzioni.
Nelle risposte il professor Moretti sottolinea che la leadership educativa richiede tempi lunghi; per l’alternanza scuola lavoro sono necessarie le infrastrutture e questa attività non va confusa con l’occupabilità; il DS stabilisce legami col territorio, col contesto: non si può decidere che dopo tot anni debba andare via. È necessario che il CCNL sciolga i nodi.
Conclusioni
La coordinatrice nazionale dei DS Roberta Fanfarillo dopo aver ringraziato tutti i presenti per l’attenta ed attiva partecipazione, ribadisce che bisogna liberare il DS da tutti gli oneri impropri. La FLC CGIL ha pieno titolo a rappresentare i DS ne battaglie salariali e di rivendicazione del ruolo.
I risultati del Convegno vanno oltre alle aspettative della vigilia grazie al contributo degli esperti, dei gruppi regionali di lavoro dei DS, all’attenta partecipazione dei convegnisti che sono riusciti a lasciare le proprie scuole per due giorni. Saranno ripresi i lavori per il rinnovo contrattuale che potrà sciogliere alcuni nodi. Ha apprezzato l’intervento del segretario generale Francesco Sinopoli che ha evidenziato la campagna da parte della stampa e dei media che mette in contrapposizione gli aumenti previsti per i dirigenti scolastici con quelli del personale della scuola. Al bar dello sport ognuno è tecnico della Nazionale; al Sindacato spetterà il compito di spiegarlo ai lavoratori della scuola.
Ha dato quindi appuntamento a tutti al convegno del prossimo anno.