27 gennaio 2018: Giorno della Memoria
Tramandare il ricordo per non riportare indietro le lancette della storia.
Il 27 gennaio 1945 fu il giorno in cui le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz liberando i pochi superstiti rimasti all’interno di esso. Da quasi vent’anni, in questa data, si celebra il "Giorno della Memoria", un modo per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che hanno rischiato la propria vita opponendosi al progetto di sterminio del popolo ebraico.
Il "Giorno della Memoria" è un’occasione per tenere vivo il ricordo di quanto è accaduto e per fare in modo che simili eventi non possano mai più ripetersi. In questa giornata, densa di incontri e manifestazioni, è fondamentale che, soprattutto la scuola, si impegni a tramandare e a stigmatizzare l’orrore dei campi di sterminio e delle leggi razziali, affinchè gli studenti di oggi diventino domani cittadini coscienziosi e consapevoli, capaci di essere un argine contro ogni violenza o oppressione.
Le inziative previste quest’anno assumeranno un valore ancora maggiore visto il moltiplicarsi nel nostro Paese e nel resto d’Europa di episodi di violenza e xenofobia ad opera di organizzazione di stampo neofascista e neonazista. Fenomeni talmente preoccupanti da spingere l’ANPI, assieme a tante altre associazioni tra cui la Cgil, a promuovere l’appello “MAI PIU’ FASCISMI” che come FLC CGIL sottoscriviamo in toto: “Affinché si attui pienamente la XII Disposizione della Costituzione (“E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) e si applichino integralmente le leggi Scelba e Mancino che puniscono ogni forma di fascismo e di razzismo”.
Anche la Federazione Lavoratori della Conoscenza invita dunque le cittadine e i cittadini, le associazioni democratiche sociali, civili, politiche e culturali a sottoscrivere questo appello, per non rivivere una terribile storia già vissuta e per gridare ancora una volta: “Mai più fascismi!”.