3 dicembre, Giornata Internazionale delle persone con disabilità: la via italiana dell’inclusione scolastica tra punti di forza e debolezze
Le celebrazioni della giornata internazionale delle persone con disabilità richiedono una seria riflessione e un rinnovato impegno per la realizzazione di una scuola autenticamente inclusiva.
Il sistema scolastico statale italiano accoglie complessivamente, dalle sezioni della scuola dell’infanzia alle classi della secondaria di secondo grado, circa 270 mila alunni con disabilità, che rappresentano il 3,6% dell’intera popolazione scolastica.
Il percorso dell’inclusione in Italia ha radici antiche e uno snodo fondamentale nella L.517/1977, che ha modificato l’assetto organizzativo della scuola, abolendo le classi speciali e inserendo nelle classi comuni gli alunni con disabilità.
Il termine “inserimento” viene sostituito con quello di “integrazione”, legando il processo a un più generale rinnovamento e a una nuova professionalità docente; si afferma l’idea di programmazione che, superando la visione rigida dei programmi ministeriali uguali per tutti, è la chiave di volta di una scuola che intende diventare “di tutti e per ciascuno”.
Un ulteriore punto di avanzamento è rappresentato, in epoca più recente, dall’affacciarsi nel dibattito pedagogico italiano del concetto di inclusione, riferito a un’azione globale che modifica l’intero sistema per accogliere tutte le differenze e finalizzarle alla valorizzazione del potenziale di apprendimento dell’intero gruppo classe.
A questo rivoluzionario passaggio culturale, non è corrisposto un adeguato investimento di risorse e la via italiana dell’inclusione scolastica si presenta oggi irta di ostacoli.
Estrema precarizzazione dei docenti di sostegno, percorsi universitari di specializzazione contingentati, organici ATA sottodimensionati, inadeguatezza degli edifici e delle infrastrutture sono tra gli elementi di maggior criticità.
Un impegno straordinario da parte del Governo italiano sarebbe stato necessario per il corrente anno scolastico, avendo rilevato quanto, in tempo di pandemia, sia stato alto il prezzo pagato dagli alunni con disabilità rispetto al loro sviluppo cognitivo, psicologico, relazionale.
Al di là dei proclami, poco è stato fatto e la ripartenza di settembre ha riproposto, esasperandoli, ritardi e insufficienze a cui la scuola italiana fa fronte da troppi anni.
La Legge di Bilancio attualmente in discussione, prevede un incremento dell’organico dell’autonomia di 5.000 posti di sostegno a decorrere dall’anno scolastico 2021/2022, di 11.000 dal 2022/2023 e di 9.000 dal 2023/2024. Si tratta di una goccia nel mare se si considera che i posti assegnati in deroga già lo scorso anno hanno sfiorato le 80.000 unità.
Come FLC CGIL, collochiamo tra le priorità delle nostre piattaforme rivendicative gli investimenti necessari per non disperdere il patrimonio che per oltre 40 anni ha consentito alle scuole italiane di essere modello di inclusione in tutto il mondo.
Serve stabilizzare in organico di diritto i posti in deroga, serve un piano di formazione che consenta la copertura di tutti i posti di sostegno con personale specializzato, superando i limiti dei contingenti previsti per l’ammissione ai TFA, serve una procedura semplificata di assunzione dei docenti già formati e in formazione. Ribadiamo che l’inclusione scolastica rappresenta una conquista di civiltà e chiama in causa le responsabilità e le scelte della politica. In questa fase così delicata, in questa giornata dedicata alle persone con disabilità, la FLC CGIL chiede un concreto sforzo per realizzare pienamente, all’interno della più generale qualificazione del sistema scolastico, i processi di inclusione al fine di garantire a tutte e a tutti effettive pari opportunità di istruzione.