Autonomia differenziata: la FLC CGIL partecipa al presidio per il ritiro della bozza Calderoli e dell’articolo 143 della Legge di bilancio
Ribadiamo il nostro NO a qualsiasi ipotesi di regionalizzazione della scuola e dell’istruzione e, insieme a numerosi altri soggetti aderenti al Tavolo NO AD per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, chiede l’immediato ritiro delle gravi iniziative del governo legate all’attuazione dell’autonomia differenziata.
Il 21 dicembre 2022 a Roma si svolgerà dalle 16 alle 19 in Piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon, un presidio pubblico promosso dal Tavolo NO AD per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, composto da comitati, associazioni, sindacati, rappresentanti di partiti e parlamentari, per la richiesta di un ritiro immediato della bozza di legge Calderoli e dell’articolo 143 della Legge di Bilancio.
In particolare, consideriamo inaccettabili i contenuti dei recenti interventi del Governo finalizzati all’accelerazione nella definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), per procedere con l’attuazione della cosiddetta “Autonomia differenziata”. Già lo scorso 2 dicembre, nel corso dell’Audizione sul Disegno di legge di bilancio 2023-2025, la CGIL ha manifestato la gravità delle disposizioni riportate nell’articolo 143.
In allegato il comunicato dei soggetti aderenti al Tavolo NO AD per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti e la locandina del presidio del 21 dicembre 2022.
La FLC CGIL, consapevole dell’ulteriore frammentazione del Paese che conseguirebbe ad una infausta regionalizzazione dell’istruzione, è impegnata su diversi fronti per aprire un vero dibattito pubblico nel Paese e per promuovere azioni di sensibilizzazione sui rischi di questo disegno di legge, a partire dalla raccolta firme per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’articolo 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”.