Autonomia differenziata: un vasto programma di iniziative per informare sul progetto Boccia
La CGIL tra i promotori del documento “Autonomia e Unità - Un viaggio dal Sud al Nord”. La FLC chiede l’esclusione integrale dell’istruzione.
Nella scorsa legislatura è iniziato il procedimento per il riconoscimento ad alcune regioni di ulteriori e particolari forme di autonomia, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
Su iniziativa del prof. Piero Bevilacqua (Osservatorio del Sud), la CGIL insieme ad altri firmatari ha elaborato, condiviso e sottoscritto il documento allegato: “Autonomia e Unità - Un viaggio dal Sud al Nord”. Il testo sintetizza le principali comuni preoccupazioni in merito al percorso avviato sull’autonomia differenziata e fa dell’impegno a realizzare il maggior numero di occasioni di informazione rivolte alla cittadinanza lo scopo da perseguire.
Per contrastare questo progetto, che rischia di ledere i diritti fondamentali dei cittadini e fa correre rischi alla stessa unità nazionale, la Cgil ha previsto una serie di iniziative: promozione di incontri a livello nazionale e territoriale con ANCI e UPI e con i parlamentari; seminario nazionale a Roma fra dicembre e gennaio; promozione di dibattiti su tutto il territorio nazionale insieme con altri soggetti interessati all’argomento (CGIL, ARCI, Coordinamento per la difesa della Costituzione, Rete dei numeri pari e altri).
Infatti, iI percorso che si sta delineando e che si è concretizzato nella bozza di proposta di legge quadro presentata dal Ministro degli Affari regionali e delle Autonomie lascia nell’indeterminatezza la cruciale questione su cui abbiamo continuamente richiamato l’attenzione: l’esclusione integrale dal processo di Autonomia differenziata di ogni aspetto che riguardi la scuola e l’istruzione.
Scuola e istruzione per il loro rilievo simbolico rappresentativo dell’unità culturale del Paese e per la funzione strategica di trasmissione ed elaborazione della cultura nazionale, in nessun aspetto possono essere devolute alle potestà regionali.
Il fatto stesso che si continui, da parte dei Ministeri competenti, a non pronunciarsi su questo argomento e che anzi le Regioni richiedenti continuino a pretendere poteri anche su aspetti che ritengono a torto di secondaria importanza - quali il diritto allo studio, edilizia scolastica, Istruzione e formazione professionale, Istruzione Tecnica superiore, corsi di specializzazione, formazione delle classi – prova quanto vi sia di “non detto” e di opaco nel processo devolutivo che si vuole avviare.
Noi ricordiamo: il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nell’Intesa del 24 aprile 2019 sottoscritta con i Sindacati rappresentativi della Scuola e dell’Istruzione, ha escluso questi settori dal processo di Autonomia differenziata.