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Avvio del nuovo anno scolastico e accademico e riprogrammazione dei fondi europei: la FLC CGIL scrive ai Ministri dell’economia e dell’istruzione, alla Conferenza delle Regioni, all’Anci e all’UPI

Utilizzare al più presto le risorse già disponibili per garantire investimenti in sicurezza, diritto allo studio e qualità dell’offerta formativa.

23/06/2020
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In questi giorni la discussione sul tema della ripartenza delle attività didattiche in presenza sta diventando sempre più centrale nel dibattito pubblico del nostro Paese. I provvedimenti legislativi fin qui adottati, sono largamente insufficienti sia in termini di risorse che di azioni da mettere in campo. Manca, inoltre, una visione complessiva su come debba avvenire questa ripartenza che metta insieme la ripresa delle attività in presenza, la sicurezza rispetto a una possibile recrudescenza della pandemia, il diritto allo studio, l’attivazione di percorsi finalizzati a recuperare quanto perduto durante la fase della didattica a distanza.

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L’aspetto più problematico è rappresentato dalle risorse. A nostro parere lo strumento più efficace è quello della “riprogrammazione” delle risorse dei fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 prevista dai recenti Regolamenti dell’UE (in particolare il Regolamento 558/20) recepiti nel Decreto Legge Rilancia Italia (D.L. 34/20), che, tra l’altro, consente un’applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi UE liberando risorse ingenti da utilizzare per interventi correlati all’emergenza epidemiologica.

Per sollecitare scelte in questa direzione il segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli ha inviato una lettera al Ministro dell’Economia e Finanze, Gualtieri, alla Ministro dell’Istruzione, Azzolina, al Presidente della Conferenza delle Regioni, Bonaccini, al Presidente dell’Anci, De Caro, al Presidente dell’UPI, De Pascale, e a tutti gli assessori regionali e delle province autonome con delega all’istruzione.

____________

Roma, 22 giugno 2020

Al Prof. Roberto Gualtieri
Ministro dell’Economia e delle Finanze

Alla Prof.ssa Lucia Azzolina
Ministra dell’Istruzione

Al Dott. Stefano Bonaccini
Presidente della Conferenza delle Regioni

Al Dott. Antonio De Caro
Presidente dell’Anci

Al Dott. Michele De Pascale
Presidente dell’UPI

e p.c. Agli Assessori regionali e delle Province Autonome all’Istruzione

Oggetto: Ripresa delle attività didattiche in presenza nelle scuole a.s. 2020/21. Utilizzo dei fondi europei (Riprogrammazione dei fondi SIE 2014-2020, Recovery fund, Mes, ecc.)

Gent.mi,

la ripresa delle attività didattiche in presenza a partire dal prossimo mese di settembre rappresenta, la più grande sfida che questo Paese ha di fronte rispetto alla vicenda della pandemia che tanti lutti ha portato in molte famiglie.

La ripresa delle attività didattiche in presenza costituirà, inoltre, per gli alunni più piccoli lo strumento più efficace per poter riflettere su quanto avvenuto in questi mesi, socializzare ansie, paure, dolori e, soprattutto, per aiutarli ad affrontare le difficoltà economiche delle loro famiglie determinate dalla più grande crisi economica che l’Italia abbia mai vissuto dal secondo dopoguerra.

È chiaro a tutti che la riapertura deve avvenire nella massima sicurezza. Infatti, la scuola con tutte le sue difficoltà ha sempre rappresentato per le famiglie un luogo sicuro e affidabile nel quale la cura dei propri figli nella loro dimensione integrale (cognitiva, psicologica, emotiva, fisica) costituisce una fondata certezza.

Come organizzazione sindacale che rappresenta i lavoratori della scuola chiediamo alle istituzioni, in tutte le articolazioni, uno sforzo eccezionale per raggiungere l’obiettivo di una ripresa delle attività didattiche in presenza che metta insieme la sicurezza (ad es. classi e sezioni con numero fortemente ridotto di studenti), con un’offerta didattica che non lasci indietro nessuno a partire dagli studenti provenienti dalle situazioni familiari più fragili, per i quali la didattica a distanza ha significato semplicemente abbandono e insicurezza. In questo senso, uno strumento fondamentale per aiutarli è rappresentato, indubbiamente, dal mantenimento e ampliamento del tempo scuola.

Per fare tutto questo servono, in tempi rapidi, molte risorse. A nostro parere lo strumento più efficace è quello della “riprogrammazione” delle risorse dei fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 prevista dai recenti Regolamenti dell’UE (in particolare il Regolamento 558/20) recepiti nel Decreto Legge Rilancia Italia (D.L. 34/20, art. 242), che, tra l’altro, consente un’applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi UE liberando risorse ingenti da utilizzare per interventi correlati all’emergenza epidemiologica.

Alla luce di tali disposizioni chiediamo che non solo a livello nazionale, in particolare per quanto attiene al PON Per la Scuola”, ma anche a livello regionale, per quanto attiene POR FSE o risorse FSE dei POR plurifondo, vengano riprogrammate cospicue risorse per la costituzione di un organico di emergenza del personale docente e ATA con l’assunzione di personale a tempo determinato per l’a.s. 2020/21, utilizzando le varie tipologie di graduatoria previste dalla normativa di settore. Queste risorse potrebbero essere messe in sinergia con il Fondo di cui all’art. 235 del D.L. 34/20 che, a nostro parere, deve contribuire alla costituzione del citato organico di emergenza.

Tale proposta

  • può facilmente armonizzarsi con eventuali ulteriori iniziative su tematiche specifiche che le autonomie scolastiche possono promuovere in collaborazione con enti e associazioni del terzo settore
  • deve essere accompagnata da un piano straordinario di formazione del personale impegnato nelle attività didattiche in presenza e attività correlate e/o di supporto con oggetto il rapporto tra approcci didattici/organizzazione degli spazi-strumenti/ garanzia della sicurezza.

Naturalmente gli interventi necessari per una ripresa delle attività didattiche in presenza e in sicurezza, sono tanti, ma quello sopra descritto rappresenta l’intervento decisivo senza il quale ogni proposta risulterà priva di spessore e destinata a fallire.

L’altro grande tema è rappresentato dagli interventi di edilizia scolastica che nella fase emergenziale potremmo dividere in interventi di manutenzione e adattamenti edilizi, arricchimento delle dotazioni strumentali e tecnologiche, interventi di ristrutturazione/ricomposizione degli spazi al fine di osservare le prescrizioni definite dalle autorità sanitarie. Anche in questo caso è necessario individuare strumenti che consentano di realizzare gli interventi in tempi rapidi. Nel 2018, come è noto, oltre l’82% dei comuni ha approvato un avanzo di amministrazione, cioè libero. Inoltre, in base alle stime elaborate dalla Corte dei Conti, i consuntivi comunali per il 2019 dovrebbero presentare risultati di amministrazioni migliori di quanto rilevato nel 2018. Si tratta di risorse che, almeno in parte, specie nei comuni con avanzi molto cospicui, possono essere impiegate per far fronte all’attuale emergenza e per il finanziamento (spesa in conto capitale) di importanti interventi infrastrutturali tra cui quelli di edilizia scolastica rappresentano un elemento fondamentale, anche se permane una bassa capacità di spesa degli enti locali. Per i comuni in disavanzo, fondamentalmente nel Mezzogiorno, invece è necessario un sostegno in termini finanziari, progettuali ed esecutivi da parte dello Stato Centrale. Situazioni analoghe riguardano le province e le città metropolitane. Alla luce di quanto detto proponiamo che vengano adottate urgentemente norme che consentano di utilizzare una parte di tali risorse finalizzandole all’obiettivo della riapertura a settembre delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado.

Tutto quanto sopra definito è finalizzato anche a traghettare il Paese verso le scelte strategiche sull’utilizzo delle cospicue risorse che potrebbero giungere dall’Unione Europea (Recovery Fund, Mes, ecc.). Siamo perfettamente consapevoli che per la ripartenza sarà importante tenere presente la interrelazione tra i diversi fattori: attività produttive, trasporti, scuola, tempi di percorrenza. Siamo altrettanto convinti che gli investimenti diretti nel sistema pubblico di Istruzione e Ricerca devono rappresentare una delle priorità strategiche del nostro Paese e che le risorse europee rappresentano un’occasione storica tenuto conto che le scelte sulla loro finalizzazione orienteranno in maniera significativa il modello di sviluppo dei prossimi anni.

Per questo sarà necessario investire

  • nella costruzione di nuove scuole,
  • sul personale a partire dagli organici e dalla formazione coerenti con le sfide sociali e ambientali che anche il sistema di istruzione dovrà contribuire ad affrontare,
  • sulla costituzione di presidi sanitari in tutte le autonomie scolastiche quale elemento qualificante della ricostruzione/sviluppo del sistema sanitario territoriale di cui il Paese ha assolutamente bisogno anche nella fase post-emergenziale.

Come sindacato che rappresenta anche i lavoratori dell’università e dell’alta formazione artistica e musicale ricordiamo che l’intervento sul diritto allo studio in tali settori, appare davvero urgente. Infatti, arginata la situazione emergenziale con la didattica a distanza, è chiaro che la crisi economica costringerà tanti studenti a rinunciare agli studenti per l’impossibilità di pagare le tasse universitarie che ammontano nel 2020 a oltre 1,5 miliardi di euro. Tali risorse rappresentano peraltro una fonte di finanziamento importante per il sistema universitario. Il venire meno o una forte riduzione rischia di far implodere innanzitutto le istituzioni più fragili ma con conseguenze imprevedibili sull’intero sistema. Occorre evitare, per quanto possibile, tutto questo.

In conclusione, fallire in questo momento sul tema dell’Istruzione, dell’Università e dell’alta formazione avrebbe conseguenze pesantemente negative per le future generazioni. Non possiamo e non dobbiamo permetterlo

In attesa di un positivo riscontro anche al fine di ulteriori approfondimenti sulle proposte sopra descritte, invio

Cordiali saluti.

Il Segretario generale FLC CGIL
Francesco Sinopoli