Educazione alle relazioni: la FLC boccia il progetto Valditara
Il progetto illustrato dal Ministro colloca l’educazione di genere in caselle orarie extracurricolari, affronta la questione partendo dalle conseguenze, con un affondo sugli aspetti sanzionatori. La FLC CGIL rivendica il ruolo formativo della scuola e la necessità di strumenti per agire la propria autonomia progettuale.
Il Ministro Valditara ha presentato in conferenza stampa il progetto sperimentale “Educazione alle relazioni” rivolto alle scuole secondarie di secondo grado e finalizzato a costituire gruppi di discussione e autoconsapevolezza tra gli studenti sui temi della violenza di genere
L’attuazione del progetto vedrà il coinvolgimento dell’ordine degli psicologi, che tra l’altro collaboreranno con INDIRE per la formazione dei docenti, di esperti “qualificati” e di influencer noti nel mondo dei giovani. All’interno dei gruppi di discussione, corrispondenti alla classe, un docente assumerà il ruolo di moderatore. Le attività si svolgeranno in orario extracurricolare e avranno lo scopo di promuovere comportamenti di prevenzione contro ogni forma di discriminazione e violenza, approfondendo anche le conseguenze giuridiche e penali delle violazioni.
Al Fonags (Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola) è attribuito il compito di raccordare le modalità di attuazione dei percorsi con le esigenze rappresentate dalle famiglie.
Allo scopo sono stanziati 15 milioni a valere sui fondi PON.
La FLC CGIL riconosce l’importanza di affrontare nei curricoli scolastici temi quali il rispetto di genere e la sensibilizzazione contro gli abusi puntando sull’educazione come chiave di un cambiamento culturale reale e duraturo ma rileva l’assoluta necessità di generalizzare percorsi educativi trasversali, con obiettivi definiti e contestualizzati, rivolti alle alunne e agli alunni di ogni età, a partire dall’infanzia quando è ancora in fase precoce la strutturazione e il consolidamento della personalità e della vita relazionale.
Soprattutto occorre agire sinergicamente chiamando in causa tutte le agenzie che svolgono un ruolo educativo, a partire dalle famiglie e dalle comunità territoriali, evitando di scaricare sulla sola scuola l’intera responsabilità di un intervento che deve essere strutturale e continuativo.
Il progetto illustrato dal Ministro Valditara, al contrario, è rivolto esclusivamente alle ragazze e ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado e si articola in sedute di partecipazione collettiva per gruppi collocate in specifici momenti programmati in orario extrascolastico, in cui i docenti assumono anche la funzione impropria di psicoterapeuti. Si tratta di un’impostazione “specialistica” più che educativa in cui l’interesse si focalizza sui fenomeni anzichè sulle loro cause e sulla prevenzione, con un affondo sugli aspetti sanzionatori, in coerenza con le politiche messe in campo da questo governo nei confronti degli studenti e delle studentesse ed estranee al ruolo proprio della scuola.
È inaccettabile, inoltre, che al Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola venga attribuita una funzione di orientamento delle attività svolte all’interno dei progetti, condizionando le scelte progettuali delle scuole, e che i genitori siano chiamati in causa solo per l’acquisizione del consenso sottovalutandone il ruolo centrale in quanto primi corresponsabili dell’azione educativa nei confronti dei figli.
La FLC CGIL non concorda pertanto con il progetto del ministro Valditara ma, più in generale e come già evidenziato nelle osservazioni di merito già trasmesse, ritiene che per fare educazione alle pari opportunità e al rispetto delle relazioni, non serva una norma vincolante, tanto meno un progetto calato dall’alto e imposto come l’ennesima disciplina di studio, bensì la creazione di condizioni che consentano alle scuole - costrette a operare in ristrettezze di organici, di tempo, di risorse - di esercitare pienamente la propria autonomia e facoltà progettuale sempre, e non per rispondere ad un’emergenza di cronaca, anche in termini di “nuova narrazione” di genere.