Regno Unito, scontri tra studenti e polizia di fronte al Parlamento
Manifestazioni studentesche in tutto il paese e incidenti a Londra, mentre il Parlamento prova ad approvare la legge che porterà a 9.000 sterline il costo delle tasse universitarie.
Per la quinta volta in un mese gli studenti inglesi hanno dato vita ad una mobilitazione nazionale contro l'aumento delle tasse universitarie. Mentre il Parlamento sta discutendo la legge in numerose città del Regno Unito si stanno svolgendo presidi e manifestazioni. La più grossa a Londra, davanti al Parlamento, ha dato luogo a incidenti, con arresti e feriti, quando gli studenti hanno abbattuto le transenne che circondano Westminster entrando in contatto con i nutriti cordoni di polizia che controllano la Camera dei Comuni. La pesantezza dello schieramento poliziesco, in assetto da sommossa (cosa non usale per lo “stile” britannico), è conseguente alla sorpresa destata dal primo apparire di questo movimento studentesco, che un mese fa era stato sottovalutato nella sua ampiezza e dimensione e aveva avuto buon gioco nello sfondare i cordoni polizieschi che proteggevano la sede, presa d'assalto, del partito conservatore al governo. Le foto di agenzia mostrano oggi una polizia abbastanza brutale nel respingere a manganellate i ragazzi londinesi.
Il motivo della protesta è il rincaro delle tasse universitarie che vengono triplicate: dalle circa 3.000 sterline attuali (erano 1.000 nel 1998) a 9.000 previste dalla nuova legge (più di 10.000 euro). Presi di mira soprattutto i “centristi” del partito liberale, che aveva fatto del non aumento delle tasse la sua bandiera in campagna elettorale. I manifestanti sperano che alcuni deputati liberali (tra questi il numero 2 del partito) votino contro la legge unendosi all'opposizione dei laburisti e dei partiti delle minoranze nazionali e facciano così venire meno la maggioranza sul provvedimento.
Il movimento, nato in maniera spontanea, ma arrivato a coinvolgere anche gli studenti delle scuole secondarie superiori e financo inferiori, gode ora dell'appoggio del potente “sindacato” degli studenti NUS, il cui leader dice che se passa queste legge le università britanniche saranno le più care del mondo.
Attenzione al movimento britannico è dedicata da tutta la stampa internazionale: i siti delle principali testate europee riportano già la notizia delle manifestazioni e degli scontri. Il Guardian dedica una diretta (live coverage) alla giornata.
Il giornale francese Le Monde ne approfitta per abbozzare una panoramica della situazione in Europa citando oltre al Regno Unito la situazione italiana, irlandese e spagnola.
In merito all'Italia Le Monde dice che qui più che le tasse a muovere gli studenti è l'opposizione alla riforma Gelmini e ai suoi tagli.
In Irlanda le tasse universitarie sono aumentate di un 25% e si collocano intorno ai 2.000 euro. Il governo sta studiando come scaglionare questo aumento, ma la Irish Union of Students parla di una Pearl Harbour dell'educazione irlandese.
In Spagna le tasse, fissate dalle autorità regionali nel quadro di una disposizione nazionale, sono relativamente basse per una laurea breve (tra i 600 e i 1.000 euro) ma salgono a 2.500 euro per una laurea lunga.
Le Monde non parla della situazione in Francia, ma solo un mese fa gli studenti francesi, dall'università fino alle scuole medie, erano nelle strade a manifestare in massa contro un futuro di disoccupazione in coincidenza con le proteste generali contro l'allungamento dell'età pensionabile.
E va ricordato che fino ad un anno fa le università di Germania, Austria e persino di qualche parte della Svizzera, erano in agitazione sulla questione degli accessi (numero chiuso e quant'altro). Su questo movimento anche l'Internazionale dell'Educazione aveva preso posizione dicendo ai governi: salvate l'istruzione non solo le banche!