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Francia: la posizione dello sgen-cfdt sulla riforma dei licei

Una condivisione di fondo delle ipotesi della commissione ministeriale sulla riforma dei licei, con qualche critica sui tempi di attuazione e qualche attenzione in più sul profilo disciplinar da parte del sindacato di categoria della “Cisl francese”.

15/10/2008
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La riforma dei licei francesi fa discutere i sindacati. Se lo Snes-Fsu, il principale sindacato della secondaria,pur non essendo contrario per principio, fa una critica ampia e serrata al progetto che sta prendendo corpo al ministero, il piccolo ma dinamico e prestigioso Sgen-Cfdt (in passato alcune sue elaborazioni ispirarono le misure del ministro socialista Savary) appare più favorevole. In sostanza, dice lo Sgen, se alle intenzioni seguiranno i fatti, in particolare per quel che riguarda l’impegno per il successo scolastico degli alunni e il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale, le soluzioni adottate potrebbero corrispondere ad alcune rivendicazioni che da tempo lo Sgen stesso porta avanti.

In particolare lo Sgen si trova d’accordo con una seconda (il primo anno del liceo si chiama così) che evolva in direzione di una vera e propria esplorazione e di un ciclo terminale che rafforzi le caratteristiche di specializzazione, con una dimensione semestrale dei moduli di circa 50 ore per modulo,con i blocchi di insegnamento individuati, e anche con l’orario complessivo annuo che ammonterebbe a 972 ore, in media con i paesi OCSE.

Lo Sgen tuttavia mette in guardia rispetto al fatto che i moduli di accompagnamento non si traducano in percorsi d’elite e perora la causa per cui i moduli generali divengano invece una vera propria area comune, tale da garantire uno zoccolo culturale più uniforme e omogeneo tra tutti gli allievi. Ritiene anche che le ore che avanzano dalla riduzione da 30 a 27 settimanali non debbano dare luogo a tagli ma essere reinvestite in un incremento di opzioni nel blocco degli insegnamenti cosiddetti di accompagnamento.

Lo Sgen sembra invece concordare con lo Snes e con tutto il fronte intersindacale sulla richiesta di tempi più lunghi per l’attuazione della riforma, che il governo invece vorrebbe forzatamente avviare a settembre 2009: tutto ciò per evitare tempi di negoziazione forzati, per portare avanti un’attuazione condivisa e per realizzare momenti formativi con la categoria.

Roma, 15 ottobre 2008

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