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Social Forum Mondiale. I sindacati europei all'isola di Goree

Per non dimenticare, perché non accada mai più.

14/02/2011
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A qualche chilometro di mare, proprio di fronte a Dakar, si trova l'isola di Goree, un luogo che per alcuni secoli é stato uno dei più grandi mercati degli schiavi del mondo. Qui c’é ancora, ed é divenuta un museo, la “casa degli schiavi” dove milioni di neri aspettavano il loro turno per essere trasportati in America, da dove non sarebbero più tornati.

È una casa piccola, ma i suoi muri racchiudono mille segreti, patimenti, storie e desideri. Vi é subito dopo l’ingresso un patio principale con due scale circolari, intorno vi sono dalle celle per le donne e gli uomini: minuscoli cubicoli, a volte privi di finestre, dove venivano ammassati centinaia di schiavi mentre aspettavano di essere imbarcati. Vi sono anche due locali per la mensa, per il poco cibo offerto ed altre due, oggi usate come museo. Il momento più impressionante é quando si arriva, dopo avere percorso qualche decina di metri di un piccolo sentiero di pietra, semibuio, alla “porta del non ritorno” che immetteva direttamente sulla riva del mare e conduceva gli schiavi alle imbarcazioni. Da lì venivano imbarcati e non tornavano piú. Il loro destino era l'America, dove avrebbero lavorato fino alla morte. Passare oggi questa porta trasmette forti sensazioni perchè fa rivivere le le dure emozioni degli schiavi in partenza. Così come quando si entra in una delle celle, dove é difficile pensare che tante persone fossero ammassate. All’entrata  della casa é stata posta una statua con un  tamburo molto grande e con uno schiavo che rompe le catene, simbolo della libertá, ottenuta solo nel 1848, quando la Francia vietò la schiavitù.

Questa isola e questi luoghi sono il simbolo della schiavitù delle popolazioni nere. Sono luoghi che nel 1978 sono stati dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura,  per ricordare quanto avvenne fino al 1848, anno della abolizione della schiavitù.

La storia ci dice che nel corso di tre secoli sono partiti tra i 12 ed i 15 milioni di schiavi: è’ un luogo di alto valore simbolico che al pari di Auschwitz e del Museo della Shoa rappresenta una indelebile memoria di crimini e sofferenza. Un’’isola-memoria del vergognoso commercio ha privato il continente nero in tre secoli di tanti esseri umani, sei milioni dei quali sono morti per le privazioni o i maltrattamenti.

Il 7 febbraio, giornata dedicata dal World Social Forum alla Diaspora Africana, la CGIL (con ARCI, Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole,Tavola della Pace, Coordinamento Italiano Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani,   Fondazione Angelo Frammartino, Progetto Sviluppo, ARCS,  AUSER, INCA, Legambiente, UISP  - Italia, ABVV-FGTB, SOLIDAR, ITUC/CSI - Belgio, CUT - Brasile, CCOO – Spagna,  CGT – Francia) ha incontrato i responsabili della casa degli schiavi e le autorità locali di Goree.

Il Segretario Confederale della CGIL, Nicola Nicolosi ha sottolineato che “Il nostro desiderio è di gemellare Gorée e l'insieme di associazioni, sindacati, reti europee ed africane, per  realizzare un progetto finalizzato alla promozione dei diritti umani e dello scambio culturale tra giovani, all'interno della rete internazionale dei luoghi della Memoria”.

Quindi ha ricordato che  “i promotori si impegnano quindi a mettere a disposizione le proprie reti associative, le proprie esperienze, favorendo scambi culturali, opportunità di formazione e di cooperazione tra giovani, mettendo in rete le tante iniziative che già ci vedono impegnati in questa direzione; “il treno della memoria ad Auschwitz”, il parco di Monte Sole a Marzabotto, il museo della Shoa a Gerusalemme, la casa degli schiavi nell'Isola di Gorée, i centri di accoglienza dei migranti nella Domiziana, le cooperative della legalità in Sicilia e Calabria, verso Genova luglio 2011, la marcia per la pace Perugia – Assisi, Mostar e Srebrenica, e tanti altri luoghi ed iniziative da cui passare, contaminandosi,  per costruire una solida idea di cittadinanza globale, di pace e di giustizia".

Una targa a ricordo è stata posta all'entrata della casa degli schiavi a ricordo del sacrificio di milioni di uomini e donne africane, vittime della schiavitù, transitate nella piccola isola di Gorée. Nicolosi ha concluso: “la targa che oggi poniamo qui oggi significa una riaffermazione del nostro impegno di lavoratori, di sindacati e di forze e associazioni democratiche a voler proseguire su questa strada. Sì, noi siamo convinti che costruire un altro mondo è possibile".

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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