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I lavoratori pubblici guadagnano di più? Non è vero

La risposta della FLC CGIL ai dati pubblicati nel rapporto sulla divergenza degli stipendi pubblici dall'Osservatorio sui conti pubblici italiani.

18/12/2017
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Fa molto rumore sui media la differenza retributiva tra in settori privato e pubblico a favore di quest’ultimo.

La notizia è stata diffusa dall' Osservatorio CPI sui conti pubblici, diretto dall’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, nel rapporto "La divergenza degli stipendi pubblici".

Vorremmo dire molto rumore per nulla.

Paragonare tout court gli stipendi pubblici e privati è un’operazione fuorviante. Tra i 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici, nella vulgata “statali” anche se dipendono dagli enti locali, vi sono, come del resto riconosce l’Osservatorio, la massima dirigenza amministrativa, i magistrati, i militari, ma anche i medici, i professori, i ricercatori. Professionalità alte e, soprattutto nei settori della conoscenza, sottopagate. Forse sfugge a Cottarelli che molti “cervelli in fuga” non tornano anche per le basse retribuzioni offerte.

Lo dimostra il fatto che nel pubblico impiego e in particolare nel comparto “Istruzione e Ricerca” oltre il 45% dei dipendenti fruisce del famoso bonus fiscale Renzi di 80 euro, proprio per l’esiguità delle loro retribuzioni che non superano i 26 mila euro lordi.

Infine, gli 8 anni di blocco dei contratti hanno portato una perdita media del potere d’acquisto in termini reali dei settori della conoscenza pari al 7,3%.

Ma gli argomenti non finiscono qui. La scheda che pubblichiamo, contiene una tabella di fonte Aran, che dimostra il contrario di quanto sostiene la ricerca del gruppo di Cottarelli.

E tuttavia in un momento in cui si sta faticosamente riaprendo la stagione dei rinnovi contrattuali pubblici, le dichiarazioni riportate dai giornali che la forbice tra pubblico e privato sia addirittura immotivata anche in presenza di laureati e professionalità alte, in quanto nel pubblico non ci sarebbe concorrenza, sa molto di ideologico e poco di scientifico.

Quello che mette fuori controllo la spesa pubblica, che “crea voragini”, non sono i rinnovi contrattuali, fermi da 8 anni, un freno alla ripresa dei consumi, ma gli sprechi, a cui lo stesso Cottarelli non è riuscito a mettere freno. E sono gli atti unilaterali del Governo e della politica. Ben venga, allora, il rinnovo contrattuale che porterà finalmente trasparenza nell’andamento delle retribuzioni, nonostante il risicato stanziamento che non coprirà totalmente le perdite subite dai lavoratori.

Nei prossimi giorni avremo modo di ritornare sull’argomento con ulteriori approfondimenti.