Il fascicolo FLC CGIL per i lavoratori della conoscenza
Novità e questioni emergenti: cosa sapere prima della ripartenza.
La FLC CGIL pubblica un unico, nuovo strumento per tutti i lavoratori di Scuola, Università, Ricerca, AFAM e i settori privati della conoscenza accompagnato da una premessa della Segretaria Generale Gianna Fracassi.
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Care colleghe, cari colleghi,
Il fascicolo che presentiamo tiene conto delle principali novità nei settori della conoscenza e rappresenta un utile strumento per conoscere, oltre ai contenuti, gli orientamenti e i giudizi della nostra organizzazione. Nel rimandare l’approfondimento alla lettura delle pagine che seguono, mi interessa sottolineare alcuni aspetti che ritengo importanti per il nostro lavoro nei mesi a seguire.
La prima novità da sottolineare è la sottoscrizione a luglio dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale per il triennio 2019-2021 e ora in corso di certificazione. Il contratto appena chiuso rappresenta un ulteriore passo per riconquistare la piena contrattualizzazione del rapporto di lavoro, messa in discussione, oltre che dal blocco decennale dei contratti, da continue invasioni normative che, dal 2008 in poi, hanno stravolto il rapporto tra legge e contratto. Un rinnovo che si attuerà definitivamente con le sequenze contrattuali a partire da settembre. Importante ricordare che, (soprattutto per il settore ricerca) anche alla luce dell’ordine del giorno al decreto-legge Pa Bis, che impegna il Governo a finanziare gli enti non vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), la sequenza riguarderà aspetti molto rilevanti come la valorizzazione professionale del personale di tutti gli Enti di ricerca, anche di quelli non vigilati dal MUR. Il nostro impegno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sarà volto, oltre a chiudere le partite ancora aperte con le sequenze, a dare battaglia per sostenere la vertenza per il rinnovo contrattuale 2022-2024 e quindi a conquistare le risorse necessarie per tutelare gli stipendi dall’erosione determinata dall’inflazione e per valorizzare il lavoro nei settori della conoscenza. La Legge di Bilancio, che sarà presentata nel mese di ottobre, dovrà dare queste risposte oltre che investire nei nostri settori.
I settori della conoscenza continuano ad avere un alto tasso di precarietà. Nonostante le lotte - molte delle quali vinte - per le stabilizzazioni e le immissioni in ruolo, c’è un disinvestimento strutturale che è il fondamento della condizione di precariato. La FLC CGIL non intende arretrare su questo punto così come sulla progressiva equiparazione delle tutele tra il personale: per noi ‘Stesso lavoro, stessi diritti’ non è solo un vuoto slogan ma un obiettivo politico e contrattuale identitario.
Il Governo di destra, in carica da meno di un anno, ha annunciato una serie di riforme, alcune delle quali legate all’attuazione del PNRR. In particolare, sul settore scuola però la piegatura di parte di questi interventi rischia di riproporre schemi ideologici già conosciuti (e respinti) nel corso degli anni. Dal tutor al nuovo liceo del Made in Italy, fino alla riforma della filiera (sic) tecnico e professionale, è soprattutto sulla secondaria di secondo grado che si stanno appuntando le attenzioni del Ministro, con proposte non condivisibili che evidenziano una visione arretrata sia delle necessità della scuola italiana ma soprattutto delle soluzioni. In questa fase sarebbe importante avere uno sguardo lungo per coniugare riforme e obiettivi del nostro sistema formativo alla luce delle grandi sfide che impegneranno, non solo il nostro Paese, ma il mondo: dall’intelligenza artificiale, alla riconversione verde, alla digitalizzazione. Tutti questi processi collocano al centro dello sviluppo del Paese la scuola, l’università, la ricerca e l’AFAM. Tenere gli occhi rivolti all’indietro, non solo non risponde alle reali necessità - di investimento da un lato e di valorizzazione dall’altro - ma rischia di far perdere occasioni importanti per ridefinire la specializzazione produttiva e di sviluppo dell’Italia.
In questo quadro va giudicato anche il disegno di legge sull’autonomia differenziata: una bandiera ideologica molto pericolosa per la tenuta democratica e sociale dell’Italia. In un contesto dove i divari si sono allargati ed estesi sia territorialmente che dal punto di vista sociale, la soluzione del Governo non è maggior coesione, ma la scelta egoistica di una autonomia ‘à la carte’. Manca ancora consapevolezza diffusa degli effetti diretti ed indiretti di questa cosiddetta riforma: anche questo dovrà essere il nostro compito nei prossimi mesi, oltre a sviluppare iniziative per opporci e per evitare che l’Italia diventi un Paese a venti velocità diverse.
La CGIL a partire da settembre ha messo in campo un’importante iniziativa di mobilitazione e di lotta sull’insieme di questi temi e in generale per l’affermazione dei diritti nel lavoro e per l’accesso alle infrastrutture di cittadinanza - sanità e istruzione e formazione in primis - per un fisco e un sistema pensionistico equo, per uno sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.
Sono sfide e obiettivi che riguardano tutti e tutte. La FLC CGIL e i lavoratori e le lavoratrici della conoscenza faranno la loro parte.
Buon lavoro.