Le proposte del Dipartimento Funzione Pubblica per la modifica dei concorsi nel pubblico impiego e le possibili ricadute sulla scuola
Occorre avviare subito il confronto con le organizzazioni sindacali per un approfondimento sul tema.
Le modalità proposte dal Ministro Brunetta con il DL 44/2021 sulla semplificazione dei concorsi della pubblica amministrazione possono essere applicate anche alla scuola, per cui pongono una serie di problematiche, relative sia ai concorsi già banditi – per i quali non sia ancora stata espletata alcuna prova - che a quelli futuri.
Concorsi già banditi e non ancora avviati
Nel comparto scuola sono stati banditi ma non avviati, a causa dell’emergenza COVID, ben tre concorsi:
- il concorso ordinario per esami e titoli del personale docente della scuola secondaria
- il concorso ordinario per esami e titoli del personale docente della scuola dell’infanzia, e primaria
- il concorso straordinario abilitante della scuola secondaria
Nei casi di concorsi banditi, ma non ancora avviati, il DL 44/21 prevede la possibilità di una riapertura del bando per apportare le seguenti possibili modifiche:
- semplificazione delle prove, con lo svolgimento di una sola prova scritta e una eventuale prova orale (che quindi può diventare facoltativa)
- inserimento di una fase di valutazione dei titoli ai fini dell'ammissione alle fasi successive; titoli ed esperienza professionale possono concorrere al punteggio finale (ma questo nei concorsi ordinari della scuola è già previsto)
- utilizzo di prove non contestuali (salvaguardando trasparenza e omogeneità delle prove somministrate, in modo da garantire il medesimo grado di selettività tra tutti i partecipanti)
- possibilità di svolgere in videoconferenza la prova orale
Il ricorso alla valutazione preliminare dei titoli e la semplificazione delle prove richiedono comunque una riapertura del bando e dei termini di partecipazione.
Le nostre valutazioni
L’esigenza di uno snellimento dei concorsi ordinari è condivisibile, soprattutto se si considera l’alto numero dei partecipanti a questi concorsi e la conseguente tempistica assai lunga.
Le prove preselettive dei concorsi ordinari hanno un impianto iper-selettivo e non meritocratico, tanto che si prevede di ammettere allo scritto un numero di candidati pari a tre volte i posti, a prescindere dal voto riportato nella prova. Quindi parliamo di un meccanismo che ha la sola funzione di ridurre i candidati. Tuttavia la valutazione preliminare dei titoli potrebbe produrre l’effetto di escludere tanti candidati che non hanno acquisito titoli come master, dottorati e simili per mancanza di tempo o risorse e non per demerito.
Inoltre la valutazione dei titoli ai fini dell’ammissione alle fasi successive è già stata sperimentata con esito fallimentare nel concorso per dirigente scolastico bandito nel 2004 (con esteso contenzioso motivato dal carattere discriminante della procedura).
L’eventuale riapertura dei bandi potrebbe essere condivisibile se andasse nella direzione di una semplificazione a vantaggio di tutti i soggetti interessati, ad esempio con la riduzione degli scritti o l’eliminazione della prova orale.
Rileviamo come questa semplificazione non sarà comunque in grado di impattare sulle oltre 100 mila cattedre scoperte che avremo il 1° settembre prossimo, ragion per cui il tema della stabilizzazione dei precari con una procedura per titoli, formazione e prova finale rimane per noi assolutamente prioritaria.
Infine non passa in secondo piano l’esigenza di una revisione complessiva del sistema di formazione in ingresso, con la nostra proposta, che ribadiamo, di avviare percorsi abilitanti a regime (senza selezione in ingresso per i docenti con 3 anni di esperienza e i docenti di ruolo su altro grado/classe di concorso), ma aperti a tutti e banditi ogni anno con regolarità.
Solo una radicale revisione del sistema di reclutamento potrà garantire solide competenze professionali in ingresso ai futuri docenti ed evitare il riformarsi di sacche di precariato tra i docenti non abilitati.
Concorsi futuri
Per i futuri concorsi che saranno pubblicati successivamente all'entrata in vigore del DL 44, sono previste le seguenti modalità:
- una sola prova scritta
- una prova orale, che fino al permanere dello stato di emergenza può essere omessa
- una fase di valutazione dei titoli ai fini dell'ammissione alle fasi successive
- uso degli strumenti informatici
Sono altresì definite come modalità eventuali:
- decentramento delle sedi
- eventuale videoconferenza per le prove orali
- possibilità che titoli ed esperienze professionali possano essere utilizzate ai fini del punteggio finale
- eventuale non contestualità delle prove garantendo trasparenza e omogeneità delle prove stesse
Ferme restando le considerazioni già espresse, anche per i futuri concorsi possono essere considerate migliorative tutte le proposte che semplificano le procedure e riducono il numero delle prove. Il riconoscimento dell’esperienza rimane per noi un elemento qualificante e positivo, purché si tratti di esperienze maturate nell’attività di insegnamento curricolare per i docenti e nell’attività di servizio nel profilo per il quale si espleta la procedura concorsuale per il personale ATA.
Va infine sottolineato che la mole dei contenziosi che hanno accompagnato ciascuna fase delle ultime tornate concorsuali, rimettendo continuamente in discussione i diritti acquisiti attraverso le modifiche delle graduatorie, fa ritenere preferibile una semplificazione della procedura che assicuri qualità, trasparenza, omogeneità delle prove. Siamo quindi pronti a dare il nostro contributo in sede di discussione parlamentare per un miglioramento del testo di legge.
Nell’immediato, ai fini della ripresa dell’anno scolastico, resta l'esigenza di un provvedimento specifico sulla scuola che abbracci precari, organici, mobilità, facenti funzione.
Solo dopo aver assicurato l’assunzione dei precari triennalisti, si potrà valutare l’introduzione, a regime, delle semplificazioni previste dalla proposta della FP.