Lettera di Berlusconi all’Unione europea: zero crescita e meno diritti per i lavoratori
Ennesimi tagli ai settori della conoscenza, libertà di licenziare e intervento sull’età pensionabile.
Nella lettera del Governo italiano all’Unione Europea si conferma il disegno persecutorio nei confronti dei lavoratori.
Secondo Berlusconi la crescita fa rima con licenziamenti, nel pubblico come nel privato. La crescita fa rima con abbassamento dei diritti e delle tutele. Questa è la trita ricetta che viene propagandata dai riformisti vecchi e nuovi e che adesso troviamo nero su bianco nella lettera alla UE.
E’ davvero ridicolo poi l’uso delle parole per nascondere ulteriori tagli.
Accrescere l’accountability (rendicontazione) delle scuole = classifica sulla base dei test Invalsi e per quelle che non raggiungono risultati (magari perché collocate in situazioni di periferia o contesti marginali o difficili o ancora in semplicemente in difficoltà per effetto dei tagli effettuati dal Governo, 9 miliardi in 4 anni) processi di ristrutturazione, vale a dire ulteriori riduzioni alle risorse.
Valorizzazione professionale dei docenti = aumento delle ore di insegnamento e quindi ulteriori tagli agli organici.
Aumentare la competizione nelle Università già vessate dal taglio ai fondi ordinari significa solo e semplicemente che per trovare le risorse si dovranno aumentare le rette, cosa tra l’altro esplicitamente scritta nella missiva.
Efficienza della pubblica amministrazione = mobilità forzata e cassa integrazione per il personale, secondo il noto teorema “meno diritti per tutti”.
Infine riforma della legislazione del lavoro che significa libertà di licenziare e revisione delle tutele previste dallo Statuto dei lavoratori.
Il senso di queste misure è chiarissimo, il conto lo pagano sempre gli stessi. Nessuna riforma fiscale nel segno dell'equità, non una parola sulla patrimoniale o sulla lotta all’evasione fiscale.
Un attacco di questa natura vedrà la FLC CGIL in campo per tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori. Un attacco di questa natura necessita di una risposta altrettanto forte e, auspichiamo, unitaria di tutte le organizzazioni sindacali.
Nei prossimi giorni renderemo note le iniziative di mobilitazione e di lotta.