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ANCI: Nel gioco dell’oca con il Miur i Comuni tornano sempre al punto di partenza

Forse la puntuale attenzione dei Comuni alle recenti vicende della scuola ha infastidito a tal punto che si vuole ridurre l’ambito del buon governo locale della scuola ad una serie infinita di ricorsi e di sentenze.

27/12/2004
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A chi giova un pesante clima di conflittualità tra le scuole e i loro Comuni?

Forse la puntuale attenzione dei Comuni alle recenti vicende della scuola ha infastidito a tal punto che si vuole ridurre l’ambito del buon governo locale della scuola ad una serie infinita di ricorsi e di sentenze.

Non si può leggere che così la necessità di un Comune campano che ha dovuto far ricorso contro il mancato pagamento di una tassa dovuta e dell’ennesima sentenza della Corte di Cassazione, che ha ribadito l’assoluto diritto dei Comuni ad avere il pagamento della Tarsu delle scuole da parte del Ministero della Istruzione.

Come sanno bene gli addetti, ma forse è bene farlo sapere anche ai cittadini, dopo tre anni di tergiversazioni è stato raggiunto un faticoso accordo tra il Governo e i Comuni, con una mediazione, leggi decurtazione, pesante per le casse dei comuni specie i più piccoli, che hanno accettato di ridurre, già a monte, il 25% di quanto loro dovuto per la tassa dei rifiuti.

Anche così della somma complessiva, che dovrebbe ammontare a circa 200 milioni di euro, 400 miliardi delle vecchie lire, si è avuto il pagamento solo per una parte relativa all’anno 2002, dopo che il Tesoro ha reperito i soldi, li ha assegnati al Miur, che li ha suddivisi tra gli Uffici Scolastici Regionali, che a loro volta, dopo aver chiesto alle scuole quanto avrebbero dovuto dare ai Comuni, hanno assegnato loro il 75% del debito.

Per il 2003 alla fine dello stesso percorso, ci ha pensato il famoso decreto tagliaspese (detto Tremonti) a cancellare i crediti di quasi tutti i Comuni.

Per il 2004 invece di stanziare il 75% del dovuto, è stato stanziato un quarto, meno di 25 miliardi di vecchie lire.

E nel naturale compimento del disegno risparmiatore, per il 2005 la finanziaria non prevede alcun finanziamento.

C’è da meravigliarsi se i Comuni si rivolgano al magistrato che dà puntualmente loro ragione?

Negli ultimi anni la legge ha inserito a pieno titolo gli enti locali tra i soggetti responsabili della programmazione dell’offerta formativa, imponendo alla scuola dell’ autonomia di farsi carico delle necessità del territorio.

Le scuole autonome, collegandosi con gli enti locali, possono costruire progetti in cui l’unitarietà del processo educativo può rappresentare il più forte strumento di difesa e di rilancio della scuola, innalzare la qualità dei processi formativi, ridurre la dispersione, assicurare il giusto spazio all’infanzia, evitando il rischio di involuzione del nostro sistema scolastico cui può portare la forte e generalizzata diminuzione di risorse.

Ma se invece di percorrere questa strada, già di per sé faticosa, il rapporto tra le scuole e i Comuni deve destreggiarsi attraverso slalom giurisdizionali costosi e controproducenti, che al di là di chi vince, segnano pesantemente l’attività dei funzionari pubblici, costretti a difendere lo spazio di cui la norma li rende responsabili, allora è lo stato che non funziona.

L’Anci ha da tempo e più volte richiamato l’attenzione di tutti i Ministri interessati.

Non si tratta solo di dare seguito a sentenze, si tratta di restituire ai Dirigenti Scolastici e ai Sindaci lo spazio per gli accordi e le intese che servono alla scuola chiudendo una vicenda paradossale.

Roma, 27 dicembre 2004