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Confermato lo sciopero in Piemonte

CGIL.CISL.UIL. Scuola Piemonte e SNALS Piemonte hanno proclamato lo sciopero regionale di tutti i lavoratori della scuola per l’intera giornata del 19 marzo 2002.

13/03/2002
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CGIL.CISL.UIL. SCUOLA SNALS

PIEMONTE

Carissimi lavoratori,

CGIL.CISL.UIL. Scuola Piemonte e SNALS Piemonte hanno proclamato lo sciopero regionale di tutti i lavoratori della scuola per l’intera giornata del 19 marzo 2002.

Si tratta di una risposta seria ad una situazione grave: è in discussione la qualità della scuola e il tempo-scuola dei bambini e dei ragazzi. I tagli agli organici previsti dal decreto Moratti non si rifletteranno solo sulle condizioni di lavoro dei docenti ma andranno a impoverire l’offerta formativa delle scuole e toglieranno opportunità ai nostri giovani.

Considerando l’attuale organico di fatto, il taglio medio di due posti di lavoro per ciascuna istituzione scolastica si rifletterà su ciascuno di noi. Ogni classe, ogni sezione di scuola dell’infanzia, ogni corso sarà più povero.

E sappiamo bene che il taglio di oggi sui posti dei docenti rappresenta il preannuncio di quello che seguirà per il personale ATA domani, che, nonostante l’aumento dei carichi di lavoro conseguenti l’autonomia scolastica e il decentramento amministrativo, viene da anni costantemente penalizzato ed umiliato.

In una scuola abituata da anni ad un lavoro condiviso e collegiale, la riduzione di organico è sempre sottrazione di risorse per la progettualità, per l’integrazione, per l’insegnamento individualizzato, per le azioni positive per l’elevamento del successo formativo e contro la dispersione scolastica.

Nei giorni presenti le notizie sugli organici delle singole scuole stanno cominciando ad arrivare, così come arrivano le prime individuazioni dei perdenti posto. Tutta l’operazione si dovrebbe concludere all’inizio del mese prossimo ma allora, quando l’intero quadro sarà sotto i nostri occhi, sarà troppo tardi per fare qualcosa. E’ per questo motivo che oggi è indispensabile protestare in maniera forte e compatta. E’ con questa convinzione e con queste preoccupazioni che abbiamo dovuto dichiarare lo sciopero. Non possiamo permettere che non ci sia più alcun progetto, che sparisca la compresenza nei piccoli gruppi, che venga cancellata la lingua straniera nei primi anni della scuola elementare, che si riducano il tempo pieno e il tempo prolungato, che sparisca la sperimentazione dell’organico funzionale nella secondaria, che vengano accorpate tutte le classi di prosecuzione possibili ed immaginabili, che manchi il sostegno agli alunni in situazione di handicap.

Infine, non possiamo accettare che, alla luce delle modifiche normative introdotte, si aumenti a dismisura il numero degli spezzoni di cattedra non abbinabili tra loro perché ciò, a fronte di una più scarsa immissione in ruolo fa aumentare la quantità di coloro che lavorano per un ridotto numero di ore settimanali.

Il taglio di 8500 posti per i docenti non rappresenta soltanto una riduzione di posti di lavoro consistente ma anche un segnale molto preoccupante delle intenzioni e delle “attenzioni”del governo verso la scuola pubblica statale. Sono previsti, infatti, nei prossimi anni, altre decine di migliaia in meno con l’attuazione della proposta di riforma della scuola.

Lo sciopero ci vede impegnati oggi in una battaglia per gli organici. Questo è un tassello fondamentale, ma solo uno, dello scenario che ci si prospetta: la vertenza per maggiori risorse per la scuola pubblica statale e per i contratti dei dipendenti, la protesta contro un’ipotesi di riforma con contenuti inaccettabili, la controriforma degli organi collegiali rappresentano oggi gli altri punti cardine del nostro impegno.

La ritrovata unità d’azione delle sigle sindacali su obiettivi concreti ci pare un buon segnale nel momento in cui i lavoratori sono chiamati allo sciopero per rispondere conseguentemente alle azioni del governo.

Volantino

Roma, 13 marzo 2002