Così la vede l'Unità: Pressioni contro i professori che scioperano il 18 ottobre
Centinaia di assemblee sono in corso per organizzare lo sciopero generale nelle scuole. La partecipazione sarà grande», promettono i segretari della Cgil Scuola.
dall'"Unità" del 12 ottobre 2002
Per giorni però per viale Trastevere è esistito solo l’altro sciopero, quello del 14, indetto prima dalla Gilda, a cui hanno aderito a ruota, Cisl, Uil, Snals. Solo nelle ultime ore, con più di una settimana di ritardo e dopo la minaccia di denuncia da parte della Cgil, è partita la circolare che dà avviso dello sciopero del 18 ottobre, riconoscendone così la legittimità. Ma in molte scuole tarda ancora ad arrivare, a Oristano, per esempio, è stata resa nota solo in quattro scuole su cinque, mentre a Catania la metà delle scuole non l’ha ancora potuta vedere. E nel vuoto di informazione da parte del ministero, sono cresciute le voci e le pressioni a non scioperare. «Non lo potete fare quello sciopero è illegittimo». «Guardate che arriveranno le sanzioni». «Vi potrebbe costare dai cento ai cinquecento euro». Pressioni, sabotaggio, controinformazione. Ad opera degli altri sindacati di categoria, che sciopereranno il 14 ottobre, ma anche da parte dei dirigenti scolastici.
Presidi che fino all’altro ieri dicevano che il 18 ottobre non c’era nessuno sciopero della scuola, forti del silenzio di Viale Trastevere, ancora oggi insinuano sospetti di legittimità sulla data scelta dalla Cgil. «Non si può interrompere di continuo l’attività scolastica», si lamentano. Agitano sanzioni economiche, tentano di boicottare le assemblee. Qualcuno dice: «Ormai chi ha aderito allo sciopero del 14, non può ritirare la sua adesione per spostarla al 18». Centinaia di segnalazioni stanno arrivando alle sedi della Cgil e telefonate per chiedere chiarimenti. «C’è una paura diffusa che se qualche dirigente vorrà, potrà procedere contro chi ha scioperato», racconta un insegnante. «Ci siamo sentiti con le mani legate», racconta Maria, anche lei insegnante, da anni iscritta alla Cgil, che descrive così la situazione nella sua scuola, a L’Aquila, simile a quella di tante altre: «Fino a ieri c’era da una parte una circolare che annunciava lo sciopero del 14, dall’altra quella sulla mobilitazione del 18 tardava ad arrivare e le voci sulla mancata legittimità e sulle eventuali sanzioni avevano così buon gioco. Ieri infine la circolare è arrivata ma con una nota ai dirigenti scolastici che dice: “fate attenzione perché c’è una Commissione di garanzia che sullo sciopero del 18 si deve ancora esprimere”».
È così che trova sponda nell’iniziativa dei dirigenti scolastici la vera e propria campagna «contro», lanciata dai sindacati che sostengono lo sciopero del 14. Volantini e circolari contro lo sciopero «nemico», quello della Cgil. Mentre nelle assemblee Cisl, Snals, Unicobas, Gilda agitano lo spettro delle sanzioni. «Hai fatto presente ai colleghi i rischi ai quali vanno incontro se scioperano il 18 ottobre?», recita una «lettera aperta» dell’Unicobas che si informa: «Quanti, nella tua scuola sciopereranno il 18?». La Cisl non è da meno. Uno degli argomenti preferiti è: «Di qua c’è uno sciopero della scuola, di là uno sciopero generale». Oggetto: «Illegittimo lo sciopero della Cgil», si legge in uno dei tanti documenti fatti circolare in questi giorni via internet.
«Lo sciopero è pienamente legittimo», replica il segretario della Cgil Enrico Panini, «perché nessuna legge e nessun accordo impone una distanza minima da rispettare tra sciopero generale e sciopero di categoria. La verità è che alcuni stanno utilizzando questo argomento per boicottare la mobilitazione del 18. Si vuole impedire che sulla scuola si saldi un movimento generale che unisce gli insegnanti agli altri lavoratori e agli studenti - dice Panini -. Per questo si cerca di scoraggiare la partecipazione degli insegnanti, agitando lo spettro delle sanzioni». Sanzioni che non ci potranno essere in nessun caso, spiega il segretario della Cgil Scuola: «Sono previste solo per gli scioperi dichiarati senza preavviso. E nonostante la televisione italiana, l’avviso di questo sciopero viene dato da settimane a milioni di cittadini. Se la Commissione decidesse che doveva esserci una distanza tra lo sciopero di categoria del 14 e quello generale del 18 - cosa che finora non ha ancora fatto -, per i partecipanti al massimo ci potrebbe essere un avviso scritto che a quel punto noi come sindacato impugneremmo fin davanti alla Corte Costituzionale». Anche dal ministero della Funzione Pubblica gettano acqua sulla polemica: «Sarà la Commissione di Garanzia ad esprimersi. Ma quello che penso io - dice il sottosegretario Learco Saporito - è che non sia il caso di nascondersi dietro a restrizioni procedurali perché una contestazione come quella che vedremo la prossima settimana pone problemi di sostanza ed è con quelli che bisognerebbe confrontarsi».
Roma, 12 ottobre 2002