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Dall'UDS: No alla riforma Moratti. Mobilitiamoci!

Entro la metà di febbraio sarà definitivamente approvata dalla Camera dei Deputati la riforma della scuola della Ministra Moratti: i nostri peggiori incubi diventeranno Legge dello Stato!

10/02/2003
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Entro la metà di febbraio sarà definitivamente approvata dalla Camera dei Deputati la riforma
della scuola della Ministra Moratti:
i nostri peggiori incubi diventeranno Legge dello Stato!
Abolizione legge sull’obbligo scolastico: bisognerà scegliere tra i 13 e i 14 anni se continuare
ad andare a scuola o avviarsi verso un’attività professionale con competenze assolutamente
inadeguate per l’attuale mondo del lavoro.
Totale svilimento dell’istruzione professionale considerata di serie B…perché si sa la vera
Cultura (quella con la C maiuscola) la si impara solo nei licei…
Reintroduzione voto di condotta, che, in pratica, tornerà a fare media con il profitto!
Valutazione tra scuole…anzi più che valutazione, concorrenza sfrenata: ogni istituto si vedrà
attribuito un punteggio, poi passeremo a stilare la classifica tra le scuole da “retrocedere” e quelle
d’elite, aperte solo a pochi che possono permettersele.
Dulcis in fundo, il governo potrà emanare regolamenti per disciplinare una serie di situazioni della
vta scolastica SENZA passare dal parlamento (questo vuol dire delega): cambieranno la scuola come
vorranno e nessuno saprà nulla sino a cose fatte!
Il presidente del Consiglio Berlusconi sostiene che le critiche a tale progetto derivano dalla mancata
conoscenza del progetto di legge.
Beh, ma perché non ci hanno pensato prima?
Perché non hanno aperto un percorso di reale confronto con studenti e docenti?
Questa è una riforma blindata sin dall’inizio, che non ha conosciuto modifiche, se non quelle per
accontentare le varie anime della maggioranza: sin dagli Stati Generali di un anno e mezzo fa la Ministra
ha evitato il confronto con chiunque!
Una riforma che riporta indietro il nostro paese, cancellando l’obbligo scolastico, e che, di fatto,
persegue l’obiettivo di ridurre ai minimi termini la scuola pubblica italiana.
Le ricette dell’Organizzazione mondiale del commercio si fanno sentire anche qui…ma noi crediamo che
la scuola sia un diritto da garantire a tutti e non un servizio aperto solo a chi può permetterselo.
perché nessuno un domani possa dire che erano tutti d’accordo (succede anche questo in Italia…)
Per dire NO alla devolution
Per informazioni sulle prossime iniziative di protesta,
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