Documento della Segreteria Cgil sugli attacchi terroristici negli Usa
Gli orrendi atti di terrorismo che hanno colpito Washington e New York lo scorso 11 Settembre rivelano quanto aggressiva, inquietante ed inusitata sia la minaccia che incombe sulla convivenza pacifica in ogni parte del mondo, e come il fanatismo e i fondamentalismi, di cui le centrali terroristiche si alimentano, siano nemici di ogni percorso di riscatto economico e civile per i popoli più diseredati, oltre che antitetici ai valori di tolleranza e rispetto dei diritti individuali e collettivi che costituiscono la base di ogni assetto autenticamente democratico
Gli orrendi atti di terrorismo che hanno colpito Washington e New York lo scorso 11 Settembre rivelano quanto aggressiva, inquietante ed inusitata sia la minaccia che incombe sulla convivenza pacifica in ogni parte del mondo, e come il fanatismo e i fondamentalismi, di cui le centrali terroristiche si alimentano, siano nemici di ogni percorso di riscatto economico e civile per i popoli più diseredati, oltre che antitetici ai valori di tolleranza e rispetto dei diritti individuali e collettivi che costituiscono la base di ogni assetto autenticamente democratico.
La coscienza civile impone, perciò, che al corale sentimento di umana pietà per le vittime si accompagni il concreto impegno per sostenere una efficace azione di contrasto verso i responsabili. Vanno colpite le centrali terroristiche ovunque insediate, sconfiggendo complicità, connivenze e perverse solidarietà anche di carattere economico-finanziario.
A ciò necessita che sia restituita autorevolezza all'ONU e alle altre istituzioni sovranazionali e che si valorizzino tutte le sedi di concertazione e di dialogo fra gli Stati, utili a garantire che il ripristino della giustizia e della legalità non abbia il sapore della rappresaglia, della pura ritorsione. Ciò che va scongiurato è una azione di guerra che inevitabilmente colpirebbe gli inermi e alimenterebbe la spirale dell'odio e della vendetta.
Il rischio incombente che l'attuale situazione di grave crisi precipiti verso ulteriori azioni terroristiche, o verso uno "scontro di civiltà" le cui proporzioni e conseguenze sono oggi inimmaginabili, si scongiura soltanto chiamando tutti gli Stati e i loro governi ad assumere responsabilità nel ripristino della legalità internazionale e nella azione di prevenzione basata su un più equo e partecipato governo delle relazioni economiche e sociali su scala mondiale.
E' un impegno di lunga lena, che sconta ritardi, inadeguatezze ed anche opportunismi ed iniquità dei paesi più ricchi ed evoluti, ma che comunque impone determinazione e tempestività per avviare a costruzione un assetto del mondo più stabile, fondato sulla giustizia, sui diritti delle persone, sull'equità sociale.
A questo fine l'Europa può svolgere una grande funzione, adottando strategie comuni di politica estera in tutte le istituzioni sovra-nazionali; attivando iniziative diplomatiche dirette per promuovere pace e cooperazione, partendo in Medio Oriente dalla attuazione delle risoluzioni dell'ONU e degli accordi di Oslo, per risolvere uno dei più acuti focolai che alimentano la spirale di guerra e terrorismo; tutelando il modello di società aperta, liberale, fondata sui diritti, che la caratterizza, combattendo l'intolleranza etnica ed anche religiosa e la restrizione degli spazi di libertà di cui già si avverte il segno inquietante.
A questi valori e a questi obiettivi la Cgil richiama i suoi militanti, i suoi iscritti, i lavoratori e i pensionati tutti. La novità della situazione impone a ciascuno di assumere coscienza e responsabilità, consapevoli che schemi e certezze del passato non bastano più, che occorre costruire una nuova consapevolezza e porre le basi per una mobilitazione crescente e attiva per affermare un nuovo, più giusto e consapevole ordine mondiale.
Lo svolgimento del Congresso della Confederazione offre l'occasione per sviluppare queste riflessioni con il coinvolgimento di tutti gli iscritti.
Nel contempo rinnoviamo la sollecitazione a tutti i militanti della Cgil affinchè partecipino il prossimo 14 ottobre alla "Marcia per la pace Perugia-Assisi", appuntamento tradizionale di cui le Confederazioni sindacali sono da sempre tra i promotori, che riveste quest'anno un significato particolarmente alto.
Inoltre rinnoviamo il nostro impegno a predisporre, unitamente a Cisl e Uil, una importante occasione di confronto con i sindacati americani e ad intensificare il dialogo con i sindacati dei paesi dell'area del Mediterraneo e del Medio Oriente promuovendo iniziative comuni per la pace e la convivenza.
Roma, 1/10/2001