Domande al segretario generale della Cgil Scuola
L’intervista che di seguito pubblichiamo è apparsa sul numero di marzo della rivista Tuttoscuola
L’intervista che di seguito pubblichiamo è apparsa sul numero di marzo della rivista Tuttoscuola.
Roma, 30 marzo 2004
1) La Cgil è oggi il sindacato più forte del mondo della scuola. Come se lo spiega?
Con il voto per il rinnovo delle RSU dello scorso dicembre siamo di fronte, per più ragioni, ad un risultato storico: l’altissimo numero di votanti, l’incremento di consenso che si rivolge ai soli sindacati confederali, la Cgil Scuola che consegue un risultato straordinario. Sarebbe bene che i dati elettorali venissero analizzati attentamente da tanti che fanno politica sulla scuola e che spesso hanno in mente una categoria ben diversa da quella che si è espressa a Dicembre 2003 nel modo che ho richiamato prima. Le ragioni del nostro straordinario risultato risiedono nell’impegno costante e generoso che in questi tre anni abbiamo messo in campo a fianco delle RSU, in una posizione politica chiara e coerente contro ogni attacco alla scuola pubblica e nel giudizio molto netto sulle politiche scolastiche del governo, nel grande ruolo che la Cgil ha svolto in questi anni sui temi del sapere e della difesa dei diritti.
Tre elementi che ci hanno portato ad un incremento di oltre il 6% dei consensi rispetto al voto del 2000. A ciò si aggiunge un tesseramento in costante crescita .
Al riguardo, il 2003 si chiude con un incremento di oltre 6.000 nuove adesioni rispetto all’anno precedente.
2) La scuola dunque va a sinistra, ma al ministero c'è un esponente del centro- destra.....
La scuola va dove ci sono posizioni di merito che fanno della dimensione pubblica dell’istruzione e della qualità del sapere punti irrinunciabili. La scuola da consenso a chi si batte coerentemente su queste posizioni. In questo senso la scuola più che andare in una direzione boccia la politica scolastica del Ministro. Noi siamo contro le politiche scolastiche di questo Ministro perché sono distruttive per la scuola. Lo saremmo alla stessa maniera se il Ministro di turno avesse un’altra collocazione politica. Questo è il merito. Non abbiamo esitato a rompere anche i rapporti unitari, fatto in sé doloroso per noi, quando vedevamo a rischio la nettezza delle posizioni verso situazioni che noi giudicavamo molto negativamente, come nel caso dello sciopero contro la Finanziaria per il 2002. Questa è coerenza.
3) Nessuna possibilità di dialogo, allora?
Per dialogare bisogna essere in due, ed il Ministro Moratti non ha mai né cercato né costruito il dialogo. Si è limitato a comunicare le sue decisioni con gli spot e con le interviste alla stampa. Un evidente segno di debolezza che consegna al Paese un Ministero che ha pessimi rapporti con chiunque (autonomie locali, sindacati, rettori). E’ un fatto molto preoccupante
Poi, per il dialogo tutto dipende dal merito e dalla disponibilità anche a cambiare le proprie scelte.
Se mancano queste precondizioni non è un dialogo, è … un monologo!
Noi ci confrontiamo con tutti, perché ci interessa affrontare il merito dei problemi. Certo non andiamo a mendicare ascolto da nessuno.
4) Non crede che la scuola abbia bisogno di riforme condivise?
La scuola pubblica ha bisogno di grandi riforme e di grandi investimenti.
Osservo che per il futuro, spero molto diverso, bisognerà ricostruire anche il senso stesso della parola riforma, oggi ridotto ad un’espressione priva di un senso riconoscibile e condiviso.
La condivisione è importante, ma questo governo è incapace di condividere alcunché e la storia della Legge 53 lo testimonia ampiamente. E ciò è stato fatto per scelta.
Per non andare troppo lontano, basti osservare che la Francia per riformare la scuola va in tutt’altra direzione: un anno di discussione vera in tutto il Paese ed una Commissione autorevole e riconosciuta da tutti.
Da noi, invece, il primo atto è stato lo spoils system dei dirigenti.
C’è una bella differenza!
I principi ispiratori della Legge 53 sono inaccettabili e noi ci battiamo per la sua cancellazione.
5) Siete spesso accusati di essere la cinghia di trasmissione delle decisioni di un partito politico.....
Una delle accuse più ridicole che abbia mai sentito! In realtà i pochi che ci rivolgono questa accusa, tutti esponenti di partiti di governo, preferiscono usare questi argomenti piuttosto che confrontarsi nel merito delle nostre proposte.
Le nostre decisioni le prendiamo negli organismi dirigenti ed a loro solo rispondiamo. La maggior parte dei nostri aderenti non è iscritta ad alcuna formazione politica. Infine, una forza votata, alle recenti elezioni delle RSU, da un lavoratore su tre può conseguire questi successi solo se è severa custode della propria autonomia.
6) I rapporti con gli altri sindacati della scuola negli ultimi mesi non sono stati sempre di collaborazione ....
Non mi pare proprio che sia così: un contratto condiviso e firmato insieme, due grandi manifestazioni quali quelle del 29 novembre e del 28 febbraio contro le politiche scolastiche di questo governo gestite insieme.
E’ una unità visibile e concreta.
Tale da consentirci di gestire i rapporti fra di noi anche quando partiamo da punti di vista diversi o abbiamo valutazioni diverse sulle soluzioni. D’altronde, circa 30.000 RSU elette nelle liste confederali rappresentano un patrimonio unitario preziosissimo.
7) Come continuerà l’azione di contrasto della CGIL sulla Riforma?
Mi permetta di precisare che un provvedimento che abbassa il livello di istruzione nel nostro Paese (con la riduzione complessiva del tempo scuola e l’introduzione del modello duale) ed aumenta le disuguaglianze sociali (con la riduzione dell’istruzione ad un bene a domanda individuale) non riesco a chiamarlo riforma.
Innanzitutto daremo il nostro sostegno a tutte quelle scuole che, forti dell’autonomia che la Costituzione riconosce loro, non accetteranno di ridurre l’offerta formativa già decisa prima dell’approvazione del Decreto. Tante scuole stanno già deliberando in questa direzione e confermano così un’offerta formativa superiore a quella prevista dal Decreto. E’ un fatto molto importante che sdogana l’autonomia scolastica da argomento per convegni, nei quali, purtroppo, è stata troppo spesso relegata, per diventare strumento di azione e di responsabilità nei confronti delle famiglie e del territorio.
L’azione di contrasto, invece, si articolerà su più versanti.
Abbiamo già deciso con Cisl e Uil la presentazione di ricorsi contro le palesi illegittimità del Decreto e la convocazione, con le Confederazioni, di una grande manifestazione nazionale per il 28 febbraio.
Due manifestazione confederali in pochi mesi (l’altra c’è stata il 29 novembre) la dicono lunga su quanto, secondo noi, la situazione sia grave..
Poi, noi garantiamo una presenza attiva in tanti comitati che mettono insieme genitori e insegnanti convinti come siamo che la qualità della scuola richieda l’impegno e la partecipazione di più soggetti. Questa dei Comitati rappresenta un’esperienza eccezionale se si pensa che, in modo completamente autogestito, hanno organizzato una straordinaria manifestazione nazionale il 17 gennaio.
Infine contrastiamo il Decreto Moratti informando e discutendo con tutti coloro che riusciamo a raggiungere.
Siamo molto determinati nella nostra difesa della scuola pubblica e ritengo che, rapidamente, si debba andare unitariamente a forme di lotta molto estese e allo sciopero dell’intera categoria perché la situazione sta raggiungendo livelli di guardia.
8) Parliamo dei docenti Quali prospettive sullo stato giuridico e sulle retribuzioni?
Stipendi europei o “lavoro” europeo?
Noi non accetteremo mai alcuna ipotesi di stato giuridico. Esso non è altro che una limitazione delle prerogative della contrattazione ed il chiaro tentativo di trasformare gli insegnanti in funzionari del governo sottoposti all’atto unilaterale del Ministro di turno.
Il nostro, fuori da ogni semplificazione, è già un lavoro europeo.
Le retribuzioni non fotografano la realtà dell’impegno professionale che gli insegnanti mettono in campo. Inoltre, oggi abbiamo un’emergenza salariale che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. Per questo vogliamo rinnovare rapidamente il II biennio contrattuale e giudichiamo le risorse stanziate in Finanziaria assolutamente insufficienti.