Finanziaria: Osservazioni unitarie in materia di Formazione
Cgil, Cisl e Uil ritengono che il governo, nell’ambito delle politiche anticicliche necessarie per combattere il rischio di recessione del sistema economico e produttivo del nostro paese,debba investire in formazione e innovazione come leve per la qualità dello sviluppo e dell’occupazione
CGIL - CISL – UIL
F O R M A Z I O N E
Premessa
Cgil, Cisl e Uil ritengono che il governo, nell’ambito delle politiche anticicliche necessarie per combattere il rischio di recessione del sistema economico e produttivo del nostro paese,debba investire in formazione e innovazione come leve per la qualità dello sviluppo e dell’occupazione. Il sapere è infatti la condizione necessaria per competere nel mercato europeo e internazionale e per impedire che la flessibilità si trasformi in precarietà del lavoro. Il testo di legge finanziaria attualmente all’esame del Parlamento, tuttavia, si presenta estremamente debole su questi temi,sia in termini di normativa che di stanziamenti di risorse finanziarie.
Il Memorandum dell’Unione Europea, relativo al diritto alla formazione per tutta la vita, indica quali strumenti fondamentali, nell’ambito di un forte protagonismo delle istituzioni territoriali, l’integrazione tra istruzione-formazione-lavoro e la partecipazione delle parti sociali, al fine di consentire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La valorizzazione delle competenze del lavoratore comunque acquisite (in contesti di apprendimento formale, non formale, informale) richiede sistemi integrati di certificazione, standard e accreditamento di competenze, per il riconoscimento del patrimonio individuale di professionalità da attestare nel libretto formativo, anche in termini di crediti formativi.
Si ritiene pertanto necessario che nella legge finanziaria si definisca una sede di programmazione integrata e di coordinamento degli interventi di istruzione-formazione-politiche attive del lavoro presso la Presidenza del Consiglio, con la partecipazione dei Ministeri coinvolti, delle Regioni,delle AA.LL. e delle parti sociali. Infatti, l'esperienza del Masterplan , anche se non ha trovato un soddisfacente compimento nella passata legislatura, ha mostrato effetti e potenzialità positivi che devono essere ripresi, per consentire di costruire un quadro integrato d'insieme dello sviluppo dei sistemi formativi in rapporto ai fabbisogni evidenziati e delle conseguenti necessità finanziarie.
Tale sede presso la Presidenza del Consiglio sarà anche il luogodel dialogo istituzionale e sociale per la definizione di sistemi integrati di standard, certificazione e accreditamento di competenze, che consentano la riconoscibilità tra i diversi settori e contesti di apprendimento, come chiede l’UE e come previsto nel patto per il lavoro firmato nel dicembre 1998.
Interventi di settore
In questa quadro, nello specifico, Cgil, Cisl e Uil ritengono prioritari i seguenti interventi di settore, ai quali ritengono necessario assicurare investimenti finanziari adeguati da parte dello Stato, in concorrenza con le Regioni.
- Obbligo formativo
L’avvio dell’obbligo formativo attraverso la predisposizione dell’offerta formativa da parte delle Regioni deve essere completato, sia attraverso il nuovo apprendistato che attraverso l'ampliamento della formazione professionale di base.
La nota predisposta dall'ISFOL, prevedendo per l'apprendistato in questa fascia di età anche il rimborso del salario per le 240 ore di formazione esterna per circa 30 mila giovani, quantifica il fabbisogno in 220 miliardi all'anno.
Per la formazione di base per gli altri 190 mila giovani di questa fascia di età l'ISFOL quantifica in 2280 miliardi il fabbisogno annuale.
Si richiede che lo stanziamento per l'obbligo formativo già previsto dalla legge 144/99 per il 2002, pari a 590 miliardi, sia evidenziato nella finanziaria 2002.
- Apprendistato oltre 18 anni
L’esperienza positiva realizzata negli ultimi anni nella formazione per l’apprendistato deve essere portata a regime, in quanto gli attuali finanziamenti hanno permesso di coprire meno di un quinto dell’effettivo fabbisogno (circa 70.000 giovani).
La nota ISFOL quantifica il fabbisogno finanziario per la formazione degli apprendisti oltre i 18 anni in 1000 miliardi all'anno, a fronte della crescita verificatasi negli ultimi anni (nel 2001, 440 mila apprendisti per tutte le fasce di età).
Per la copertura graduale di tale fabbisogno si propone lo stanziamento in finanziaria di 300 miliardi.
- Formazione per disoccupati e fasce deboli
La formazione per i disoccupati e per le fasce deboli del mercato del lavoro deve impegnare le Istituzioni a stanziare risorse finalizzate a far crescere la professionalità di questi soggetti, la cui emarginazione dal mercato del lavoro è dovuta soprattutto alla mancata formazione.
Un esempio positivo è il programma del Ministero del Lavoro contro la disoccupazione intellettuale del Sud, finalizzato alla formazione dei giovani in possesso delle cosiddette lauree deboli, per cui sono stati stanziati 30 miliardi per il 2001. Si tratta di potenziare tale investimento per il 2002 anche in rapporto alla grande risposta al bando da parte dei molti progetti presentati (oltre 250).
Un altro terreno di formazione dei disoccupati è quello dei patti formativi legati ai patti territoriali e ai piani di sviluppo locali concordati tra Istituzioni e parti sociali per i quali è necessario prevedere investimenti adeguati.
Anche nei confronti degli immigrati Stato e Regioni devono programmare risorse per la loro formazione culturale e professionale, che è la condizione per il loro pieno inserimento nella società e nel lavoro, anche a sostegno degli accordi stipulati tra Associazioni imprenditoriali e sindacati in materia. Si devono inoltre concordare iniziative formative tra Ministero degli esteri e i paesi di origine degli immigrati, da realizzare nei luoghi d'origine in preparazione per l'inserimento mirato dei lavoratori in Italia.
Per queste finalità si propongono 300 miliardi di stanziamento nella finanziaria.
- IFTS
Questo nuovo canale integrato istruzione-formazione –lavoro, nato dal patto del 96 e del 98, entra ora in fase di regime. Ha dunque l’esigenza che il finanziamento avvenga attraverso uno specifico stanziamento (e non confluisca più nel fondo indifferenziato degli stanziamenti della Legge 144 per la pubblica istruzione) per assicurarne la continuità. L’entità dello stanziamento, perassicurare la stabilità del sistema in questa prima fase, è stimata a livello nazionale in 150 miliardi, cui aggiungere gli stanziamenti regionali, come già avvenuto negli anni precedenti
- Educazione degli adulti
La riorganizzazione del sistema integrato di Educazione Degli Adulti – finalizzato all’alfabetizzazione e alla formazione delle fasce deboli del mercato del lavoro – è stata approvata dalla Conferenza Stato – Regioni e deve essere attuata. Per l’avvio del processo, il finanziamento nazionale (cui si aggiunge quello territoriale) necessario è stimato in 100 miliardi per il 2002. Anche in questo caso, come per l’IFTS, è necessario prevedere uno stanziamento distinto dal fondo generale per il sistema scolastico (L.144/99) per garantirne l’affidabilità.
- Università
Per la prima volta, lo stanziamento previsto in finanziaria non copre neppure formalmente il costo che già è stato definito per gli incrementi retributivi del personale docente e non docente, con un decremento netto delle risorse disponibili. Per coprire il costo degli incrementi retributivi, occorrono poco meno di 200 miliardi.
Inoltre, come noto, nel 2001-2 parte in molte università la fase di sperimentazione e, nel 2002-3, la messa a regime della riforma degli studi universitari. L’avvio della riforma dovrebbe vedere un segnale anche finanziario di attenzione, con riferimento ai maggiori costi previsti (tutoraggio, stage etc) stimati in circa 200 miliardi
- Ricerca e innovazione tecnologica
Il finanziamento per l’innovazione e la ricerca fa capo sia al MURST che al MICA
Per quanto riguarda il MURST, si ritiene necessario – in vista del necessario progressivo incremento che ci avvicini alla media degli investimenti degli altri paesi europei– almeno la conferma delle risorse già stanziatenel 2001, al fine di proseguire le positive attività già in corso. Tali risorse debbono essere così ripartite:
1) i finanziamenti erogati dagli Enti e Agenzia di ricerca, pari a circa 300 miliardi
2) il finanziamento del Piano Nazionale della Ricerca, finanziato attualmente con i proventi UMTS, pari a 1.000 miliardi
Per quanto riguarda il MICA, la finanziaria non stanzia i 300 miliardi che, complessivamente, il Ministero ha investito nell’anno 2001 per il Fondo Innovazione Tecnologica e per iniziative per la nascita d’impresa.
La finanziaria prevede inoltre una norma che consente da subito la privatizzazione degli enti pubblici (alcuni commissariamenti sonogià in corso) e pesanti esternalizzazioni di attività, in contrasto con le attività della ricerca. Vengono inoltre bloccate le assunzioni per il 2002, senza alcuna eccezione, nemmeno per ricercatori e tecnologi né per i concorsi già in svolgimento.