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Iraq: Cgil, fermiamo la guerra

Fermare la guerra! Questo è l'imperativo che tutte le persone che hanno a cuore i destini della pace devono far vivere, in queste ore di guerra, in ogni località del paese. Questo è anche per la Segreteria nazionale della Cgil l'obiettivo su cui orientarel'impegno di tutta la Confederazione

20/03/2003
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Comunicato della Segreteria della Cgil Confederale

Fermare la guerra! Questo è l'imperativo che tutte le persone che hanno a cuore i destini della pace devono far vivere, in queste ore di guerra, in ogni località del paese. Questo è anche per la Segreteria nazionale della Cgil l'obiettivo su cui orientarel'impegno di tutta la Confederazione.

Fermare la guerra, arrestare i bombardamenti, impedire che le truppe anglo-americane provochino sacrifici di vite umane. Il popolo iracheno, già lungamente martoriato dalla barbara tirannia di Saddam, non può pagare anche per la protervia del governo americano che, per interessi del tutto diversi da quello di una giusta lotta al terrorismo e dalla necessità di disarmare il dittatore, ha messo in pratica l'aberrante teoria della guerra preventiva.

Fermare la guerra, sconfiggere la posizione del governo italiano di adesione alle sciagurate decisioni del Presidente degli Stati Uniti, che avviano il nostro paese verso un'avventura terribile. Ciò significa, accanto alla straordinaria risposta di lotta che già da queste ore si preannuncia, vigilare anche sul non utilizzo di uomini, mezzi e basi da cui far partire azioni di guerra e perseguire l'obiettivo di far cambiare le decisioni prese ieri dal governo in tema di sorvolo e utilizzo delle basi.

Fermare la guerra, imporre la ripresa dell'attività diplomatica sotto l'egida dell'Onu, al fine di costringere, nel contempo, il governo americano ad interrompere questa guerra unilaterale e Saddam a disarmarsi secondo i dettati delle Nazioni unite stesse e le relazioni degli Ispettori.

Fermare la guerra, diffondere ovunque la cultura della pace, rafforzare ed estendere l'unità delle persone e di tutti isoggetti che si battono contro la guerra.

La pace è possibile, costruirla è un dovere.

Roma, 20 marzo 2003