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La scomparsa di Mario Luzi

La scomparsa del poeta e senatore a vita Mario Luzi ci rattrista profondamente

02/03/2005
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La scomparsa del poeta e senatore a vita Mario Luzi ci rattrista profondamente.
Luzi è stato un grande poeta, un uomo di pace ed un protagonista dei nostri tempi tanto da poter essere considerato un simbolo civile.
Tra le tante cose che ci ha lasciato una frase in particolare ci ha colpito: “la vita è un prodigio che contiene meraviglie”.
Ma anche un passaggio del discorso che avrebbe dovuto fare al Senato ci sembra possa dare conto del pensiero e dello spirito del “poeta-senatore”: “ Non sono uomo di parte, né di partito e spero neppure di partito preso. Sono qui, suppongo, aldilà dei miei meriti, non dico a rappresentare, ma almeno a significare un lato della nostra realtà troppo spesso trascurato e maltrattato, quando dovrebbe essere privilegiato in tutte le sue manifestazioni di splendore e di bisogno. E’ il settore, ma dispiace chiamarlo così, della cultura e dell’arte, della loro storia, dei loro documenti e monumenti, della loro attualità. Non sono uomo di parte, dicevo, sono però un uomo di pace…”.
La Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil lo ricorda con l’ultima poesia inedita appartenente alla FLC Cgil di Roma Est che l’ha recentemente pubblicata sul suo giornale.

Roma, 2 marzo 2005

La notte, i suoi strani affollamenti
Figure umane
flebili, avvilite
dalla disattenzione degli umani,
mortificate dalla trascuranza,
sfiorate appena, appena rasentate
dal colore della vita quotidiana –
l’insonnia nel suo vagabondare
a sorpresa le ritrova,
l’incontro le rimuove
dai loro dormitori, svegliate
escono fuori dai ripari
d’opacità e timore
nel lucore d’una oscura reminiscenza…
quando? Ci fu disordine, c’è errore.
Passo passo deve il cammino
essere fatto ancora
a ritroso: con premura,
con umiltà di cuore
è da raccogliere
la minima, l’infima dovizia
che il tempo aveva in sé,
non profferita

e nemmeno concupita –
ma voleva quell’obolo
essere preso
da una mano più attenta ed
amorevole
della nostra cupidigia……C’era forse da vivere più vita
nel vivaio, da suggere
più linfa dall’ispida sterpaglia.
Cresce, frana
su di sé
la storia umana,
ne ingoia la polvere o il sentore
una memoria oscura, fa sì
Che non sia stata vana.
Ma rimorde la memoria,
la sua piaga non si sana:
la tortura di notte quello spregio
fatto alla vita, quell’offesa
all’amore non vissuti,
eppure non perduti,
presenti anch’essi dove tutto è stato,
tutto è parificato.