"Lei mi dava la mano, me la stringeva. Era una mano calda…"
Li hanno trovati con le mani sul viso, con le braccia alzate, quasi a proteggersi dal soffitto che crollava, dalla scuola che cadeva giu'.
riportiamo alcuni lanci di oggi dell'ANSA
SAN GIULIANO DI PUGLIA (CAMPOBASSO), 1 NOV - Li hanno trovati con le mani sul viso, con le braccia alzate, quasi a proteggersi dal soffitto che crollava, dalla scuola che cadeva giu'. I vigili del fuoco raccontano quello che hanno visto, e stanno ancora vedendo, tra le macerie dell' istituto Jovine, diventato ormai una prigione per molti bambini di San Giuliano di Puglia. I bambini che si sono salvati lo hanno raccontato ai pompieri, nelle concitate fasi del soccorso, con poche parole, l' inferno vissuto la' sotto. ''Ci hanno detto - dice un soccorritore - che per farsi forza si chiamavano fra di loro, urlavano il loro nome e quello dei loro compagni e cercavano disperatamente di avere una risposta''. Qualche bambino ha anche detto, nell' ambulanza che di corsa lo portava in ospedale, ''di avere una terribile paura del buio piu' che della morte, e di avere tentato di addormentarsi per dimenticare quell' incubo''. Tutti quelli che sono riusciti ad uscire dalle macerie hanno chiesto subito della mamma e le madri erano li', con gli occhi pieni di lacrime, ad abbracciare i loro figli. ''Molti bambini che abbiamo salvato - continua un vigile del fuoco - avevano stretto tra le mani un portapenne, un quaderno, un foglio di carta. Forse si sono aggrappati a quelle piccole cose quotidiane per superare l' orrore. Forse anche quello li ha aiutati a venirne fuori''. Non sono riusciti a venirne fuori quei bambini, soprattutto quelli della prima elementare, sorpresi dal terremoto mentre erano seduti ai banchi: li hanno trovati appunto schiacciati sui banchi, con le mani in alto per proteggersi dalla morte.
01/11/2002 11:12
NAPOLI, 1 NOV - ''Lei mi dava la mano, me la stringeva. Era una mano calda e non mi sono sentita mai sola, era la mano della mia maestra''. Comincia cosi' il racconto di Giovanna, sette anni, una delle sopravvissute all' ''inferno delle macerie'' della scuola maledetta di San Giuliano di Puglia. Giovanna e' ricoverata in una linda stanzetta dell'ospedale di Larino, trasformatosi in mattinata da terminale del dolore a segno di speranza e rinascita. Giovanna e' ricoverata qui insieme con altri sei compagni della scuola Francesco Iovine. I loro nomi sono nella lista di quelli che stanno bene, di quelli che potrebbero essere dimessi gia' nelle prossime settimane e tornare, magari, presto a scuola. ''Ma io li' non ci tornero' mai piu' - dice Giovanna, i capelli nerissimi come gli occhi, capelli diventati crespi per la polvere e i calcinacci - non voglio piu' tornare in quella scuola, anzi non voglio piu' tornare a San Giuliano. Ho avuto tanta paura''. E proprio per far superare e 'metabolizzare' la tragedia a queste piccole vittime sopravvissute, e' in arrivo dall'ospedale di Termoli una equipe di psicologi che aiutera' i bambini a dimenticare quello che e' stato sicuramente il giorno piu' brutto della loro breve vita. ''Mi hanno tirata fuori ieri sera - riprende Giovanna - quando un operaio (e' un vigile del fuoco che lei chiama sempre cosi', ndr) mi ha abbracciata ho sentito un applauso, e qualcuno mi ha detto che c'erano anche le telecamere. E' stato terribile la sotto, ma per fortuna che avevo accanto a me la maestra, Maria, che mi teneva la mano e mi parlava. Eravamo sotto la cattedra, io chiamavo per nome gli altri bambini, ma il mio compagno di banco non mi rispondeva. La mia maestra mi diceva di stare tranquilla e mentre mi stringeva la mano, mi ripeteva che ci avrebbero tirati fuori di li'. Lei stava tutta bloccata, non si poteva muovere''. Maria sta bene, i medici, dopo averla sottoposta ad un controllo, le hanno diagnosticato soltanto contusioni alle mani. E forse e' stata proprio la cattedra, che lei vedeva ogni giorno a scuola, a salvarle la vita. ''Stavamo facendo i disegni sulla storia di Pinocchio - racconta Giovanna - la maestra ci aveva portato a teatro a vedere la favola. I grandi, invece, quelli delle medie, festeggiavano Halloween, noi stavamo disegnando. Ad un certo punto e' venuto giu' tutto. Sembrava la fine del mondo e ricordo solo la mano della mia maestra''. Poi Giovanna ricorda i nomi dei compagni declinandoli ''rigorosamente, come fanno i bambini, prima con il cognome e poi con il nome. ''Io la' sotto li chiamavo, so che vicino a me - dice la bambina - c'era Marinaro Giovanni. Ma non so invece che fine abbia fatto''.
01/11/2002 11:57
SAN GIULIANO DI PUGLIA (CAMPOBASSO) - ''Non merito questo miracolo che ho avuto. Non so come sia successo, ma non lo merito. E' un dramma, un dramma immenso''. Li ricorda cosi' la maestra Clementina Simone i momenti terribili del crollo della scuola di San Giuliano. ''Abbiamo pregato a lungo - ha aggiunto la donna - ma il dramma e' che non sentivo le voci di tutti i bambini''. La donna e' tornata questa mattina sul luogo della tragedia, dopo essere stata ricoverata in ospedale. ''Non potevo rimanere li' - ha aggiunto - volevo fare qualcosa per i miei bambini, ma non potevo far nulla''. La maestra, intervistata nel corso del programma tv ''I fatti vostri'' di Raidue, ha raccontato di aver ordinato ai bambini di infilarsi sotto ai banchi e di non aver mai smesso di tranquillizzarli e consolarli. ''Il dramma e' stato che sentivo le voci solo di alcuni bambini mentre altri non li sentivo piu' parlare, ma ho voluto sperare fino all'ultimo che fossero svenuti mentre, invece - e la voce di Clementina Simone si incrina - non ce l'avevano fatta''. La donna, che confessa di essere una persona molto ansiosa, assicura pero' di non aver avuto neanche un momento di incertezza e di aver sempre rassicurato i bambini fino a quando non sono arrivati i soccorsi.
01/11/2002 14:01
ROMA, 1 NOV - ''Lasciateci piangere i nostri bambini in pace'': e' il grido di dolore del segretario generale della Cgil Molise, Michele Petraroia, che in una lettera aperta invita il mondo dell'informazione a rinviare il momento delle polemiche e a rispettare in queste ore lo strazio di tanti genitori che hanno perso i loro figli in seguito al terremoto che ha colpito il paese di San Giuliano. ''Spero che il Capo dello Stato vi inviti a valutare l'opportunita' di restare per qualche ora in silenzio davanti a quelle bare bianche'', scrive Petraroia, augurandosi che ''le mamme e i padri possano seppellire i loro figli senza il clamore delle luci, delle polemiche e delle telecamere''. ''Poi - aggiunge il sindacalista - che scatti l'ora delle polemiche, delle accuse e delle responsabilita'''. Petraroia, infatti, denuncia alcuni episodi: ''la gru in grado di sollevare la trave della scuola e' giunta da Napoli alle 21,30, dieci ore dopo il disastro; autorita' locali spodestate dagli arrivi nazionali; il primo pasto caldo distribuito dopo l'una di notte, dopo 14 ore; centinaia di persone che ancora in nottata erano in piazza senza assistenza, acqua, coperte e indicazioni sul da farsi''.
01/11/2002 14:28
© Copyright 1999 ANSA