"Rapporto sul futuro della formazione in Italia", le nostre osservazioni
Il Rapporto è stato elaborato dalla Commissione di studio e indirizzo sul futuro della formazione in Italia presieduta da Giuseppe De Rita.
>> Rapporto sul futuro della formazione in Italia <<
La Commissione De Rita, istituita dal Ministro del Lavoro Sacconi, ha elaborato un approfondito lavoro di analisi e ha avanzato una serie di proposte sul sistema formativo italiano.
Il Rapporto, coerente con l'impostazione del Libro bianco sul Welfare del ministro Sacconi affronta il tema prevalentemente della formazione al lavoro e nel lavoro.
Ricordiamo che la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla Cgil, FLC; Spi e Auser per il diritto all'apprendimento permanente è invece finalizzata "a favorire la piena realizzazione della persona, la cittadinanza attiva, il benessere e la qualità della vita delle persone, l'occupabilità, la mobilità professionale, l'invecchiamento attivo"e intende costruire un sistema nazionale capace di garantire la qualità complessiva dell'offerta formativa.
Il Rapporto analizza le criticità della situazione della formazione in Italia che risulta particolarmente allarmante nel confronto con i paesi europei più sviluppati.
Tra le principali cause di questa situazione deficitaria, la commissione denuncia i limiti presenti sia nel mondo della formazione che nel mondo del lavoro, oltre che nella mancanza di comunicazione tra i due sistemi.
La principale carenza del sistema formativo, secondo la Commissione, è rappresentata dall'incapacità di offrire percorsi formativi in grado di rispondere ai bisogni delle persone (in particolare le fasce più deboli del mondo del lavoro) e coerenti con le esigenze delle imprese.
La commissione sottolinea i limiti del sistema della formazione professionale regionale penalizzato, da una presenza fortemente disomogenea sul territorio nazionale e dalla mancanza di una chiara divisione dei compiti rispetto all'istruzione professionale (auspicando un intervento chiarificatore con l'applicazione del Titolo V) e denuncia la debolezza della formazione tecnica superiore non universitaria.
Viene, infine, sottolineata la scarsissima sinergia tra interventi dello Stato, delle Regioni e delle parti sociali, pur in presenza dell'accordo del 2007 sulla formazione continua, siglato dal Ministero del Lavoro, dal Coordinamento Regioni e dalle parti sociali, rimasto quasi del tutto inattuato.
Nonostante un notevole sforzo di analisi il Rapporto evidenzia la sua debolezza sul versante delle proposte e più precisamente rispetto al ruolo dell'impresa come sede assolutamente privilegiata (meglio se unica) di sviluppo delle professionalità e della certificazione delle competenze, attraverso lo strumento della la bilateralità delle parti sociali.
Nelle sue conclusioni il Rapporto De Rita enfatizza le linee guida proposte dal Libro Bianco dal Ministro Sacconi e cosi facendo mortifica le possibilità del rilancio della la formazione in Italia delegandola sostanzialmente al sistema delle imprese .
Una scelta che non può che essere fallimentare , che non valorizza le positive esperienze formative che si sono costruite e che abbasserà ulteriormente la qualità complessiva dell'offerta formativa nel nostro paese .
Nei prossimi giorni ritorneremo ad approfondire le problematiche affrontate dal Rapporto, in relazione al settore della Formazione Professionale sopratutto nella prospettiva del federalismo.
Roma, 8 gennaio 2009