Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Attualità » Politica e società » Tarsu delle scuole pubbliche – esempio di economia “creativa”?

Tarsu delle scuole pubbliche – esempio di economia “creativa”?

Da tempo denunciamo il progressivo impoverimento delle scuole i cui fondi vengono progressivamente ridotti ed assegnati con sempre maggiore ritardo

18/02/2004
Decrease text size Increase  text size

Da tempo denunciamo il progressivo impoverimento delle scuole i cui fondi vengono progressivamente ridotti ed assegnati con sempre maggiore ritardo.
Questa situazione determina alcuni fatti molto negativi:
a) cresce una “bolla” rappresentata dall’indebitamento delle scuole che contraggono impegni verso i quali non riescono a far fronte tempestivamente;
b) si riducono le attività;
c) si richiedono con sempre maggiore frequenza contributi alle famiglie per sostenere le attività.
La lettera che pubblichiamo, una fra le tante che abbiamo ricevuto, segnala un aspetto importante che condiziona l’attività delle scuole.

Roma, 18 febbraio 2004

_____________________________

riceviamo e pubblichiamo

Sono un segretario (ora dsga) di una scuola della provincia di Bari e ho bisogno di rappresentare quanto accade nella mia Provincia con quella che io chiamo (impropriamente) economia creativa di questo governo che, di fatto, sta mettendo ”in ginocchio” la scuola pubblica.
Il balletto di questa tassa oramai si trascina da anni con palleggiamenti ossessivi di responsabilità fra Stato – Regioni – Città e Autonomie locali che, riuniti in Conferenza, hanno prodotto sconcerto nella gestione amministrativa delle scuole.
Per esemplificare rappresento quello che è accaduto per il pagamento della TARSU dell’anno 2003 nella scuola dove lavoro che può essere traslato, pari pari, in tutte le scuole della provincia.
Il servizio di riscossione dei tributi provinciale (per conto del Comune) emette l’avviso di pagamento per la tassa in questione del 2003 di circa € 4.500,00.
Ovviamente la scuola produce richiesta di pari importo al CSA competente che, solo nel mese di gennaio 2004 comunica l’importo forfetario (di cui alla conferenza sopra menzionata) che assegna per lo stesso anno di circa € 420,00 (ho detto bene: quattrocentoventieuro).
Nel mentre, ci si attiva presso l’amministrazione comunale perché ridetermini l’importo della tassa alle condizioni di cui alla Conferenza, ma la Stessa Amministrazione non riconosce alcuno sgravio e delibera, con provvedimento formale di Giunta, che l’importo dovuto dalle scuole sia interamente versato.
Il tutto giustificato dal fatto che lo stato ha “tagliato” i trasferimenti di fondi ai comuni.
E’ la vecchia e cara lotta fra poveri. E nessuna nota chiarificatrice è emanata dal MIUR.
C’è da aggiungere che le scuole non hanno più risorse se non il contributo ordinario per il funzionamento amministrativo e didattico: con il quale dovremmo pagare anche la TARSU?
Ma se il contributo ordinario previsto per l’anno 2004 è di circa € 9.000,00, vorrei capire come si fa a gestire una scuola di 1000 alunni con tre plessi di scuola dell’infanzia e 3 plessi di scuola primaria per il funzionamento ordinario (materiale di consumo per uffici e per la didattica, manutenzione delle attrezzature, materiale sanitario, riviste, ecc. ecc.)?
E il contributo perequativo che ogni anno veniva erogato alle scuole dove è andato a finire?
Per l’anno 2003 non è stato erogato: non sarà che è servito a finanziare le scuole paritarie?