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Referendum costituzionale: la FLC CGIL sul voto del 4 dicembre

Ferma restando la libertà di posizioni individuali diverse di iscritti e dirigenti, invitiamo tutti i cittadini a votare NO.

28/11/2016
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Il prossimo 4 dicembre 2016 saremo chiamati a fare una scelta, una scelta che è molto più di “basta un sì” o “c’è chi dice no”, che va oltre le propagande e i comitati. Una scelta personale e sociale, che ci riguarda da vicino e che è destinata ad influenzare tutti gli aspetti della nostra vita. Una scelta che, se formulata diversamente, come aveva auspicato la CGIL, sarebbe stata sul serio un’opportunità, con la quale avremmo potuto introdurre quei necessari cambiamenti atti a semplificare e rafforzare le istituzioni, migliorando l’accesso dei cittadini ai processi democratici.

Ma così non è stato, e non sarà: la modifica costituzionale proposta non supererà il fantomatico “bicameralismo perfetto”, non ridurrà tempi della politica né sprechi, non allargherà gli spazi della rappresentanza. Al contrario. Il procedimento legislativo, per come è articolato, sarà estremamente più complesso e incerto di quello attuale. Il Senato non potrà essere rappresentativo di Regioni e Autonomie in modo efficace per la sua composizione e per le funzioni che gli vengono attribuite che non gli consentiranno di essere luogo di cooperazione istituzionale tra Stato, Regioni e Comuni dove poter realizzare una visione plurale dell’interesse pubblico. In pratica: il rischio, evidente, sarà quello della concentrazione dei poteri e delle decisioni dal Parlamento al Governo, dalle Regioni allo Stato centrale.

Per quel che interessa, poi, in particolare, i comparti che ci riguardano, la modifica costituzionale avrà un peso molto più grande di quanto non ci si possa aspettare, stravolgendo completamente la volontà dei padri costituenti, che avevano voluto una formulazione molto ampia e generica sui compiti dello Stato in materia di norme sull’Istruzione, intervenendo piuttosto molto di più sui diritti e la libertà. Il testo revisionato, invece, entrerà più nello specifico, con l’intento di conferire esclusivamente agli organi dello Stato poteri decisionali su “disposizioni generali e comuni su istruzione, ordinamento scolastico, istruzione universitaria e programmazione strategica della ricerca scientifica e tecnologica”. Poche frasi, “una manciata di parole”, come ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario generale FLC CGIL, che bastano per far capire come in realtà questa riforma non farà altro che ridurre sempre più gli spazi democratici nei luoghi del sapere e piegare scuola, ricerca, università, studenti e docenti agli interessi e alle priorità del mercato. Una manciata di parole che, però, devono bastare a mettere in allarme tutto il mondo della conoscenza ed invitare tutti, il prossimo 4 dicembre, a votare NO. Leggi l’intervista a Domenico Pantaleo.

Un invito che, ferma restando la libertà di posizioni individuali diverse di iscritti e dirigenti, trattandosi di questioni costituzionali, dopo questi mesi di discussione sul merito della riforma, la CGIL tutta rivolge ai cittadini: partecipare al voto, farlo responsabilmente, senza demolire la nostra Costituzione.

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