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Processo per la morte di Lorenzo Parelli: dopo quasi tre anni la sentenza

Una sentenza che non risponde in alcun modo alla domanda fondamentale: “Lorenzo è morto di scuola o di lavoro?”

06/11/2024
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Martedì 29 ottobre, a quasi tre anni dall’incidente, il giudice dell'udienza preliminare di Udine ha emesso la sentenza per le parti coinvolte nella morte di Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni, tragicamente morto il 21 gennaio 2022 nell’azienda meccanica BURIMEC di Udine, colpito alla testa da una putrella, mentre eseguiva lavori di carpenteria metallica proprio nell’ultimo giorno di stage in fabbrica.

Lorenzo Parelli era iscritto a un Centro formazione professione salesiano di Udine.  

Il processo si è svolto con il rito abbreviato, consentendo ai condannati di beneficiare dello sconto di un terzo della pena mentre è stato accolto il patteggiamento di 3 anni e nei confronti di Pietro Schneider, l’imprenditore della Burimec, la cui impresa dovrà pagare una sanzione di 23 mila euro.

Il GUP, con l'aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, ha condannato per omicidio colposo a 3 anni di reclusione l’operaio che quel giorno affiancava Lorenzo e che si era momentaneamente allontanato dalla postazione, mentre ha condannato a 2 anni e 4 mesi l’operaio incaricato del ruolo di tutor aziendale, per altro assente da più giorni, a causa del Covid. I legali dei due operai, invece, hanno già preannunciato il ricorso in appello.

Per il proprietario e per la Burimec, invece, la vicenda giudiziaria si chiude qui, stante l’applicazione della pena concordata con il patteggiamento e la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali preannunciata dal suo legale una volta che sarà emesso l’ordine di esecuzione.

Al di là delle singole responsabilità che hanno contribuito a determinare la situazione di pericolo nel contesto lavorativo in cui si è verificato l’incidente che ha determinato la morte di Lorenzo, non conoscendo, peraltro, il contenuto della sentenza di condanna per omicidio colposo dei due operai, per la FLC CGIL proprio in base all’esito di questa sentenza  risulta prioritario trovare risposte adeguate a tutte le obiezioni che la FLC CGIL ha sempre evidenziato riguardo al complesso e confuso intreccio tra istruzioneformazione e lavoro che si è venuto a determinare nel sistema scolastico nazionale.

Che si tratti di Alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) o di stage piuttosto che di tirocini, che si tratti di apprendistato piuttosto che di sistema duale, ebbene, innanzitutto, per la FLC CGIL vanno ridefiniti limiti e obiettivi delle esperienze di apprendimento in contesto lavorativo che devono essere legate e il più possibile subordinate al curricolo scolastico e/o al percorso di formazione, e mai viceversa. La FLC CGIL ha da sempre sostenuto, ad esempio, la necessità di estendere spostare a 18 anni l’età di accesso al cosiddetto apprendistato di primo livello del sistema duale, o, ancora meglio, di innalzare l’obbligo scolastico, non semplicemente di istruzione e formazione, fino ai 18 anni. Ne esistono la necessità e le condizioni. Certo, servono risorse ma al nostro Paese basterebbe spostare un punto del PIL nazionale sull’investimento in istruzione per essere allineati alla media dei Paesi Ocse liberando risorse pari a 18 miliardi di euro per dare piena attuazione ai valori costituzionali di libertà, uguaglianza, democrazia alla base della nostra Costituzione.