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Congresso Cgil, Pantaleo: battere il disegno del governo contro il lavoro, la conoscenza e i giovani

L'intervento di Domenico Pantaleo al 16° Congresso Cgil. Un movimento ampio e ampie alleanze per uscire dalla crisi investendo in conoscenza. Un patto generazionale per dare futuro ai giovani e uscire dalla precarietà. I rapporti unitari e la democrazia.

08/05/2010
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Domenico Pantaleo, segretario generale della FLC Cgil, parlando delle ricette per uscire dalla crisi ha detto che di fronte alla riproposizione del modello ideologico neoliberista non è possibile mediare: in uno scontro del genere "o si vince o si perde". "Il governo non concede nessuna possibilità di mediazione", ha detto Pantaleo, per questo è necessario che si costruisca un ampio movimento e ampie alleanze, "in questa situazione la Cgil non può farcela da sola".

La politica del governo sta piegando lo stato sociale e l'istruzione agli interessi delle aziende, sta mercificando i beni comuni e trasformando i diritti in arbitrato. Un esempio significativo è offerto dai comportamenti del ministro Gelmini, definita "incompetente e arrogante", che, non contenta di aver distrutto la scuola pubblica, dichiara di volere ridimensionare il sindacato.

La concezione ideologica di Gelmini è evidente dalle sue dichiarazioni sull'astensione obbligatoria di maternità, definita un privilegio e non un diritto; dal tentativo di imporre un tetto del 30% alla presenza degli alunni stranieri. La negazione della mensa ai bambini è la conseguenza di questo clima ideologico, "di un'idea inaccettabile di società".

L'attacco ai diritti, da trasformare in arbitrato, è fortissimo in tutto il mondo del lavoro e in particolare nel settore pubblico, dove il ministro Brunetta attacca persino il diritto del malato a curarsi. Il disegno inemendabile del governo colpisce il lavoro e lo frammenta, alimentando corporativismi, trasformando il lavoro cognitivo in merce. Nel piano per il lavoro proposto da Epifani per uscire dalla crisi e ridare futuro al Paese c'è il patto generazionale con i giovani per dar loro una prospettiva che non sia solo precarietà. La lotta alla precarietà è un grande impegno confederale. Anche nei settori della conoscenza la debolezza del lavoro è un dramma, per questo, dice Pantaleo, bisogna estendere gli ammortizzatori sociali anche ai settori della conoscenza per accompagnare i processi di stabilizzazione.

Nella strategia per uscire dalla crisi c'è l'investimento in conoscenza per cambiare i connotati al sistema economico, lavorando sull'innovazione e non sui costi. Anche la lotta alla precarietà è una priorità per costruire un patto generazionale. Ribadendo il valore dell'unità sindacale, Pantaleo ha ricordato che la rottura non è stata colpa della Cgil: il 30 ottobre 2008 dopo la più grande manifestazione unitaria della scuola, Cisl e Uil firmarono un accordo separato sul pubblico impiego. Successivamente la Cgil è sempre stata sola nelle piazze e negli scioperi.

Apprezzando le aperture della Cisl, ha detto che difendere le elezioni delle Rsu nella scuola e in tutto il pubblico impiego significa poterle estendere anche al privato. Un terreno di ripresa dell'azione unitaria è la lotta, da subito, contro i tagli nella conoscenza a cominciare dalla scuola.

Parlando della prossima stagione contrattuale, Pantaleo ha detto che le piattaforme presentate dalla FLC Cgil puntano su due fondamenti: il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni (la FLC Cgil non ha firmato i secondi bienni degli scorsi contratti perché recuperavano metà dell'inflazione reale) e i diritti. Sugli accordi contrattuali Pantaleo ha ribadito quanto già emerso al congresso nazionale della categoria: essi vanno validati dal referendum tra i lavoratori.

Sulla democrazia interna della Cgil ha sostenuto l'unità nel pluralismo, nel libero confronto delle idee e nella solidarietà quando si assumono decisioni a maggioranza. Nella Cgil non deve esserci fedeltà al gruppo dirigente, né trasformismo, né ambizioni verso le poltrone, ma lealtà e libertà di pensare ognuno con la propria testa.

Ascolta l'intervento integrale di Domenico Pantaleo.

Roma, 8 maggio 2010