Crisi: l'Europa grida "No to Austerity"
Nella giornata di mobilitazione europea il Segretario Generale della CGIL concludendo la manifestazione di Roma, ha ribadito l'importanza di questo evento "dimostra che in Europa ci sono milioni e milioni di persone che non si rassegnano".
>> Sintesi dell'intervento di Giacomo Russo <<
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da cgil.it
'No to Austerity' è questo lo slogan che oggi, nella Giornata di azione Europea, ha echeggiato nei tanti cortei che hanno riempito le strade di molte città del vecchio continente. Sciopero in Belgio, Grecia, Spagna, manifestazioni in Finlandia, Francia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Cipro, Portogallo. In Italia mobilitazioni a Roma, Napoli e Mestre. Una giornata di protesta proclamata dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES) contro la crisi e per rivendicare misure che favoriscano: lavoro, giustizia sociale e solidarietà.
Migliaia i cittadini, i lavoratori, i disoccupati, i pensionati che da tutta Europa hanno raggiunto Bruxelles, per partecipare al corteo che ha sfilato per le vie della capitale, raggiungendo la sede del Parlamento Europeo, mentre il Presidente della Commissione UE Josè Barroso presentava il nuovo pacchetto di misure per la governance economica europea. Alla manifestazione, aperta simbolicamente da falsi 'businessman' con manifesti dell''Associazione europea imprese fraudolente' e dell''Unione europea degli speculatori', hanno preso parte circa 50 organizzazioni sindacali di 30 paesi europei. "I lavoratori - ha dichiarato il Segretario Generale della CES, John Monks - sono nelle strade oggi con un messaggio chiaro per i dirigenti dell'Europa: siete ancora in tempo a non scegliere l'austerità, siete ancora in tempo per cambiare strada". Per Monks i piani d'austerità avranno un effetto disastroso sulle persone e sull'economia "i nostri governi, quasi tutti, - ha aggiunto - si imbarcano su tagli consistenti alla spesa pubblica. Ma lo fanno in una fase in cui l'economia è molto vicina alla recessione e quasi certamente la vedremo ripiombare in recessione sotto i colpi di questi tagli".
In Italia le manifestazioni organizzate dalla CGIL , in occasione della Giornata di mobilitazione europea sono iniziate nella mattinata a Napoli e Venezia e si sono concluse a Roma, con una iniziativa a Piazza Farnese per ribadire 'sì alla crescita e al lavoro, no ai tagli'.
"C'è qualcosa che ci lega gli uni agli altri". Queste le parole con le quali il Segretario Generale della CGIL ha introdotto il suo discorso sul palco in Piazza Farnese a Roma, ricordando gli scioperi generali di oggi in molte città europee e in particolare quello promosso dalla CGIL il 25 giugno scorso. "Siamo tutti d'accordo – ha proseguito Epifani - nel respingere l'unica cosa che l'Europa sta facendo: una politica di tagli, disinvestimenti, attacco alle conquiste di lavoratori e pensionati, di abbassamento dei diritti dei lavoratori, di attenzione solo ai problemi della stabilità finanziaria". Una manovra secondo il leader della CGIL "che tende a rendere la parte più povera dell'Europa ancora più povera".
"Questa giornata di mobilitazione europea – ha spiegato il Segretario Generale - è importante, perché dimostra che in Europa ci sono milioni e milioni di persone che non si rassegnano a vedere una manovra che è solo attenta ai dati di bilancio, di deficit, che non pensa ai giovani, ai precari, ai disoccupati e ai lavoratori che perdono l'occupazione" in questo modo, ha proseguito "non si riesce a costruire un futuro degno di questo nome".
Nel giorno della mobilitazione europea Epifani non ha potuto fare a meno di ricordare due importanti fatti avvenuti proprio oggi e che ledono i diritti dei lavoratori: il primo l'approvazione al Senato, del 'collegato lavoro' con la quale, "maggioranza e governo hanno proceduto su una strada che non è buona" perché, aggiunge "non si sono voluti sentire i pareri del capo dello Stato". Secondo il numero uno di Corso d'Italia l'arbitrato è ancora "troppo vincolante" e anche l'abbassamento dell'età dell'obbligo scolastico è "un fatto molto grave, che non c'è in alcun paese al mondo". Il secondo fatto citato è stato l'accordo raggiunto in Federmeccanica sulle deroghe per il contratto dei metalmeccanici che secondo il leader della CGIL è "una scelta sbagliata per Confindustria e Federmeccanica" e che, aggiunge "porterà inevitabilmente ad una cancellazione di un contratto nazionale di settore degno di questo nome". Epifani dunque, lancia un messaggio alla Confindustria: "dove non è stata isolata, la CGIL si è assunta le proprie responsabilità e i contratti sono migliori per tutti. Questo è ormai chiaro ed evidente".
Ricordando le tante manifestazioni che la CGIL promuove per quest'autunno, affianco dei precari della scuola, dei metalmeccanici, per arrivare a quella nazionale del 27 novembre, Epifani ha concluso "continueremo il nostro impegno, la nostra battaglia" perché "c'è bisogno di battersi e non rassegnarsi e di dire che un'altra politica economica e sociale è possibile, anzi che è necessaria se si vuol ritornare a scommettere sul futuro del Paese".