Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Attualità » Sindacato » Diciamo NO ad una manovra economica che nega un futuro al Paese e prima di tutto ai giovani

Diciamo NO ad una manovra economica che nega un futuro al Paese e prima di tutto ai giovani

La manifestazione del 12 giugno 2010 contro la manovra economica del Governo e per denunciare come il suo peso sia "Tutto sulle nostre spalle".

11/06/2010
Decrease text size Increase  text size

Il 12 giugno in piazza a Roma con la CGIL i lavoratori e le lavoratrici degli enti pubblici di ricerca occupati, della scuola umiliata dai tagli, dell'università ormai al collasso diranno NO alla manovra economica.

I più colpiti sono i precari: in migliaia perderanno il posto a causa dei nuovi tagli ai contratti flessibili a cui si aggiungono quelli che verranno licenziati negli enti soppressi. Nella scuola ai 25.000 già licenziati lo scorso anno se ne aggiungeranno circa 20.000 a settembre. Se questa non è macelleria sociale come dobbiamo chiamarla?

La manovra economica colpisce ancora una volta i settori della conoscenza perché rappresentano un oggettivo problema per la macchina di costruzione del consenso del Governo. Non si spiega diversamente questo accanimento. Paradossale il taglio alle missioni all'estero che colpisce università ed enti. La collaborazione in progetti di ricerca internazionali non è un optional dell'attività di queste istituzioni ma la linfa vitale. Una manovra economica che deprimerà ancora di più l'economia negando un futuro al Paese e prima di tutto ai giovani.

Noi non ci stiamo! Fin dalla mattina saremo presenti in Piazza del Popolo con dei gazebo dove i ricercatori faranno informazione sulle attività che svolgono e i servizi che verranno tagliati. Ci saranno anche i movimenti: il popolo viola attiverà un videobox in cui si raccoglieranno testimonianze sulla crisi vissuta dalle persone, e il loro giudizio sulle proposte del Governo per affrontarla e farà informazione sulla legge bavaglio.

Il movimento per l'acqua pubblica continuerà la straordinaria raccolta di firme per i referendum mentre la fabbrica di nichi metterà in scena una finta partita di calcetto contro l'imposizione dell'arbitrato come strumento di risoluzione delle controversie tra lavoratori ed imprese.
In campo cinque "lavoratori", caratterizzati da maglie che identificano diversi tipi di contratti di lavoro, sfideranno a calcio un "datore di lavoro" in giacca e cravatta - una sfida che tutti i giorni si svolge nei tribunali e nei luoghi di lavoro. Giudice della gara sarà un arbitro che cambierà le regole di volta in volta a proprio piacimento e dimostrerà, nel corso del match, di essere chiaramente dalla parte del datore di lavoro.

Roma, 11 giugno 2010