Epifani: “…il governo deve dare risposte al grande tema della precarietà…”.
Il Segretario generale, Guglielmo Epifani, nella relazione al Comitato Direttivo della CGIL, fa esplicito riferimento al problema del precariato nei nostri settori invitando il governo a dare seguito agli impegni presi con il programma.
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“… Il governo deve dare risposte al grande tema della precarietà. Nei primi atti del governo non vedo la forza necessaria per mettere questo tema al centro della sua attività; capisco le difficoltà, con Confindustria e in parte con Cisl e Uil. Ma Prodi aveva detto che questo doveva essere un capitolo centrale dell’azione del suo esecutivo. E ci sono azioni che possono essere fatte: intervenire sulla precarietà nel settore pubblico, nella scuola, nella ricerca, nell’università, negli enti locali, nella sanità per arrivare a quelle politiche del lavoro che vanno riscritte in profondità come obiettivo di legislatura”.
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“Vorrei che il governo assumesse esplicitamente l’obiettivo di riscrivere, risistemare la legislazione sul lavoro come obiettivo di questa legislatura, partendo dalla cancellazione e riforma di quegli istituti sui quali è possibile costruire politiche più avanzante. Su questo, come su quei punti su cui non dovessimo avere risposte adeguate, non dobbiamo smarrire la nostra capacità di pressione e di iniziativa autonoma. Se sulla precarietà del lavoro nona avessimo risposte adeguate, non intendo lasciare a nessuno – che non sia la nostra organizzazione – la gestione di iniziative coerenti e conseguenti con questo obiettivo. Perché so che se le governiamo noi, potranno restare in un tracciato che tiene assieme l’unità ed il rigore confederale”.
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Bisogna lavorare per il rinnovo dei contratti del settore pubblico, definendo o prima o contestualmente la risoluzione dei problemi della previdenza integrativa per i settori pubblici, che ancora oggi ne sono sprovvisti; e - insieme – quel tavolo che ci metta in condizione di affrontare quel rapporto fra i pensionamenti, la stabilizzazione del rapporto di lavoro precario e l’apertura ai giovani in tutti i settori pubblici, compresa la scuola...”
Roma, 26 luglio 2006