Il Ministro Brunetta smentisce i firmatari dell'Intesa separata
Il Ministro con una circolare smentisce quanti nei giorni scorsi vaneggiavano di aver bloccato l'applicazione del Decreto Legislativo 150/2009. Solo la difesa del contratto nazionale rappresenta la garanzia e la tutela contro le norme autoritarie contenute nel decreto Brunetta.
Il Ministro Brunetta smentisce, con la CM n. 1 del 17 febbraio 2011, chi si era affannato nelle scorse settimane a giustificare la firma dell'Intesa separata su pubblico impiego, dichiarando che, grazie a quell'accordo, si sarebbe salvata la contrattazione e che i principi contenuti nel DLgs 150/2009 in merito di premialità sarebbero stati accantonati per tempi migliori.
Brunetta nella breve circolare non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quanto già affermato in passato (CM 7/2010).
Ribadisce essenzialmente tre punti:
- l'obbligo di adeguamento dei contratti ai contenuti del DLgs 150/2009 in tema di riparto di competenze tra legge e contratto;
- l'obbligo per la contrattazione collettiva di applicare i principi di merito, premialità e selettività contenuti nello stesso decreto;
- l'applicazione dell'art. 19 (la classifica dei dipendenti) a partire dal rinnovo dei prossimi contratti di lavoro.
Il Ministro con questo atto tenta di intervenire in maniera unilaterale sui contratti attualmente vigenti, forzando sull'applicabilità dei contenuti del decreto. Questo è esattamente il contrario di ciò che numerose sentenze hanno sancito: senza rinnovo dei CCNL, valgono i contenuti dei contratti collettivi e conseguentemente una buona parte delle disposizioni contenute nel DLgs 150/2009 rimangono allo stato inapplicabili.
Questa vicenda non fa altro che confermare le ragioni della mancata firma della CGIL sull'Intesa separata. Non si sono volute affrontare le emergenze (blocco contratti, precariato, RSU, scatti di anzianità, pressione fiscale sulle retribuzioni pubbliche) sottoscrivendo una intesa inutile per i lavoratori.
La FLC CGIL in questi mesi si è spesa per difendere la validità dei CCNL e le prerogative della contrattazione decentrata in tutte le sedi di lavoro e questa battaglia sindacale ha pagato, portando alla chiusura di migliaia di contratti senza che questi recepissero le assurde imposizioni del decreto Brunetta.
Questo rappresenta un grande risultato per la nostra organizzazione e per i lavoratori e lo vogliamo ribadire con forza soprattutto a coloro che privilegiano modalità non sindacali di ottenere “risultati”.