Istruzione e Ricerca; rilanciare investimenti e contrattazione
La piattaforma rivendicativa unitaria alla base della proclamazione dello stato di agitazione nel Comparto
Con l’invio della richiesta di esperire il tentativo obbligatorio di conciliazione, è stata formalizzata la proclamazione dello stato di agitazione nel Comparto Istruzione e Ricerca, con l’astensione da ogni attività aggiuntiva di tutto il personale della scuola, docente ed ATA (in particolare, con la consegna ai dirigenti scolastici della rinuncia all’incarico superiore da parte degli assistenti amministrativi facenti funzioni di DSGA), del personale delle università, degli Enti di ricerca e dell’AFAM. Di seguito e in allegato i principali obiettivi dell’iniziativa sindacale in atto.
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Rinnovo del CCNL sotto il profilo normativo e retributivo
Il CCNL 2016-2018, già scaduto il 31/12/2018, è stato formalmente disdettato. Le scriventi Organizzazioni sindacali pertanto rivendicano risorse aggiuntive per:
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completare il recupero salariale rispetto a quanto perso nel precedente decennio a seguito del blocco della contrattazione;
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perequare le retribuzioni del settore alla media di quelle del comparto pubblico;
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ridurre il divario stipendiale esistente rispetto alla media dei paesi europei;
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garantire il consolidamento in busta paga dell’elemento perequativo previsto nel CCNL 2016/2018;
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valorizzare la professionalità del personale del comparto;
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incrementare il fondo per la contrattazione integrativa delle istituzioni scolastiche fermo al 2013;
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riavviare le progressioni economiche e di carriera per l’Università e la Ricerca bloccate da dieci anni e rendere maggiormente flessibile la costituzione e l’utilizzo dei fondi per il salario accessorio.
In tema di relazioni sindacali:
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va affermata la centralità delle prerogative contrattuali rispetto alla legge come strumento di potenziamento della funzione unificante che il sistema di Istruzione e Ricerca svolge per l’intero Paese. Giudicano inaccettabile l’intervento operato in occasione della conversione in legge del Decreto Legge 126/2019 in tema di mobilità del personale docente in vigenza di un Contratto Integrativo Nazionale valido fino a tutto l’anno scolastico 2021/2022.
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Settore Scuola
Organici e stabilizzazione precari
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superare la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto a partire dalle dotazioni dei posti di sostegno che oggi vedono più di 70.000 posti in deroga.
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rendere disponibile in via strutturale e permanente il sistema delle abilitazioni nella scuola ai fini della stabilizzazione del precariato in favore dei precari con almeno 3 anni di servizio, docenti già di ruolo, dottori di ricerca.
Personale ATA
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consentire agli assistenti amministrativi facenti funzioni di DSGA senza titolo specifico di partecipare alle procedure riservate per accedere al profilo di DSGA;
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incrementare l’organico Ata implementando i parametri di distribuzione del personale alle scuole anche in ragione delle sempre più crescenti esigenze di sicurezza e assistenza degli alunni specie per quanto riguarda il profilo di collaboratore scolastico;
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prevedere l’organico potenziato anche per il personale ATA;
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procedere ad un piano straordinario di assunzioni su tutti i posti liberi, in quanto da anni circa 20.000 posti, oltre il 10% dell’organico, sono destinati a rapporti di lavoro a tempo determinato.
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riattivare per tutti i profili la mobilità professionale (art. 48 CCNL 2007) e l’accesso alle posizioni economiche (art. 50 CCNL 2007);
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abrogare le norme che impediscono di sostituire i colleghi fin dal primo giorno di assenza.
Sburocratizzazione del lavoro docente e semplificazione
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limitare all’essenziale la documentazione relativa ai processi didattici e amministrativi;
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valorizzare l’autonomia progettuale dei docenti che si esplica nella dimensione individuale e collegiale;
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garantire pienamente la libertà di insegnamento e definire sedi per la sua tutela;
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snellire i procedimenti amministrativi eliminando confusioni e conflitti di competenza con altri enti pubblici;
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ripristinare la funzionalità degli uffici territoriali dell’amministrazione periferica al fine di liberare le scuole da compiti impropri e gravosi.
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Settore Università e Aziende Ospedaliero-universitarie
Revisione dell’ordinamento
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Rivedere il sistema di classificazione per meglio valorizzare la professionalità dei lavoratori nell’attuale organizzazione del lavoro degli Atenei, ponendo attenzione anche ai professionisti della categoria delle Elevate Professionalità.
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Definire una specifica disciplina contrattuale per il personale delle aziende ospedaliero - universitarie tenendo conto della peculiare funzione legata alla formazione e alla ricerca, nonché una specifica disciplina per gli ex Lettori di madrelingua e i Collaboratori esperti linguistici. Va compresa e regolamentata nel CCNL la figura del Tecnologo.
Fondi risorse decentrate
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superare gli attuali limiti imposti dalla legge ai fondi del salario accessorio introducendo meccanismi di garanzia per le progressioni economiche da realizzare per tutti i lavoratori meritevoli entro un arco temporale certo.
Finanziamento
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incrementare la quota base del FFO per ridare impulso all’offerta formativa e alla ricerca e ai servizi agli studenti, per reintegrare i costi degli aumenti stipendiali e contrattuali e per prevedere un apposito finanziamento aggiuntivo finalizzato alla valorizzazione e riqualificazione del personale.
Precariato e reclutamento
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prevedere un intervento straordinario per sostituire le unità di personale cessato negli ultimi 10 anni e mai sostituito, avviando percorsi di stabilizzazione del personale precario che ha garantito fino ad oggi le attività di ricerca e di didattica, nonché quelle di assistenza nelle AOU, tecnica e amministrativa. Chiarire che al reclutamento universitario si applica la deroga prevista dall’art.1, comma 366, della Legge n.145/2018.
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Settore Ricerca
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superare la frammentazione del sistema, prevedendo una governance scientifica diversamente dal coordinamento politico previsto dalla costituenda Agenzia Nazionale della Ricerca
Finanziamento
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incrementare i finanziamenti agli enti per dare impulso alle attività di ricerca, per reintegrare i costi degli aumenti stipendiali e contrattuali e per prevedere un apposito finanziamento aggiuntivo finalizzato alla valorizzazione e riqualificazione del personale
Precariato
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superare il precariato con il completamento del processo di stabilizzazione dei precari della ricerca iniziato con il decreto Madia
Fondi risorse decentrate
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rimuovere i vincoli alla crescita dimensionale dei fondi imposti per legge al valore del 2016, per riaffermare il principio dell’autonomia a budget stabilita dal D.lgs 218/2016
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evitare la riduzione al 70% del tetto di spesa per il personale degli Enti Pubblici di Ricerca garantendo l’autonomia di spesa per il personale e per la programmazione delle assunzioni mantenendolo all’attuale 80% come previsto dal D. lgs 218/2016.
Revisione dell’ordinamento
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rivedere l’ordinamento professionale per permettere l’adeguata valorizzazione del personale
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superare il blocco delle carriere a partire dalla piena applicazione dell’art. 15 per ricercatori e tecnologi e consentendo l’incremento del Fondo per le progressioni di carriera per il personale tecnico e amministrativo
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Settore AFAM
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Riconoscimento status universitario anche sotto il profilo economico delle istituzioni AFAM
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Prevedere una complessiva revisione delle figure professionali del personale previste dai vigenti Contratti.
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Ampliamento delle dotazioni organiche
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Superare il blocco ventennale delle dotazioni organici dei docenti al fine di renderlo coerente con l’ampliamento sia dell’offerta formativa che del numero degli studenti.
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Stabilizzazione ex musicali pareggiati e stabilizzazione precari
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Attuare rapidamente i processi di statizzazioni tenuto conto che diversi ex istituti musicali pareggiati (a cui si applica il CCNL AFAM) non sono più in grado di pagare neppure gli stipendi.
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Unitarietà del sistema nazionale di istruzione
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Salvaguardare il carattere unitario e nazionale del Sistema di istruzione, come fattore unificante del Paese sotto il profilo culturale e per garantire uguaglianza di opportunità alle nuove generazioni nell’accesso all’istruzione e alla formazione fino ai suoi più alti livelli. La regionalizzazione del sistema scolastico va esclusa in qualsiasi forma, per evitare gli squilibri già oggi eccessivamente marcati fra aree territoriali, a danno dei settori più deboli e indifesi della società.