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Ordine del giorno sul 60° anniversario della liberazione

Ordine del giorno del Direttivo della FLC Cgil del 17 febbraio

18/02/2005
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La primavera del 1945 fu una primavera di rinascita per il nostro Paese che usciva dal baratro del ventennio fascista.

La lotta di liberazione nazionale intrapresa dai Partigiani contro il nazismo e il fascismo contribuì alla liberazione dell’Italia e riscattò la dignità e l’onore del popolo italiano, asservito dal regime, trascinato nelle guerre di aggressione e nell’ abominio delle leggi razziali.

Il Comitato Direttivo Nazionale della FLC Cgil con orgoglio ha approvato la determinazione della Segreteria nazionale di aderire all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e con orgoglio invita tutti i suoi componenti e tutti i militanti delle strutture territoriali a fare altrettanto.

E’ il modo migliore, più concreto e tangibile, oggi, di stare a fianco di quanti, Partigiani italiani, si batterono per la libertà di tutti e per la conquista della democrazia.

E’ il modo migliore per battere il tentativo palese, da parte del Governo di centrodestra e dell’attuale maggioranza, di impedire una degna celebrazione del 60° anniversario della Resistenza e della allora riconquistata libertà del nostro Paese.

Il C.D. condanna apertamente il mancato e doveroso sostegno finanziario da sempre erogato alle Associazioni partigiane e il mancato finanziamento per le celebrazioni del 60° anniversario della Liberazione.

Il C.D. condanna apertamente l’iniziativa legislativa che tende ad equiparare i combattenti per la libertà e le squadre terroristiche della Repubblica Sociale Italiana.

Perché non vi è ricostruzione storica che possa mai mettere sullo stesso piano chi si adoperava con le armi e le torture per difendere il nazismo e il fascismo, eliminare fisicamente gli oppositori, sterminare il popolo ebraico e chi, dal fronte opposto, metteva in gioco la vita per la libertà, la democrazia, la dignità della persona e del Paese. E’ in questo senso impossibile qualsiasi disegno pacificatore e livellatore fra chi si trovò a combattere su fronti opposti, come inaccettabile suona qualsiasi negazionismo, riduzionismo, revisionismo a fronte dell’orrore dello sterminio del popolo ebraico a cui i fascisti parteciparono con accanimento e servilismo e che non trova nessun termine di paragone fra i mille orrori che hanno costellato la storia dell’umanità.

Un revisionismo che oggi si estende alla stessa storia della Repubblica nata dalla Resistenza, non tanto riesumando fatti che per la loro oggettività sono inequivocabili, quanto descrivendoli in un contesto assolutamente travisato, laddove la storia repubblicana è e resta soprattutto storia di democrazia e di lotte democratiche.

Noi ci sentiamo eredi di quei valori che ispirarono la lotta partigiana.

Se oggi possiamo condurre la nostra battaglia per il diritto alla conoscenza come nuovo ed esteso diritto di cittadinanza lo dobbiamo a quella eredità e alla Costituzione italiana che, nell’ambito di quell’ eredità, è il più nobile dei lasciti.

E’ nel solco tracciato dalle donne e dagli uomini della Resistenza, dalle donne e dagli uomini della Costituzione italiana, che noi troviamo i valori della pace, del lavoro, della conoscenza, come diritti della persona, dell’individuo e del lavoratore.

Come persone che operano nel campo dell’istruzione, della ricerca, della formazione sappiamo che non vi è libertà senza conoscenza. In questo senso va l’impegno per la costruzione del nostro Sindacato della conoscenza, perché abbiamo individuato proprio nella conoscenza il fulcro indispensabile della cittadinanza dei moderni.

Il C.D. impegna tutta l’Organizzazione ad adoperarsi nei luoghi di lavoro, che sono per elezione luoghi di dialogo e di pace di confronto fra intelletti e fra le generazioni, affinché il 60° anniversario della Liberazione sia celebrato degnamente e sia fatto conoscere ai giovani come uno dei momenti più alti della storia nazionale.

Il C.D. impegna le strutture tutte affinché le manifestazioni che si terranno il prossimo 25 aprile vedano una presenza massiccia della nostra organizzazione per testimoniare la natura e la forza del nostro impegno civile e democratico.

Roma 18 febbraio 2005