Sciopero 18 marzo: l'adesione del Movimento di Cooperazione Educativa
Il Movimento di Cooperazione Educativa aderisce alla giornata di mobilitazione e allo sciopero che abbiamo proclamato in tutti i settori della conoscenza.
NO AL MAESTRO UNICO
PER UN TEMPO SCUOLA LUNGO
NO a CLASSI separate PER ALUNNI STRANIERI
LA SCUOLA È UN LABORATORIO SOCIALE
DI CONOSCENZA E CITTADINANZA ATTIVA
Le iscrizioni al prossimo anno scolastico si sono chiuse: nelle intenzioni di questo governo dovevano essere una promozione a pieni voti dei provvedimenti che hanno investito la scuola, invece si sono dimostrate una drastica bocciatura .
La stragrande maggioranza delle famiglie ha scelto, tra i modelli di scuola proposti, quelli che più garantiscono più formazione, maggior istruzione unita a cura della relazione educativa.
Hanno detto no ad un tempo scuola breve, sbrigativo, sommario.
Hanno detto no ad un modello di scuola rabberciato, con insegnanti mandati allo sbaraglio un’ora di qua, un’ora di là, anch’essi vittime, come i bambini e le bambine, di una frantumazione contraria ad ogni criterio pedagogico.
Hanno detto No al maestro unico, factotum, con orario corto.
Insomma, le famiglie italiane hanno detto che hanno fiducia nei loro insegnanti, che vogliono continuare a mandare i loro figli nella scuola pubblica.
Semmai hanno voluto far sapere al Miur che vogliono maggiori stanziamenti, più insegnanti e più ore per l’educazione dei loro figli : per l’informatica e per l’educazione linguistica, per l’integrazione degli alunni con bisogni speciali…
Ci auguriamo che il Miur ne voglia tener conto.
Il Movimento di Cooperazione Educativa aderisce alla giornata di mobilitazione del mondo scolastico per sottolineare in maniera inequivocabile il dissenso degli insegnanti nei confronti di un’idea di scuola che vuole affrontare il domani con ricette del passato: orari unici e abbreviati, maestri unici e non coordinati tra loro, testi unici che invecchieranno presto.
Il Movimento di Cooperazione Educativa esprime inoltre netta contrarietà nei confronti delle classi separate e del tetto per gli alunni stranieri: soluzioni che mirano ad un scuola escludente e vanno respinte con forza.
Non siamo per una scuola immobile, vogliamo che sia rilanciato il dibattito sul tempo e sui modelli di scuola migliori per il futuro delle giovani generazioni. Ma vogliamo anche che la scuola, rimanendo pubblica e aperta, riscopra le ragioni della sua mission costituzionale: per garantire il diritto d’istruzione a tutti e a tutte.
All’orizzonte ci sono nuvole che andrebbero dissipate: al Miur e in Parlamento si discute di nuova formazione degli insegnanti, di nuove forme di reclutamento, di abolizione di organi collegiali, di trasformazione della scuola in senso privatistico ed economicistico.
Per il Movimento di cooperazione educativa la scuola è un laboratorio sociale in cui si costruisce cittadinanza, partecipazione, in cui bambini e bambine apprendono strumenti culturali del vivere insieme, nel rispetto e nella legalità.
E’ per questa scuola che vogliamo continuare a impegnarci e a mobilitare tutte le nostre forze.
Roma, 5 marzo 2009
La segreteria nazionale
M.C.E.