Spagna. Terza giornata di mobilitazione degli insegnanti madrileni
Rimane sostenuto il “conflitto educativo” nella capitale spagnola, con una partecipazione ancora alta di scioperanti nella scuola secondaria
Nonostante sia calata dall’80% al 55% la partecipazione allo sciopero nel terzo giorno consecutivo di astensione dal lavoro, non può dirsi che la tensione nelle scuole madrilene sia scesa. Il calo di adesioni infatti non è attribuibile solo alla lunghezza delle astensioni ma anche al cambio dello schieramento che sosteneva la mobilitazione e delle categorie di insegnanti coinvolte. Dei quattro sindacati che avevano organizzato lo sciopero di martedì e mercoledì, tre (FETE-UGT, ANPE, CSI-CSIF) non avevano previsto la sua continuazione il giovedì, mentre solo le Comisiones Obreras avevano deciso di continuare, ma esclusivamente per la scuola secondaria, che costituisce la parte più direttamente interessata dagli aumenti di orario e dal taglio delle supplenze. Alle Comisiones si sono comunque aggiunti i sindacati “più a sinistra” STEM-STES e CGT, assenti nelle prime due giornate, i quali invece avevano puntato su uno sciopero nella giornata del 22 per tutta la categoria, infanzia e primaria comprese.
D’altra parte la scorsa settimana in un referendum svoltosi tra i lavoratori della scuola secondaria, di fronte alla prospettiva di una agitazione a scacchiera fatta dalle diverse sigle, il 59% aveva optato per uno sciopero dal martedì al giovedì.
Insomma “el conflicto educativo”, come lo chiamano i giornali spagnoli, resta piuttosto sostenuto, soprattutto nella secondaria, e minaccia di riprendere, come promette la FETE-UGT, la quale ha rinunciato alla terza giornata di sciopero per non pesare sullo stipendio mensile dei lavoratori ( circa 130 euro al giorno) ma promettendo un’altra giornata di sciopero per il mese di ottobre. D’altro canto anche l’assessora madrilena all’educazione, che mercoledì sembrava più disponibile alla negoziazione, ha ribadito ieri che non è comunque sua intenzione rimettere in discussione l’aumento delle ore.