Una "paccata" di cifre a caso
Dalla Fornero alla Stellacci, già dimenticato lo stile misurato del Governo dei professori
Lo stile misurato e dialogante del Governo Monti e dei suoi alti dirigenti, dopo un avvio che sembrava aver ridato dignità alle istituzioni, sembra tornare ai toni beceri e arroganti al quale ci aveva abituati Berlusconi e la sua corte.
Il Ministro del lavoro non ha ancora mostrato il dito medio alle parti sociali, attonite, ma poco ci manca. Parla di paccate di soldi che nessuno ha visto e non sa che, lontano da Torino, il "pacco" è sinonimo di fregatura.
Toni arroganti ai quali è ricorsa anche una dirigente in ascesa del MIUR, chiamata da Profumo a capo del Dipartimento istruzione. Qui sembra di essere ritornati alla gestione Gelmini del ministero. Il suo addetto stampa, anch'esso direttore generale, dichiarò con fierezza che il governo aveva cofinanziato un tunnel lungo dal Gran Sasso fino al Cern di Ginevra per far transitare più veloci della luce i neutrini. La neo dirigente ha dichiarato che 41.000 insegnanti non insegnano e per questo non è possibile fare nuove assunzioni, prendendo due cantonate in un colpo solo. Notizia falsa e fuorviante. Disinformata lei o con volontà di disinformare?
Come allora per la bufala del tunnel, è arrivata pronta la smentita del ministero. Ammettiamo che questa ha tutt'altro stile rispetto a quella maldestra della Gelmini che non volle ammettere l'incidente del suo dirigente. La nota del MIUR, molto dettagliata e corredata da allegati, richiama l'insegnamento "che tutti abbiamo imparato sin dalle elementari, “mele” e “pere” non possono sommarsi o sottrarsi".
Scorrendo la specifica delle occupazioni che distoglierebbero questi lavoratori, non solo docenti, dal loro incarico, la contrarietà per l'incauta dichiarazione cresce: tra gli altri, ci sono i docenti inidonei per gravi motivi di salute, spesso trattati come reietti e minacciati di licenziamento, svolgono invece utili funzioni nelle segreterie o nelle biblioteche; abbiamo dottorandi di ricerca, pagati da altre amministrazioni, che rappresenterebbero le eccellenze che a parole si vorrebbe valorizzare; c'è chi esercita un mandato politico o amministrativo, in aspettativa senza assegni; ci sono 300 comandati per l'autonomia scolastica, ridotti di anno in anno, anch'essi svolgono il loro lavoro presso altre amministrazioni o associazioni per rinsaldare il legame fra scuola e territorio; infine, la nota, elenca "i famigerati" (chissà perchè) insegnanti che usufruiscono in tutto il territorio nazionale del distacco sindacale: sono un po’ meno di mille, dunque una cifra assolutamente congrua con i numeri di questa amministrazione, che peraltro assicurano l’esercizio di un diritto costituzionale del personale ad organizzarsi in sindacato".
Il 5, 6 e 7 marzo si sono svolte le elezioni per le RSU in tutto il pubblico impiego e anche nella scuola, oltre tre milioni di lavoratori sono stati chiamati al voto, hanno risposto con un'adesione straordinaria, oltre l'80%. Evidentemente un segnale verso chi vuole ridimensionare il ruolo del sindacato e delle sue rappresentanze nei luoghi di lavoro, un riconoscimento per questo ruolo e l'esercizio di questo diritto costituzionale.