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50.000 iscritti in meno all'Università. Pantaleo: il dato fa paura

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

31/01/2013
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Nell'ultimo decennio si sono accompagnati tagli violenti all'Università, il definanziamento del diritto allo studio, che ha prodotto lo scandalo degli studenti idonei non vincitori di borsa di studio per insufficienza di fondi, e una squalificazione del tessuto produttivo che sempre meno domanda e accoglie alte qualifiche. In Italia studiare è sempre più costoso e difficilmente accessibile. E in più studiare non paga. Il numero di laureati disoccupati è analogo a quello dei coetanei diplomati, perché il nostro tessuto produttivo non è in grado di assorbirli e valorizzarli, e dilaga la precarietà. A ciò si sono aggiunte le dichiarazioni di Ministri che hanno invitato i giovani ad accettare qualsiasi lavoro e hanno avallato l'idea che non è necessario studiare. “Non siate choosy” era l'appello rivolto ai giovani solo pochi mesi fa dal Ministro Fornero.

I risultati di tutto questo sono racchiusi nella cifra denunciata oggi dal CUN: negli ultimi 10 anni, in controtendenza rispetto ad un trend di lungo periodo precedente, calano le immatricolazioni all'Università.

È un dato preoccupante, che racconta di opportunità negate ai giovani e al Paese, da la misura del rischio di impoverimento culturale del nostro Paese. Un Paese che non investe sulla conoscenza, sulla ricerca, sulla scuola, che non scommette sull'allargamento dell'accesso all'Istruzione è un Paese che non si da una chance.

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