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Colpo di mano del Governo sull'obbligo scolastico: si riporta l'orologio della storia agli anni '50

Comunicato stampa di Enrico Panini, Segretario Generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.

18/07/2008
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Il comunicato stampa di Enrico Panini
sulle dichiarazioni del Ministro Gelmini

Un emendamento al decreto 112 in discussione in queste ore alla camera cancella l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 16 anni di età, attualmente in vigore.

L'emendamento infatti prevede che si possa assolvere l'obbligo scolastico anche nel sistema regionale della formazione professionale e nei percorsi triennali istituiti dal ministro Moratti, che escono così dalla sperimentalità per diventare definitivi e che già prevedono a loro volta un massiccio ricorso alla formazione professionale.

Ben diversa la situazione attuale che prevede, in coerenza con il dettato costituzionale, l'assolvimento dell'obbligo scolastico nel solo sistema di istruzione che comprende le scuole statali e paritarie.

Un ennesimo colpo di mano per via legislativa contro la scuola pubblica e una sconfessione degli impegni assunti dal ministro Gelmini.Così si riporta l'orologio della storia agli anni 50, alle scelte precoci compiute a 14 anni di età, si torna a separare sulla base del reddito, per chi ha mezzi e opportunità sociali la scuola vera, per chi parte da qualche svantaggio sociale, il canale di serie C.

Si spacca l'unitarietà del sistema creando per i meno fortunati un canale parallelo discriminatorio, si regionalizza e si privatizza un pezzo di formazione. Si piega la formazione professionale ad ancella della scuola pubblica negandone invece le peculiarità e la qualificazione che si esprime nel legame coi processi di formazione finalizzati all'accesso al lavoro o alla sua riconversione.

Questo segna, ancora una volta, un secco ritorno all'indietro rispetto ai processi avviati di recente nella scuola, tesi a realizzare concretamente l'innalzamento dell'obbligo nel biennio della scuola superiore, discontinuità che si ripete anche con la revisione dei programmi di insegnamento del primo ciclo.

Tagli indiscriminati, revisione totale di ordinamenti, organizzazione e didattica, continui stop and go ai processi di riforma, testimoniano l'alta considerazione che questo Governo ha per i delicati meccanismi di funzionamento della scuola e svela, se ce ne fosse ancora bisogno, come tutto il discredito gettato sul sistema e i docenti fosse finalizzato a far passare nella società l'opera di smantellamento della scuola pubblica.

Roma, 18 luglio 2008
_____________________

All'articolo 64, dopo il comma 4, inserire il seguente comma:

4- bis. Ai fini di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di razionalizzazione dell'attuale assetto ordinamentale di cui al comma 4, nell'ambito del secondo ciclo di istruzione e formazione di cui al decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, anche con l'obiettivo di ottimizzare le risorse disponibili, all'articolo 1, comma 622, della legge n. 296/06, sono soppressi i periodi da «Nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici.... sino a «Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano» e sostituiti dal seguente «L'obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al Capo III del decreto, legislativo n. 226/05, e, sino alla completa messa a regime delle disposizioni ivi contenute, anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui all'articolo 1, comma 624 della legge 27 dicembre 2006, n. 296».
64. 47. Il Governo.

(Emendamento approvato definitivamente da entrambi i rami del parlamento [vedi legge 133/08]