Contratto “Istruzione e Ricerca”: giovedì 8 febbraio parte la trattativa non stop all’Aran
Giungere quanto prima alla conclusione del negoziato per restituire dignità ai lavoratori della Conoscenza. Comunicato stampa della FLC CGIL.
L’Aran ha convocato, per giovedì 8 febbraio, le organizzazioni sindacali per la ripresa della trattativa per il rinnovo del contratto del nuovo comparto “Istruzione e Ricerca”. Filo diretto sul contratto.
Per la FLC CGIL questo negoziato deve concludersi quanto prima, poichè troppo lunga è stata l’attesa da parte dei lavoratori di Scuola, Università, Ricerca e AFAM.
Esistono ancora alcuni nodi da sciogliere.
Per la parte economica, come abbiamo sempre sostenuto, le risorse di cui tenere conto sono quelle stabilite dall’Accordo del 30 novembre 2016 e quelle stanziate in legge di bilancio 2018. L’obiettivo resta quello di garantire almeno un aumento medio di 85 euro che, ribadiamo, deve rientrare tutto sul tabellare. Assieme a queste risorse, riteniamo fondamentale riportare in contrattazione le risorse della legge 107/15, in particolare quelle legate al bonus.
Inoltre, riteniamo fondamentale, prima di tutto sul piano culturale e valoriale, individuare nella scuola, anche tramite il contratto, una dimensione di “comunità educante” costituita dagli studenti e dai genitori oltre che dal personale docente, educatore, ata e dirigente che vi lavora. Un’idea di scuola che sia lontana da suggestioni aziendaliste e che tragga la sua ragion d’essere dalla missione costituzionale di promozione sociale che le è stata affidata.
Uno dei pilastri di una scuola così concepita è la salvaguardia della libertà di insegnamento in funzione dell’esercizio del diritto all’apprendimento. E ciò anche in relazione alle sanzioni disciplinari che il contratto è chiamato a regolare per la sua parte.
Così come restano aperte molte questioni legate ai contratti di Università e Ricerca, settori dei quali intendiamo salvaguardare le caratteristiche di autonomia e autogoverno minate da leggi come la cosiddetta Brunetta.
E infine, è aperto il confronto sul sistema AFAM (Alta formazione artistica e musicale) dove centrale, secondo noi, deve essere il pieno riconoscimento dell’attività artistica come elemento ineludibile della professionalità.
Non firmeremo un contratto purchessia ma un contratto che restituisca dignità a tutti i lavoratori del nostro Comparto, superando così l’autoritarismo delle leggi che si sono improvvidamente occupate dei sistemi della conoscenza (a partire dalla legge 107/15) e restituendo al Contratto tutte le materie impropriamente sottrattegli in questi anni.