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Contro la scuola di classe, per una scuola inclusiva

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

15/01/2020
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Roma, 15 gennaio - Il periodo delle iscrizioni dovrebbe essere un momento di riflessione pedagogica finalizzato alla crescita umana di ogni alunna e di ogni alunno, non la caccia spudorata al miglior prodotto sul mercato.

Iscrizioni: fascicolo e schede per orientarsi

L’episodio della scuola romana che fornisce sul suo sito, nella sezione dedicata alla presentazione dell’Istituto, elementi di dettaglio sulle caratteristiche economico-sociali della platea scolastica è l’esempio lampante di ciò a cui può portare la cattiva gestione dei dati al fine di trasformare l’orientamento scolastico in una ricerca di affermazione sul mercato dell’istruzione, conseguenza di una deleteria cultura liberista.

In particolare riteniamo che il sistema di Scuole in Chiaro, dove compaiono anche i dati delle prove Invalsi ed il RAV, non sia un aiuto per le famiglie, ma la forma più perversa e deleteria di benchmarking.

Le scuole, tutte le scuole, devono essere luoghi di inclusione sociale, culturale e pedagogica.

Per questo chiediamo alla ministra Lucia Azzolina di aggiungere un punto al suo decalogo sulle priorità da affrontare da subito: la gestione del Sistema Nazionale di Valutazione.

La FLC CGIL continua ad esprimere in ogni sede la sua contrarietà alle graduatorie di scuole ed all’uso distorto dei dati delle prove Invalsi e del RAV, strumenti di autodiagnosi, non di mercato.

La Ministra apra subito un confronto con le parti sindacali, a partire dalla gestione e dagli indirizzi del MIUR, e, nel merito, apra un confronto anche sul Sistema Nazionale di Valutazione, sulle sue finalità e sulle sue modalità di attuazione: attualmente è un Sistema alla deriva, che deve essere ripensato per offrire indicazioni di investimento per il miglioramento, non giudizi parziali che servono soltanto a segnare ulteriori diseguaglianze.

Da parte nostra abbiamo già aperto un dibattito al nostro interno che stiamo per portare in tutte le scuole del Paese, perché il tema della valutazione del sistema scolastico sia frutto di una cultura del progresso e non dell’esclusione.