Corsi di lingua e cultura all'estero: Pantaleo, siamo contro i tentativi di privatizzazione
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
L’ordine del giorno presentato dal senatore Micheloni discusso nel corso della riunione tra la Commissione Bilancio e la Commissione Finanza e Tesoro del Senato del 20 dicembre e accolto dal Governo non solo smentisce le recenti dichiarazioni del Ministro degli Affari Esteri ma rappresenta la deriva di una concezione neoliberista, ragionieristica e lobbistica della promozione e la diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo. L’obiettivo del senatore Micheloni, eletto all’estero nelle liste del Partito Democratico, è di cancellare anche quel poco di intervento pubblico rimasto soprattutto in area europea e affidarlo, per scopi facilmente intuibili, a soggetti gestori privati che di certo non soddisfano il principio costituzionale di gestione diretta, soprattutto nella fascia dell’obbligo, da parte dello Stato.
“Richiamare gli insegnanti di ruolo che svolgono corsi di lingua e cultura italiana all'estero alla fine dell'anno scolastico 2011-2012 e a destinare i risparmi così realizzati al finanziamento degli Enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana all'estero che utilizzano insegnanti assunti in loco …” non solo significa privatizzare un servizio pubblico ma condannare i nostri connazionali all’estero a rinunciare definitivamente al loro inserimento all’interno del nostro sistema nazionale di istruzione. Desta quindi meraviglia l’accoglimento di tal proposta da parte del Governo. Desta indignazione che tale proposta di privatizzazione provenga da un esponente di un partito che invece sulla scuola in Italia ha rivendicato, da sempre, la centralità dell’intervento pubblico in piena coerenza con il dettato Costituzionale. Sostenendo tale ipotesi il senatore Micheloni abbraccia invece la tesi di privatizzazione sostenuta dall’ex sottosegretario onorevole Mantica del PDL.
Sgomenta la posizione assunta dai rappresentanti del Governo che di fatto smentisce lo stesso Ministro degli Affari Esteri. Preoccupa l’affidamento di questo segmento dell’istruzione diretto agli alunni in obbligo scolastico a soggetti privati spesso inadeguati e non legittimati per legge a svolgere un servizio pubblico garantito invece dal nostro sistema scolastico nazionale.
I nostri connazionali residenti all’estero e le loro famiglie hanno bisogno di ben altro! Hanno bisogno di sentirsi anche in campo dell’istruzione cittadini italiani. Al senatore Micheloni e ai sostenitori della sua tesi diciamo di finirla di utilizzare i temi dell’istruzione per fini tutti interni al mantenimento di un’altra lobby di cui non ne abbiamo certo bisogno. Se gli enti gestori hanno difficoltà nell’esercitare la loro funzione è altrove che debbono rivolgere le rivendicazioni economiche per sostenere i loro impegni. Sul riordino complessivo del sistema dei corsi e della scuola italiana all’estero siamo pronti a qualsiasi pubblico confronto di merito a cominciare con i parlamentari eletti all’estero. Ma per favore facciamola finita con i “trucchetti” da bassa politica.