DDL Gelmini: Pantaleo, decisione grave sostituire i ricercatori che protestano. Accade all'Università Alma Mater di Bologna
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
La decisione del Senato accademico dell' Università Alma Mater di Bologna di sostituire i ricercatori che aderiscono al blocco della didattica con docenti a contratto è una scelta molto grave perché intende contrapporsi alla legittima protesta dei ricercatori universitari che, assieme ai precari, ai docenti, agli studenti e al personale tecnico-amministrativo, stanno conducendo contro il disegno di legge Gelmini.
La decisione è grave perché intende vanificare la giusta rivendicazione dei ricercatori a tempo indeterminato di non essere messi nel limbo del dimenticatoio e dei precari che vedono davanti a sé anni di ulteriore lungo periodo di precariato senza alcuna certezza in termini di stabilizzazione.
Per queste ragioni la FLC CGIL sostiene le mobilitazioni dei ricercatori ritenendole centrali per riaprire una discussione pubblica sui tagli al fondo ordinario e sul ruolo dell'Università e contrastare le politiche scellerate del Governo.
Il ddl Gelmini ridimensiona l'università pubblica per favorire un esteso processo di privatizzazione dei saperi in contrasto con i principi costituzionali che garantiscono a tutti l'accesso all'apprendimento.
Invitiamo il Rettore e il Senato accademico a revocare la decisione presa che riteniamo di dubbia legittimità anche perché i ricercatori per legge non sono tenuti a fare didattica.
Nei primi giorni di ottobre intendiamo lanciare, insieme agli studenti e ai diversi coordinamenti, la settimana di mobilitazione nelle università e per venerdì 8 ottobre abbiamo proclamato un'ora di sciopero.