Draghi: confermata la strategicità dei settori della conoscenza. Ora confronto con le parti sociali
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
17/02/2021
Roma, 17 febbraio - Delle dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio Draghi abbiamo apprezzato l’approccio al tema dell’ambiente e alle sue connessioni con il progresso e il benessere sociale. Questa è la vera priorità.
La denuncia delle tragedie naturali come risposta della terra al maltrattamento degli uomini, citando le significative parole di Papa Francesco, la necessità di affrontare la sfida per la realizzazione di un futuro in cui al centro ci sia l’ecosistema e che dovrà vedere convergere digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, fanno riferimento ad una visione che ci appartiene.
In più punti il Presidente del Consiglio ha citato specificatamente i settori della conoscenza.
Condividiamo la denuncia delle diseguaglianze che la didattica a distanza ha accresciuto fra territori e fra studentesse e studenti provenienti dai vari contesti familiari. Ci sembra di poter scorgere che il richiamo all'utilizzo degli strumenti digitali post pandemia sia pensato come rafforzamento della didattica in presenza e non come suo succedaneo. Se così è, la FLC è d’accordo.
La necessità di porre rimedio al danno subito dai bambini e dalle bambine, dai ragazzi e dalle ragazze a causa della pandemia è indubbia, ma siamo contrari ad una mera operazione ragionieristica che preveda un generalizzato ampliamento del calendario scolastico. Il problema del recupero degli apprendimenti scolastici infatti, non è uguale in tutte le regioni e in tutte le scuole d'Italia. Serve dunque una strategia diversificata e mirata che affidi modalità e tempi di realizzazione delle attività di recupero alle singole istituzioni scolastiche, per questo serve un piano con risorse dedicate.
Ma l’emergenza deve essere affrontata da subito con interventi che vadano oltre essa. I divari e le disuguaglianze, purtroppo, c’erano anche prima della pandemia e sono stati da questa amplificati. Per affrontarli occorrono interventi strutturali sull’ampliamento del tempo scuola, che nel primo ciclo presenta disparità territoriali ingiustificabili tra nord e sud del Paese, organici, a partire dal consolidamento del cosiddetto organico Covid, stabilizzazioni del personale precario che ha raggiunto un numero senza precedenti nella storia della Repubblica, il prossimo anno avremo 220.000 cattedre vacanti, investimenti per rafforzare l’autonomia organizzativa e didattica delle scuole.
Giusto il richiamo a un ritorno in classe e in sicurezza, abbiamo su questo proposte precise che ci auguriamo di poter sottoporre quanto prima al nuovo Ministro e anche per questo segnaliamo che quando il Presidente del Consiglio parla di rafforzamento della sanità territoriale questo per noi significa ricostruire un’ampia e strutturata rete di medicina scolastica quale elemento fondamentale per combattere l’attuale pandemia, una richiesta che portiamo avanti dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
Apprezziamo il richiamo al patrimonio identitario umanistico riconosciuto a livello internazionale e soprattutto l’attenzione verso un approccio al sapere che metta insieme e faccia collaborare più ambiti disciplinari. Rilevante la parte dedicata allo sviluppo degli istituti tecnici superiori (ITS), segnaliamo la necessità, tuttavia, di rafforzarne una governance pubblica che dia centralità, nella progettazione e nella realizzazione dei percorsi, alla sinergia con l’Università e gli Enti di Ricerca anche al fine di prevenire sovrapposizioni e inutili competizioni. Bisogna evitare che tali percorsi si configurino esclusivamente, da un lato, come formazione di personale per specifiche aziende o, dall’altro, come meri strumenti di recupero dell’abbandono scolastico/universitario dei soggetti più deboli.
Importante il passaggio sul sistema della ricerca e in particolare sulla ricerca di base. Vogliamo ricordare che le nostre università pubbliche e i nostri entri pubblici di ricerca sono le vere eccellenze in cui dobbiamo investire.
Rinnoviamo la richiesta di un impegno concreto per reperire ulteriori risorse per il rinnovo del contratto nazionale che sia coerente con le affermazioni sulla centralità del sistema di istruzione e ricerca e dei lavoratori che vi operano e che in questi mesi hanno dimostrato una enorme impegno per garantire in un contesto difficilissimo il fondamentale diritto all’istruzione.
Chiediamo che su tutti questi temi, a partire dalla ripresa delle attività didattiche in presenza e sicurezza nella scuola, si aprano dei veri tavoli di confronto con le parti sociali. La FLC CGIL non mancherà di dare il proprio contributo in termini di obiettivi e proposte.