ISPRA, Gianna Fracassi: inaccettabili attacchi a Istituto per coprire responsabilità governo
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL
Roma, 24 ottobre - In una intervista su Rainews24, il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, attacca l’ISPRA attribuendo all’Istituto, afflitto da “ambientalismo integralista”, la responsabilità degli eventi catastrofici che stanno colpendo in queste ore la Regione Emilia Romagna, in quanto “avrebbe dettato con la propria presenza una legislazione e una normativa assai vincolistica”. Insomma, l’ISPRA sarebbe nelle mani di qualche “ambientalista particolarmente fazioso” che impedirebbe di attuare gli interventi di manutenzione degli argini per tutelare qualche “tipo particolare di uccello che deve nidificare”.
Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, intervenendo in merito alle affermazioni del ministro, ricorda: “L’ISPRA è un ente pubblico di ricerca vigilato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che tra i propri compiti istituzionali ha la formazione e l’informazione in materia ambientale, con riferimento alla tutela delle acque, alla difesa dell’ambiente. Mi sembra opportuno ribadirlo, viste le esternazioni del Ministro Musumeci”.
E aggiunge: “L’Istituto non ha compiti di tipo legislativo, che spettano invece al Parlamento, e ha sempre svolto i propri compiti istituzionali nel rispetto delle norme vigenti e applicando il metodo scientifico, introdotto da un certo Galileo Galilei…evidentemente sconosciuto a certa politica”.
“Invece di attaccare gli organi tecnici per coprire con le cortine fumogene della polemica le responsabilità di governo, il ministro si sarebbe potuto preoccupare di spiegare come mai non è stato ancora approvato il Piano speciale di interventi per il dissesto idrogeologico che elenca le misure per ridurre i rischi di frane e alluvioni durante i nubifragi sempre più frequenti, redatto in pochi mesi di incessante lavoro da una pluralità di soggetti tra cui ISPRA. Oppure, continua Fracassi, poteva provare a spiegare come mai nessuno si sia degnato di approvare la legge sul consumo di suolo bloccata da più di due lustri in qualche cassetto. Per non parlare del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici bloccato anch’esso da tempo al MASE”.
“Non è quindi il clima quello che fa più danni in questo Paese, ma una politica negazionista che non interviene efficacemente quando e dove è necessario, di cui il ministro è degno rappresentante”, conclude.